Roma, 12 novembre 2025 – La Chiesa cattolica non fa sconti: “Non tolleriamo l’antisemitismo e lo combattiamo”. Lo ha ribadito oggi papa Leone XIV, durante un incontro riservato in Vaticano, tornando a parlare del dialogo tra cattolici ed ebrei in un momento segnato dalle tensioni internazionali, soprattutto dalla guerra a Gaza. “In questo periodo ci sono stati anche malintesi, difficoltà e conflitti”, ha ammesso il Pontefice, lasciando intendere come la crisi mediorientale abbia pesato sui rapporti tra le due religioni. Eppure, ha sottolineato, “questo non ha mai fermato il dialogo”.
Gaza e il dialogo sotto pressione
Le parole di Leone XIV arrivano in un momento delicato. La guerra tra Israele e Hamas, scoppiata nell’ottobre 2023, ha riacceso tensioni e paure ben oltre il Medio Oriente. Qui in Europa, e in Italia, si sono visti episodi di antisemitismo e manifestazioni che hanno coinvolto le comunità ebraiche e cattoliche. Il Papa non ha fatto nomi, ma il riferimento alla situazione di Gaza era chiaro a tutti. “Le ingiustizie e le tensioni politiche non devono allontanare ebrei e cattolici dall’amicizia”, ha detto.
L’incontro, secondo fonti vaticane, si è svolto poco dopo le 10.30 nella Sala Clementina. C’erano rappresentanti della comunità ebraica romana, come Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, e il rabbino capo Riccardo Di Segni. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte loro, ma fonti interne parlano di un “clima cordiale” e di “preoccupazione condivisa” per l’aumento della violenza a Gaza.
La Chiesa e l’antisemitismo: una linea chiara
“La Chiesa non tollera l’antisemitismo”, ha detto Leone XIV, riprendendo un messaggio già chiaro da tempo. Già nel 1965, con la dichiarazione Nostra Aetate, il Vaticano si era allontanato da ogni forma di odio verso gli ebrei. Ma negli ultimi mesi, con la crescita degli episodi antisemiti in Europa, la Santa Sede ha alzato la voce. I dati dell’Osservatorio sull’Antisemitismo della Fondazione CDEC parlano chiaro: solo in Italia, nel 2024, sono stati segnalati più di 200 episodi, tra insulti online e atti vandalici.
Il Papa ha ricordato che “il dialogo non si ferma nemmeno nei momenti più duri”. Un messaggio diretto sia ai cattolici sia alle autorità ebraiche. “Solo insieme si possono superare i pregiudizi”, ha aggiunto, citando Giovanni Paolo II: “Siamo fratelli nella fede di Abramo”.
Le reazioni dalle comunità religiose
Le parole del Pontefice hanno trovato eco in diversi ambienti. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha commentato: “Le parole del Papa sono un segnale importante, soprattutto quando cresce il rischio di isolamento”. Anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, ha ribadito che “la Chiesa italiana è in prima linea contro ogni forma di antisemitismo”.
Nel pomeriggio, davanti al Tempio Maggiore di Roma, una cinquantina di persone si sono ritrovate per una preghiera silenziosa. C’erano giovani universitari e rappresentanti di associazioni cattoliche. “Non possiamo lasciare che la guerra divida chi vive fianco a fianco nelle nostre città”, ha detto una studentessa della Sapienza.
Dialogo e amicizia, oltre le divisioni
Il discorso di Leone XIV si inserisce in una tradizione di apertura verso il mondo ebraico. Ma la situazione attuale porta con sé nuove sfide. “Le tensioni politiche non devono spezzare l’amicizia”, ha ripetuto il Papa, quasi a mettere in guardia da chiusure e sospetti reciproci.
Da fonti vaticane arriva la preoccupazione che i contrasti internazionali possano riflettersi anche nei rapporti di tutti i giorni tra le comunità religiose italiane. Ecco perché il richiamo all’amicizia ha un peso concreto. “Non basta condannare l’antisemitismo – ha confidato un monsignore vicino al dossier – serve creare occasioni vere di incontro”.
Guardando avanti
Il prossimo appuntamento ufficiale tra Chiesa cattolica e comunità ebraica italiana è fissato per il 27 gennaio 2026, in occasione della Giornata della Memoria. Nel frattempo, spiegano fonti vaticane, continueranno i contatti informali per tenere d’occhio la situazione e prevenire nuovi episodi di intolleranza.
“Solo allora – ha concluso Leone XIV – potremo dire di aver fatto tutto il possibile perché il dialogo non resti solo una parola”. Un messaggio che resta dentro le mura vaticane ma che guarda alle strade di Roma e alle piazze d’Europa.