Alla vigilia della partenza per “Noi camminiamo in Sardegna”, un evento dedicato ai cammini dell’isola, l’emozione si mescola a una certa apprensione. Non essendo una camminatrice esperta, mi preparo ad affrontare una tappa di 15 km con 750 metri di dislivello, che si trasformeranno in quasi 20 km e 1.000 metri di dislivello. Tuttavia, l’idea di riscoprire la Sardegna in modo lento e profondo, immersi tra mare e montagna, fede e silenzio, è un richiamo irresistibile.
L’evento, organizzato dalla Regione Sardegna in collaborazione con Terre di Mezzo, guida i partecipanti attraverso i numerosi cammini dell’isola, molti dei quali offrono panorami mozzafiato. Quest’anno eravamo circa cinquecento, tra invitati e iscritti, suddivisi su sedici itinerari diversi. C’era chi percorreva la Via Francescana, chi un tratto del Cammino 100 Torri, e chi il Cammino Minerario di Santa Barbara. Io, invece, ho scelto di affrontare una tappa del Cammino dei Beati, che si snoda tra Galtellì e Orosei.
Il cammino dei Beati: un percorso tra paesaggio e cultura
Se alcuni cammini in Sardegna presentano notevoli difficoltà, il Cammino dei Beati offre la possibilità di alternare cammino e visite culturali, rendendolo accessibile a tutti. La nostra base è Galtellì, un suggestivo borgo medievale situato nella parte centro-orientale dell’isola, incastonato tra il fiume Cedrino e il monte Tuttavista. Questo paese è noto per aver ispirato Grazia Deledda, Premio Nobel nel 1926, il cui romanzo “Canne al vento” è ambientato proprio qui. Galtellì è anche parte della Rete dei Borghi Autentici d’Italia ed è insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
Con una popolazione di circa 2.480 abitanti, Galtellì vanta cinque chiese in un’area di soli cento metri quadrati, insieme ad altre sparse nel territorio circostante. Nella piazza principale troviamo due delle chiese più significative: quella del Santissimo Crocifisso e quella di Santa Croce. La prima custodisce la statua lignea del Cristo di Nicodemo, la quale, secondo la leggenda, sarebbe approdata sulla spiaggia di Orosei all’inizio del XV secolo. Tra il 1612 e il 1667, si narra che la statua abbia sudato sangue e compiuto miracoli, attirando pellegrini da tutta la Sardegna. Durante la Settimana Santa, le confraternite di Santa Croce e di Sas Animas attraversano il paese, esibendo canti e riti liturgici, mentre dal 30 aprile al 3 maggio si svolgono celebrazioni in onore del Crocifisso, dove il sacro si mescola al profano.
Visitiamo poi l’ex cattedrale di San Pietro, un’antica sede vescovile. Qui ci accoglie un gruppo di Cantores, custodi di una tradizione secolare di canti sacri popolari tramandati oralmente. Seduti sulle panche della chiesa, ammiriamo gli affreschi bizantini del XII secolo mentre ascoltiamo le melodie dei Cantores, immersi in un’atmosfera quasi magica.
A piedi nella natura della Barbagia
Dopo aver assaporato l’anima di Galtellì, il giorno seguente ci mettiamo in cammino verso una dimensione diversa della Sardegna. La nostra tappa del Cammino dei Beati, la prima delle cinque che compongono l’itinerario, ci conduce al Monte Tuttavista. La vista si apre su un paesaggio ampio e poco urbanizzato, dove l’uomo ha scelto di mantenere un dialogo con la natura piuttosto che imporsi su di essa. La nostra guida ci indica le cime circostanti: il panorama si estende dalla Barbagia fino al Golfo di Orosei e dalle sponde del Cedrino al Supramonte.
La peculiarità del Tuttavista è la sua vegetazione lussureggiante. Sulla cima, un crocifisso alto dodici metri, replica di quello venerato nel borgo, si staglia contro il cielo. Prima di raggiungere la vetta, ci concediamo una breve deviazione verso l’arco di roccia di Sa Preta Istampata, un monumento naturale che offre uno scorcio spettacolare. Giunti in cima, iniziamo la discesa verso Orosei, godendo del blu del mare che si avvicina sempre di più.
L’ultimo giorno di “Noi camminiamo in Sardegna” ci riuniamo per una serata di condivisione e festa, e per un’ultima camminata insieme a Pula. Partiamo dal centro del paese e ci dirigiamo verso il santuario di Nora, lungo il Cammino di Sant’Efisio, uno dei santi più venerati dell’isola. Il tragitto è facile e incantevole, in gran parte costeggiando le scogliere a picco sul mare. Alla fine della camminata, alcuni di noi si tuffano in un’acqua ancora tiepida, un modo perfetto per concludere questa esperienza.
Informazioni sul cammino dei Beati
Il Cammino dei Beati rappresenta un itinerario di 100 km che parte da Galtellì e termina a Orgosolo, nel cuore del Supramonte. Questo cammino è suddiviso in cinque tappe e attraversa boschi, siti nuragici, borghi antichi e luoghi di pellegrinaggio, toccando anche un tratto di litorale. I comuni attraversati, oltre a Galtellì e Orgosolo, includono Orosei, Dorgali, Lanaitho e Oliena.
Durante la visita a Galtellì, è possibile esplorare il laboratorio tessile di Rita e Maria Rita, che portano avanti da 40 anni la tradizione della tessitura a pipiones. Non distante, la casa studio dell’artista Zizzu Parisi, che una volta incontrò Pablo Picasso, ospita molti dei suoi colorati dipinti e sculture divertenti. Infine, le Domus de Janas, antiche tombe preistoriche scavate nella roccia, aggiungono un ulteriore strato di fascino a questo angolo della Sardegna, patrimonio dell’UNESCO. Questi elementi rendono il Cammino dei Beati non solo un’esperienza fisica, ma anche un viaggio profondo attraverso la storia e la cultura dell’isola.