Scopri Phnom Penh: la gemma nascosta della Cambogia

Scopri Phnom Penh: la gemma nascosta della Cambogia

Scopri Phnom Penh: la gemma nascosta della Cambogia

Luca Mangano

7 Novembre 2025

Phnom Penh, 7 novembre 2025 – A Phnom Penh, la capitale della Cambogia, il caos e il ritmo frenetico si mescolano a un calore umano sorprendente. Tra i grattacieli che spuntano ovunque e le strade dove la vita di quartiere resiste, la città si rivela molto più di una semplice fermata tra Siem Reap e le isole del sud. Chi decide di restare qualche giorno in più scopre una metropoli fatta di contrasti, memoria e futuro.

Phnom Penh, tra ferite del passato e nuova vita culturale

A prima vista, Phnom Penh sembra solo un incrocio di mondi: monaci vestiti di arancione che controllano lo smartphone, tuk-tuk che si infilano tra auto di lusso, rooftop bar affacciati su bancarelle di noodles. Ma basta fermarsi un attimo, magari sul lungofiume del Mekong, dove jet ski sfrecciano accanto a barche di legno, per capire che questa città è molto più complessa. Non si lascia raccontare in poche ore.

Il peso del passato è ancora forte: meno di cinquant’anni fa, Phnom Penh era una città fantasma. Il regime dei Khmer Rossi ha lasciato ferite profonde, ancora visibili nei luoghi simbolo come i Killing Fields di Choeng Ek e il Tuol Sleng Genocide Museum (S-21). Visitare questi posti è un’esperienza dura, ma necessaria per capire la Cambogia di oggi. “Non si può dimenticare, ma bisogna anche guardare avanti”, dice un giovane artista incontrato in uno degli atelier di Street 178.

Quando andare: stagioni e feste da non perdere

Il periodo migliore per visitare va da novembre a marzo: cielo limpido, giornate asciutte e clima piacevole. Da maggio a ottobre arriva il monsone, la città si tinge di verde e le piogge portano sollievo. Attenzione però alle feste: ad aprile il Capodanno Khmer trasforma Phnom Penh in una grande festa d’acqua; a novembre il Water Festival (Bon Om Touk) richiama migliaia di persone per le gare di barche drago sul fiume, con la folla che si accalca sulle rive davanti al Palazzo Reale. A settembre, durante il Pchum Ben, la città si svuota: molti tornano nei villaggi e molte attività chiudono.

Muoversi in città: tuk-tuk, taxi e app

Il nuovo aeroporto internazionale dista quasi un’ora dal centro, traffico permettendo. Meglio evitare le ore di punta (7-9 e 16-21), quando anche un semplice spostamento può durare fino a due ore. Taxi privati e tuk-tuk restano le soluzioni più pratiche: “Non accettate la prima offerta appena usciti dall’aeroporto”, avverte un autista locale, “con 12 dollari vi portano ovunque”. In città, tutto è a portata di mano: bastano venti minuti per attraversarla da un capo all’altro. Le app Grab e PassApp aiutano negli spostamenti, ma molti preferiscono i remorques tradizionali – più ecologici e con il vantaggio di pagare direttamente chi guida.

Un appunto: i marciapiedi, fuori dalla zona del lungofiume, spesso mancano o sono occupati da motorini. I turisti a piedi sono facili bersagli per i ladri in moto, quindi meglio tenere borse e telefoni ben nascosti.

Cosa vedere: tra arte, templi e vita di strada

Oltre ai luoghi della memoria, Phnom Penh ha una scena artistica vivace. Il R5 Showroom, l’Institut Français e spazi come Station 350 ospitano mostre di arte contemporanea. Street 178 è il cuore degli atelier artigianali. Dopo il tramonto, la musica dal vivo anima locali come Oscar’s on the Corner o i club di Bassac Lane.

Sul fronte spirituale, tre templi meritano una visita: Wat Ounalom, sede del patriarca buddista; Wat Botum, immerso nel verde; e Wat Langka, punto d’incontro tra monaci cambogiani e singalesi fin dal XV secolo. “Portate rispetto – spalle coperte e silenzio – e lasciatevi benedire con l’acqua santa”, suggerisce un monaco anziano.

Il cuore della città resta il lungofiume davanti al Palazzo Reale e al Museo Nazionale. Tra giardini curati e sale silenziose che custodiscono reperti dal IV secolo, si respira la storia profonda della Cambogia. Negli ultimi anni il museo ha recuperato molti tesori rubati, come racconta il film “LOOT: A Story of Crime and Redemption”, uscito nel 2025.

Costi e sicurezza: una città ancora accessibile

La vita a Phnom Penh è ancora a buon prezzo: con 100 dollari al giorno si vive bene, ma anche con 50 si riesce ad andare avanti. Un hotel boutique costa intorno ai 60 dollari a notte; una zuppa in strada 2 dollari; un giro in tuk-tuk dopo cena 3 dollari. Dollari americani e riel cambogiani sono accettati quasi ovunque, le carte di credito molto meno.

Per la sicurezza, le autorità avvertono dei furti con strappo ai pedoni. “Basta non farsi notare”, spiega una guida locale. Meglio lasciare gioielli e oggetti di valore in hotel, tenere il telefono vicino al corpo e non mostrare borse facili da afferrare.

Phnom Penh oggi: una città da scoprire con calma

Alla fine, il consiglio più comune è quello di non limitarsi a un giorno o due. “Rimanete almeno tre o quattro notti”, suggerisce Matt Blomberg, autore della guida Lonely Planet uscita a settembre 2025. “Solo così capirete davvero la Cambogia di oggi”. E magari, al tramonto, seduti sull’erba davanti al Palazzo Reale con uno spiedino in mano, vi troverete a osservare la città che cambia – senza fretta, come fanno i suoi abitanti.

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