Lega, il Nord si schiera per Zaia come vice di Salvini: tensioni per le iscrizioni last minute

Lega, il Nord si schiera per Zaia come vice di Salvini: tensioni per le iscrizioni last minute

Lega, il Nord si schiera per Zaia come vice di Salvini: tensioni per le iscrizioni last minute

Giulia Ruberti

11 Novembre 2025

Milano, 11 novembre 2025 – La partita dentro la Lega si riaccende e questa volta il centro della scena si sposta decisamente al Nord. Dopo il tentativo fallito di cambiare le regole sul tesseramento, i dirigenti delle regioni settentrionali tornano a farsi sentire con forza. L’idea che gira da giorni tra i corridoi di via Bellerio e nelle chat riservate di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia è chiara: spingere per affidare a Luca Zaia la carica di vicesegretario federale del partito. Una mossa pensata per riequilibrare i rapporti di forza interni e dare nuovo impulso all’anima autonomista della Lega.

Il Nord spinge per Zaia: nuova sfida per la Lega

La proposta, che ha preso forma nelle ultime settimane, punta a sostituire Alberto Stefani – attuale vicesegretario e candidato alla presidenza del Veneto – con il governatore uscente. “Zaia è il volto più credibile del Nord produttivo”, confida un deputato lombardo vicino alla questione. Il ragionamento è semplice: con Stefani impegnato nella corsa per Venezia serve qualcuno di peso che tenga insieme le istanze del Nord, soprattutto guardando alle prossime elezioni europee e regionali.

Non è tutto. L’idea è anche quella di affiancare Zaia a Roberto Vannacci, già vicesegretario e punto di riferimento per l’ala più identitaria del partito. Un duo che, secondo chi spinge l’operazione, potrebbe bilanciare le diverse anime interne alla Lega, evitando nuovi scontri dopo mesi di tensioni nascoste.

Zaia tra attese e prudenza

Il diretto interessato, almeno per ora, resta cauto. “Non ho ricevuto proposte ufficiali”, ha detto Zaia nei giorni scorsi, lasciando però aperta la porta a un ruolo nazionale. Chi gli è vicino racconta di una certa prudenza: Zaia sa che accettare la vicesegreteria significherebbe mettersi in prima linea in un momento delicato per il partito.

Tra i sostenitori dell’operazione però c’è chi insiste: “Serve qualcuno capace di parlare al Nord senza perdere il contatto con il resto del Paese”, riflette un assessore lombardo. Zaia, popolare anche fuori dal Veneto, viene visto come un possibile punto d’incontro tra l’anima autonomista e la necessità di tenere unita la Lega a livello nazionale.

Il nodo del tesseramento e le tensioni in Lega

La questione del tesseramento resta sullo sfondo. Solo poche settimane fa, l’ala nordista aveva provato a cambiare le regole per l’iscrizione al partito, chiedendo più trasparenza e un ruolo maggiore per i territori storici della Lega. L’operazione però si è arenata contro il muro della segreteria federale guidata da Matteo Salvini, che ha difeso l’attuale sistema.

Il malumore però non si è spento. “Non possiamo restare a guardare”, ha confidato un dirigente friulano in una riunione riservata a Udine. Per molti amministratori locali il rischio è che la Lega perda terreno nelle regioni dove è nata e si è rafforzata. Da qui la spinta a valorizzare figure come Zaia, considerate in grado di parlare sia agli elettori storici sia a quelli più nuovi.

Salvini osserva, il partito aspetta

In questo quadro, la posizione di Matteo Salvini resta decisiva. Il segretario federale segue con attenzione le mosse dei governatori e dei dirigenti del Nord. Fonti vicine alla segreteria dicono che Salvini non ha ancora preso una decisione definitiva sulla proposta di Zaia come vicesegretario. “È tutto ancora aperto”, ammette un parlamentare di lungo corso della Lega.

Il prossimo consiglio federale, previsto a fine novembre a Milano, potrebbe essere il momento per sciogliere i nodi. Intanto, tra i militanti cresce l’attesa. “Serve chiarezza”, ripetono in molti nelle sezioni di Lombardia e Veneto. La sensazione è che la Lega sia a un bivio: rilanciare la sua anima nordista o rischiare di perdere spazio proprio lì dove è nata.

La partita è aperta

Per ora non c’è ancora una decisione ufficiale. Ma la pressione dalle regioni è sempre più forte. E il nome di Luca Zaia – governatore pragmatico e molto popolare – continua a circolare con insistenza nei corridoi della politica padana. Solo nelle prossime settimane si capirà se la Lega riuscirà a trovare una via d’uscita o se le tensioni interne prevarranno ancora una volta.

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