Roma, 5 dicembre 2025 – Dai margini del deserto africano fino ai confini del circolo polare artico, cresce il numero di viaggiatori in cerca di destinazioni rare, isolate e quasi deserte. Il motivo? La voglia di allontanarsi dai percorsi più battuti, dove la folla e la routine rischiano di soffocare anche l’emozione più vera. In un momento in cui la richiesta di esperienze autentiche non dà segni di calo, ecco una carrellata – tra dune, ghiacci e isole nascoste – su dieci luoghi che sfuggono all’assalto del turismo di massa.
Africa australe, tra sabbia e silenzi
In Namibia, le dune di Sossusvlei si stagliano contro il cielo con i loro colori arancioni. L’alba arriva tra le 6 e le 7: le ombre si allungano mentre i ranger accompagnano piccoli gruppi, al massimo dieci persone. “Di notte, il deserto resta immobile. All’alba senti solo il vento”, racconta Marie-Louise, guida locale. Poco distante, il Parco Nazionale Namib-Naukluft offre silenzi interrotti solo dal verso degli orici. Gli alloggi sono pochi: i lodge costano da 90 a 300 euro a notte e l’accesso è permesso solo con autorizzazione. Qui la densità turistica è tra le più basse dell’Africa australe.
Il cuore di ghiaccio della Groenlandia
Tra i fiordi ghiacciati dell’est della Groenlandia, piccoli villaggi come Ittoqqortoormiit sfidano la modernità. I voli arrivano poche volte a settimana da Reykjavik, con tariffe intorno ai 650 euro. A Ittoqqortoormiit vivono poco più di 400 persone: un supermercato minuscolo e una chiesa di legno rossa. I visitatori camminano accompagnati da guide Inuit; non ci sono trasporti pubblici. “Qui senti solo il rumore dei tuoi passi sulla neve”, spiega Egon Lundblad, titolare di un piccolo tour operator locale.
Isole Lofoten, Norvegia: la luce delle aurore
Raggiungere le isole Lofoten, nel nord della Norvegia, richiede tempo: due aerei e un traghetto. Le montagne si tuffano nel mare, mentre i paesi come Reine e Hamnøy contano meno di 500 abitanti ciascuno. Nella stagione delle aurore (gennaio-marzo), i visitatori restano contenuti: circa 2.000 arrivi al mese secondo l’ente turistico norvegese. I prezzi degli alloggi variano dagli ostelli (50 euro) alle rorbu, vecchie case dei pescatori trasformate in camere (da 180 euro).
Australia occidentale, la remota Kimberley
Nella regione della Kimberley, nell’ovest australiano, spesso le strade asfaltate finiscono nel nulla. Fitzroy Crossing o Derby sono gli unici centri abitati per centinaia di chilometri intorno. I paesaggi cambiano continuamente: rocce rosse, canyon scolpiti dall’acqua e silenzi quasi totali. I tour in fuoristrada da Broome durano anche cinque giorni e partono da mille euro in su. “A volte non vedi anima viva per due giorni”, racconta Tony Baker, autista e guida.
Isola di Socotra, lo Yemen che pochi conoscono
L’isola di Socotra, al largo dello Yemen, ospita piante antichissime come la dracena drago e spiagge senza un ombrellone in vista. C’è solo un volo a settimana da Il Cairo o Abu Dhabi; le agenzie locali organizzano spedizioni per piccoli gruppi (max 12 persone). Nel 2024 sono stati circa 3.000 i viaggiatori stranieri secondo il Ministero del Turismo yemenita.
Le terre selvagge della Patagonia cilena
In Patagonia, sul versante cileno, si conta su venti forti e chilometri infiniti di steppe deserte. Puerto Natales, porta d’ingresso al Parco Torres del Paine, è una cittadina tranquilla con poco più di 20mila abitanti; d’estate gli ingressi giornalieri al parco restano sotto le mille unità secondo Conaf Cile. Le estancias propongono ospitalità semplice e cene a base di agnello locale.
L’isola vulcano di Tanna, Vanuatu
Nel Pacifico meridionale c’è l’isola di Tanna (arcipelago di Vanuatu): qui il monte Yasur continua a sputare lava visibile anche dopo il tramonto. I resort sono pochi; molti scelgono bungalow gestiti da famiglie locali (circa 30 euro a notte). Gli abitanti sono poco più di 29mila; i turisti stranieri non superano i 5mila all’anno.
Deserto del Gobi, Mongolia: tra i nomadi
Attraversare il deserto del Gobi significa giorni interi senza strade né segnali stradali. Le carovane partono da Dalanzadgad; le famiglie nomadi accolgono gli ospiti nelle loro gher bianche offrendo tè caldo salato e racconti antichi. “Sono tornato a vedere il cielo pieno di stelle”, confida Luca, viaggiatore italiano arrivato lo scorso luglio.
Isole Faroe: scogliere verdi battute dal vento
Le Isole Faroe emergono dall’Atlantico settentrionale: pecore al pascolo, nebbie improvvise e strade vuote fanno da cornice quotidiana. A Tórshavn vivono poco più di 20mila persone; nel 2024 l’arcipelago ha ospitato meno di 140mila turisti (fonte Visit Faroe Islands), molti dei quali fuori stagione. L’affitto auto parte da 60 euro al giorno; gli hotel non sono molti ma curati.
La regione dei Laghi del Canada occidentale
Nella Columbia Britannica i laghi Bowron e Garibaldi si raggiungono solo a piedi su sentieri spesso impegnativi: niente strade asfaltate né segnale telefonico affidabile. Nei rifugi ci sono poche decine di posti letto; l’ingresso ai parchi è regolato con permessi giornalieri a numero chiuso. D’estate capita che gli alci siano più numerosi degli escursionisti.
Chi cerca oggi mete davvero poco affollate deve puntare sul viaggio lento e sulla voglia di adattarsi agli imprevisti. Sono posti dove la presenza umana resta discreta; lì il mondo sembra fermarsi e l’orizzonte non ha fretta alcuna.