Copenaghen, 27 novembre 2025 – Sempre più viaggiatori puntano la **Danimarca** per una vacanza all’aria aperta, dove **indipendenza** e **flessibilità** si mescolano al desiderio di stare a contatto diretto con la **natura**, senza filtri. Sulle coste di Skagen, tra i boschi dello Jutland e nelle campagne intorno a Odense, tende, furgoni e caravan spuntano ogni anno in quantità crescente. Non è solo una questione di dormire fuori: “Quello che cerchiamo è libertà. Non il lusso, ma poterci fermare dove vogliamo”, racconta Christiane, tedesca incontrata in un’area sosta vicino a Roskilde.
## La cultura dell’open air tra campeggi e wild camping
In Danimarca funziona così: c’è una **rete diffusa di campeggi attrezzati**, spesso gestiti da famiglie, che mettono a disposizione piazzole vicinissime al mare o immerse nei pini. I servizi—docce calde, cucine in comune, spazi per i bambini—hanno conquistato anche molti italiani. “Torniamo qui da sei anni,” spiegano Gianni e Marta di Trento, “perché i nostri figli si muovono in sicurezza e l’ambiente è curato senza essere invadente.”
Se invece si cerca qualcosa di più semplice e spartano, il **wild camping** è regolato: ci sono oltre 1.000 aree pubbliche dove piantare la tenda gratis per una notte. Si trovano sui siti ufficiali come **Naturstyrelsen**, l’ente danese per la natura. Servizi quasi assenti (a volte solo un tavolo o una fontana), ma l’esperienza resta memorabile: un tramonto sulla spiaggia di Rømø o il silenzio nelle brughiere di Mols Bjerge. “Rispettiamo il paesaggio e lasciamo tutto com’era,” sottolinea Peter, pensionato di Aarhus.
## Trasporti green e mobilità senza intoppi
Un altro punto forte per chi arriva in **Danimarca** con spirito indipendente è la facilità negli spostamenti. Le strade sono ben tenute; i **noleggi camper** costano poco più o meno come altrove in Europa (da circa 110 euro al giorno fuori stagione). Anche i mezzi pubblici aiutano a muoversi tra le varie regioni. Le piste ciclabili superano i 12 mila chilometri: “Molti turisti scelgono il percorso in bici, magari alternandolo con treni locali,” racconta Karen dell’ufficio turistico di Copenaghen.
Nei porti più piccoli come Hundested o Ærøskøbing ci sono traghetti attivi che permettono ai campeggiatori di visitare le isole dell’arcipelago meridionale senza lasciare veicoli o tende indietro. L’intermodalità qui non è solo un concetto: è routine.
## Natura protetta e rispetto delle regole
Chi viaggia libero in **Danimarca** incontra un ambiente ben custodito: più del 20% del territorio è protetto da parchi nazionali, riserve naturali e aree marine. Le autorità controllano che le regole vengano rispettate—vietato accendere fuochi fuori dalle zone autorizzate, obbligo di raccogliere i rifiuti, divieto di soste troppo lunghe. Secondo Naturstyrelsen, nei primi nove mesi del 2025 sono state comminate 212 multe per infrazioni nelle aree più delicate, un dato leggermente in crescita rispetto all’anno prima.
Nonostante questo, resta alta la fiducia: “I campeggiatori stranieri hanno imparato a convivere con la natura danese. Scarseggiano i comportamenti sbagliati,” spiega Lars Mikkelsen, ranger del parco nazionale di Thy.
## Esperienze sul campo e costi concreti
Quanto costa viaggiare in Danimarca “on the road”? Una piazzola camper con corrente elettrica si paga tra i 28 e i 38 euro a notte nei campeggi attrezzati (alta stagione). Il campeggio libero invece è gratuito, salvo donazioni spontanee alle comunità locali. La benzina si aggira intorno ai 2 euro al litro (dati novembre 2025), mentre l’ingresso ai parchi nazionali è quasi sempre gratuito; si paga solo per musei o fari storici (5-8 euro a persona).
Nelle campagne spuntano mercatini bio con prodotti come fave, mele e formaggi che si comprano con pochi euro. Spesso si paga lasciando le monete in cassette di legno: qui ci si affida all’onestà dei visitatori.
## Una tendenza che prende piede
Secondo l’Ufficio turistico nazionale danese nel 2025 sono stati circa **680 mila** gli stranieri che hanno scelto il campeggio o il caravan come modo principale per viaggiare nel paese. Un numero in crescita del 4% rispetto all’anno precedente che parla chiaro: cresce l’interesse verso un turismo più sostenibile e indipendente.
“Qui offriamo uno spazio dove respirare—niente animazione forzata, niente villaggi chiusi,” riassume Jakob Schmidt, gestore del campeggio Møn Camping dal ’89. E chi torna racconta sempre la stessa cosa: basta poco per sentirsi parte di questo paesaggio sospeso tra mare, vento e silenzio.