Ostuni, 17 dicembre 2025 – Nel cuore della Valle d’Itria, in questo dicembre ancora freddo, si apre un viaggio che va da Figazzano a Pascarosa, passando per piccoli borghi come Speziale e la più conosciuta Ceglie Messapica. Qui, nella provincia di Brindisi, il tempo sembra rallentare. Tra nebbie che si alzano all’alba e campagne silenziose, si scoprono trulli rurali, sentieri tra gli ulivi e sapori genuini, quasi dimenticati. Come dicono gli abitanti del posto, “qui si vive la valle come una volta”, lontano dal caos turistico e immersi nella natura e nella storia.
Figazzano, la porta nascosta della Valle
Arrivare a Figazzano nelle prime ore del mattino significa trovare poche tracce di vita: qualche auto parcheggiata vicino alla chiesetta di San Francesco d’Assisi, un paio di anziani seduti sulle panchine a scambiare due parole a bassa voce. Eppure, da qui parte uno dei tratti meno frequentati della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, un percorso che segue l’antico canale verso sud-ovest. “D’inverno si incontrano solo ciclisti appassionati e qualche escursionista con lo zaino,” racconta Antonio, che gestisce una piccola bottega alimentare in paese. I trulli rurali spuntano ai bordi dei campi coltivati, spesso ancora abitati; qualcuno è stato trasformato in rifugio per chi cerca pace e autenticità.
I sentieri, segnati da vecchie mulattiere in pietra, portano alle prime masserie. L’aria fresca delle 8 del mattino è carica del profumo di legna che brucia nei camini. Secondo le guide locali, questo è uno dei posti migliori per vedere i muretti a secco ancora ben conservati e le antiche cisterne d’acqua.
Tra Pascarosa e Speziale: natura viva e tradizioni antiche
Proseguendo verso Pascarosa, il paesaggio si apre su dolci colline ricoperte di ulivi secolari. La provinciale che taglia la valle è spesso deserta in questo periodo. Non è raro però incontrare agricoltori al lavoro: potano alberi o sistemano le reti per raccogliere le olive tardive. “Qui la raccolta dura fino a gennaio,” spiega Franco, olivicoltore del posto.
Pascarosa è un piccolo gruppo di case raccolte intorno alla stazione ferroviaria ormai quasi fuori uso. La vita scorre nei cortili e nei bar dove – raccontano i clienti abituali – “si chiacchiera come ai vecchi tempi”. Il territorio è perfetto per il trekking: dal piazzale della stazione partono diversi sentieri CAI ben segnalati che portano a gravine poco conosciute. Una di queste, la gravina di Lamalunga, regala una vista sorprendente sulla valle sottostante.
Poco più a est c’è Speziale, una frazione nota tra gli appassionati di gastronomia per le sue fornaci artigianali ancora in attività. Nei forni a legna si cuociono focacce spesse condite solo con olio extravergine locale e rosmarino. Michele, il panettiere del paese, mostra con orgoglio il suo lievito madre custodito “da vent’anni”: un segreto che dà alle pagnotte quel profumo che richiama le vecchie case.
Ceglie Messapica: il cuore del gusto locale
Arrivare a Ceglie Messapica, cittadina bianca circondata da uliveti e vigneti, significa entrare nel vivo della tradizione gastronomica della valle. In via San Rocco, poco prima di mezzogiorno, i ristoratori preparano i tavoli e sistemano i menu: piatti come le famose “bombette” di carne o il “cotto di fichi” sono immancabili insieme alle classiche orecchiette con sugo semplice.
La Pro Loco racconta che negli ultimi anni sono cresciute le trattorie familiari. Il pubblico – soprattutto da Bari e Lecce nei weekend – cerca quell’esperienza vera del territorio: “Non vogliamo un turismo usa-e-getta,” confida Lucia, chef di una delle osterie storiche del centro. Il sabato sera la piazza principale si anima con chiacchiere e risate attorno a un bicchiere di Primitivo.
Consigli pratici per scoprire la Valle d’Itria
Chi decide di visitare questi luoghi fuori stagione dovrebbe tenere conto dei consigli degli abitanti: “Meglio scarpe comode,” suggerisce Giovanni, guida escursionistica locale, “perché tra sterrati e pietre c’è sempre il rischio di scivolare.” I prezzi sono accessibili: molti trulli ristrutturati si trovano anche a 60 euro a notte in bassa stagione; una cena completa nei locali tipici costa tra i 25 e i 35 euro a persona.
L’ingresso ai sentieri naturali è gratuito; nessun biglietto serve per visitare masserie o camminare tra i campi. Qui la vera sfida è prendere il ritmo giusto: muoversi lentamente vuol dire farsi conquistare dalla campagna pugliese ascoltando storie rare, quelle che non troverete sulle guide turistiche ufficiali. Chi cerca la “vera” Valle d’Itria non resterà deluso: dalla luce del mattino fino all’ultimo aperitivo sotto un pergolato, questo angolo di Puglia sa regalare emozioni passo dopo passo.