Villa Petriolo: il resort toscano che riscopre l’etica delle ville-fattoria rinascimentali

Villa Petriolo: il resort toscano che riscopre l'etica delle ville-fattoria rinascimentali

Villa Petriolo: il resort toscano che riscopre l'etica delle ville-fattoria rinascimentali

Simona Carlini

1 Settembre 2025

In Toscana, un angolo di paradiso si erge come un faro di sostenibilità e tradizione: Villa Petriolo. Questo resort non è solo un luogo di villeggiatura, ma un progetto innovativo che trae ispirazione dalle storiche ville-fattoria del Rinascimento. Queste dimore nobiliari, che un tempo ospitavano famiglie aristocratiche in cerca di relax, erano anche centri di produzione agricola, dove venivano coltivati i prodotti necessari al sostentamento. Daniele Nannetti, oggi CEO di Villa Petriolo, ha avuto l’intuizione di riportare in vita questo modello economico circolare, con un approccio moderno e sostenibile.

L’idea di Nannetti risale ai suoi anni di studi storici, quando si rese conto che la gestione delle ville-fattoria rappresentava un esempio perfetto di economia circolare. Solo nel 2016, dopo un incontro casuale con la famiglia Cuadra, noti imprenditori messicani nel settore della moda western, la sua visione ha preso forma. “Cercavano un’idea forte da sviluppare in Italia. E io avevo quella giusta: smettere di inseguire l’immaginario dello straniero in Toscana e ripartire dalla nostra storia”, spiega Nannetti.

la villa e la sua storia

La villa, situata a Cerreto Guidi, a pochi chilometri da Firenze e Pisa, è una struttura cinquecentesca costruita dalla famiglia Alessandri, storicamente legata alla corte dei Medici. Questa architettura è un omaggio alla Villa Medicea di Cerreto Guidi, oggi patrimonio dell’UNESCO. L’acquisto della villa è stato solo il primo passo: nel 2019 è iniziata una ristrutturazione filologica che ha richiesto un attento lavoro di ricerca negli archivi storici, portando alla luce dettagli sulla produzione agricola della zona sin dal Cinquecento. Vino, olio, cereali e ortaggi erano solo alcune delle risorse che venivano coltivate, un’eredità che oggi Villa Petriolo ha ripreso.

Attualmente, il resort si dedica alla coltivazione di grani antichi, alla produzione di miele, e all’allevamento di razze autoctone come la cinta senese, anatre e pecore locali. La struttura non è solo un semplice agriturismo con servizi turistici, ma un sistema integrato dove ogni aspetto, dalla produzione alimentare all’ospitalità, si basa su un principio di autosufficienza e sostenibilità. “Abbiamo creato un sistema chiuso, dove tutto viene riutilizzato. Recuperiamo il 100% dell’acqua utilizzata, anche quella delle docce, grazie a un impianto avanzato di depurazione che restituisce acqua per irrigare i campi e abbeverare gli animali”, afferma Nannetti.

sostenibilità e innovazione

Sul fronte energetico, la struttura è già autonoma al 20% grazie a pannelli solari e tecnologie ad alta efficienza, ma l’obiettivo è raddoppiare questa percentuale entro il 2030. Anche i rifiuti organici generati dal resort vengono trasformati in alimento per gli animali o compost, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. “Non chiediamo ai nostri ospiti di rinunciare al comfort, ma lavoriamo affinché ogni spreco diventi valore”, continua Nannetti.

Villa Petriolo accoglie principalmente clienti stranieri, con una percentuale del 97%, tra cui molti americani e cinesi, che si aspettano il massimo dal servizio. Il resort vanta un ristorante con stella verde Michelin, il PS, diretto dallo chef Stefano Pinciaroli, che si affianca a un ristorante tradizionale toscano, l’Osteria di Golpaja, e a uno spazio light lunch all’interno della zona Spa.

collaborazioni e comunità

Per arricchire ulteriormente l’offerta, Villa Petriolo collabora con una rete di produttori locali, selezionati non solo per l’alta qualità delle loro materie prime, ma anche per la loro adesione alla filosofia di sostenibilità del resort. “Per legge dobbiamo utilizzare il 100% di materia prima toscana, ma noi puntiamo a produrre il massimo possibile in loco, e per ciò che ci manca, ci affidiamo a piccoli artigiani che condividano i nostri valori”, spiega Nannetti.

Il risultato è un microcosmo agricolo che vive in armonia con il territorio, creando una comunità allargata di microimprese, famiglie e competenze locali. Per celebrare questa sinergia, il 3 luglio scorso Villa Petriolo ha ospitato la prima edizione di “Artigiani coraggiosi”, un evento che ha messo in luce le realtà d’eccellenza del territorio. Tra i protagonisti, agriturismi come La Dispensa e aziende agricole biodinamiche come Il Cerreto, oltre a produttori di specialità locali come il caseificio Bufalcioffi e l’azienda agricola I Seminanti.

Questa iniziativa ha permesso di far conoscere il potenziale del territorio e di promuovere pratiche agricole sostenibili, riflettendo l’impegno di Villa Petriolo nel valorizzare la tradizione toscana e nell’abbracciare un futuro più etico e responsabile. Con il suo approccio innovativo e il rispetto per l’ambiente, Villa Petriolo si presenta non solo come un resort di lusso, ma come un modello di riferimento per una nuova forma di turismo, che sa coniugare il benessere degli ospiti con la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale della Toscana.

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