Spettacolo mozzafiato: migliaia di visitatori ammirano l’eruzione del vulcano Kīlauea alle Hawaii

Luca Mangano

22 Dicembre 2025

Hilo (Hawaii), 22 dicembre 2025 – All’alba, davanti ai cancelli del Parco Nazionale dei Vulcani delle Hawaii, decine di persone con macchine fotografiche al collo scrutano l’orizzonte. Da giorni si parla di una possibile nuova attività del vulcano Kīlauea, patrimonio dell’UNESCO. L’ultima eruzione è stata pochi mesi fa, ma l’isola resta in fermento, con residenti e turisti pronti a vedere lo spettacolo della natura.

Il vulcano che non smette di attirare tra curiosità e timori

La scena si ripete da una settimana: code ordinate, qualcuno che scambia consigli sulle app meteo, altri che cercano il punto migliore per guardare la caldera. La ranger Keola Wong, che guida il personale del parco, tiene d’occhio la folla. “Abbiamo avuto un aumento del 30% nei visitatori rispetto all’anno scorso”, ha detto all’alba, indicando la zona vicino al cratere Halema‘uma‘u. Ma non è solo entusiasmo quello che si respira. “I rischi sono reali: gas tossici, cenere, cambiamenti improvvisi delle condizioni”, ha spiegato Wong, ricordando le nuove regole di sicurezza introdotte dopo i movimenti sismici della scorsa settimana.

Il Kīlauea è uno dei vulcani più attivi al mondo. Dal 1983 ha eruttato quasi senza sosta per oltre trent’anni, cambiando il volto della Grande Isola e la vita dei suoi abitanti. Oggi l’Osservatorio Vulcanologico delle Hawaii (HVO) tiene sotto controllo ogni minimo segnale in tempo reale. “I livelli di anidride solforosa sono stabili, ma restiamo all’erta”, ha detto il geologo Markus Takahashi in un bollettino serale.

Un luogo sacro tra scienza e tradizione

Il legame con il Kīlauea non è fatto solo di dati scientifici. Per gli hawaiani il vulcano è la dimora della dea Pele, un luogo sacro. La visita al parco spesso comincia con un’offerta semplice: un fiore di plumeria lasciato sul bordo del cratere. Poi ci si addentra tra sentieri che raccontano storie antiche e le tracce delle eruzioni più recenti. “Torniamo qui ogni anno per onorare le nostre radici”, ha raccontato Kawika Kapule, insegnante di Hilo. Intorno a lui gruppi di studenti ascoltano gli anziani mentre spiegano il valore culturale delle eruzioni.

Dal 1987 il Parco Nazionale dei Vulcani delle Hawaii fa parte dei patrimoni mondiali UNESCO proprio per questo mix di natura e cultura. Il sito si estende su più di 1.300 chilometri quadrati: foreste pluviali fitte, campi di lava nera e nuvole che sembrano pennellate d’artista.

Turismo in crescita, ma sicurezza prima di tutto

Le autorità locali devono fare i conti con sempre più turisti anche fuori stagione. L’impatto economico del parco, dicono i dati della Hawai‘i Tourism Authority, ha superato i 260 milioni di dollari nel 2024. Ma la priorità resta la sicurezza: l’ingresso alle zone più a rischio—come il belvedere Kīlauea Iki o il Devastation Trail—può essere chiuso senza preavviso se i sismografi segnalano movimenti strani.

“Non possiamo garantire spettacoli naturali a ogni visita”, ha ammesso il direttore del parco Paul Nakasone. “Chi viene deve capire che qui comanda la natura.” Il messaggio è chiaro e scritto anche sui cartelli in tre lingue: “Stay on the trail – Safety first”. Guide e ranger spiegano ai gruppi come comportarsi se i vapori aumentano o se si verificano micro-eruzioni.

In attesa della prossima eruzione

L’incertezza alimenta l’attesa e la curiosità. Martedì mattina l’HVO ha registrato una dozzina di scosse leggere vicino al cratere sommitale—“normale per il Kīlauea”, precisano gli esperti. Eppure basta poco perché circolino voci e speranze: fuori dal centro visitatori c’è chi si informa sugli orari delle navette notturne o cerca aggiornamenti via radio.

“Anche solo vedere qualche bagliore nella caldera basta a molti”, confida una volontaria sorridendo tra i banconi pieni di magliette con il logo del vulcano. Intanto il sole sale sull’isola e le nuvole si tingono di rosa sopra la bocca fumante del Kīlauea. Un’attesa quotidiana fatta di rispetto per una forza della natura ancora tutta da decifrare.

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