Milano, 16 novembre 2025 – La proposta di introdurre la doppia sosta obbligatoria nei Gran Premi di Formula 1 è stata messa da parte, almeno fino al 2026. Dopo settimane di discussioni tra FIA, team e altri protagonisti del mondo delle corse, l’idea – pensata per rendere le gare più imprevedibili e costringere le squadre a cambiare strategia – non partirà subito. “Continueremo a parlarne, ma non è il momento di un cambiamento così drastico già dal prossimo anno”, ha detto un portavoce della Federazione.
Perché la doppia sosta è stata fermata
Il problema principale, secondo quanto emerso, riguarda l’affidabilità delle monoposto e la complessità delle nuove regole che entreranno in vigore nel 2026. I team, già alle prese con i nuovi parametri tecnici e con budget sempre più limitati, hanno espresso dubbi netti sull’idea di una seconda sosta obbligatoria. “Non possiamo aggiungere troppi fattori di rischio in un momento di grande cambiamento”, ha spiegato un ingegnere di una scuderia di punta, lasciando intendere che aumenterebbero errori e guasti.
Il tema è stato al centro dell’ultima riunione della F1 Commission, a Ginevra lo scorso martedì. Qui, diversi rappresentanti dei team hanno sottolineato come la doppia sosta obbligatoria potrebbe mettere in difficoltà le squadre meno attrezzate dal punto di vista tecnico e logistico. “Serve un equilibrio tra spettacolo e sostenibilità sportiva”, ha ribadito Christian Horner, team principal della Red Bull, durante un incontro con i giornalisti.
Strategie in bilico: il dibattito non si chiude
L’idea della doppia sosta obbligatoria nasceva per rendere le gare più emozionanti, spesso criticate per la prevedibilità delle strategie ai box. Negli ultimi anni, la gestione delle gomme e dei pit stop è diventata quasi una scienza esatta, con poche sorprese e rischi ridotti al minimo. Ma la maggior parte dei team ha scelto di rimandare ogni decisione. “Non è il momento giusto”, ha ammesso Toto Wolff della Mercedes, sottolineando che “con i nuovi regolamenti in arrivo serve stabilità”.
Non tutti però si sono detti contrari a prescindere. Alcuni piloti, come Lando Norris e Charles Leclerc, hanno lasciato intendere che un cambiamento nelle strategie potrebbe rendere le corse più interessanti per il pubblico. “A volte ci vorrebbe un po’ più di imprevedibilità”, ha detto Leclerc a Sky Sport F1 dopo il Gran Premio del Brasile.
Cosa succederà adesso: il confronto continua
La questione non è chiusa. La FIA ha confermato che il tema tornerà sul tavolo nei prossimi mesi, con l’obiettivo di trovare un compromesso tra esigenze sportive e spettacolo televisivo. “Stiamo raccogliendo dati e ascoltando tutti”, ha spiegato Nikolas Tombazis, responsabile tecnico della Federazione. Secondo alcune voci dal paddock di Interlagos, non è escluso che si possa arrivare a una soluzione di compromesso: magari la doppia sosta obbligatoria solo su certi circuiti o in particolari condizioni.
Nel frattempo, i team guardano alle sfide più immediate. Il calendario 2026 porterà una vera rivoluzione tecnica – dalle nuove power unit ai cambiamenti aerodinamici – che richiederà mesi di lavoro e test. “Abbiamo bisogno di certezze per pianificare lo sviluppo delle vetture”, ha spiegato Andrea Stella della McLaren. Solo allora, forse, si potrà tornare a parlare di regole più audaci.
Nel paddock si respira prudenza
L’atmosfera nel paddock è di cautela. Molti addetti ai lavori hanno accolto con sollievo la decisione di rinviare la doppia sosta obbligatoria. “Meglio evitare forzature adesso”, ha commentato un meccanico Ferrari mentre smontava il box dopo le prove libere ad Abu Dhabi. Altri, invece, sono curiosi di vedere come evolverà la discussione nei mesi a venire.
Per ora, quindi, la Formula 1 continuerà a giocarsi tra strategie consolidate e colpi di scena dettati dal caso. Ma il confronto resta aperto: la ricerca del giusto equilibrio tra spettacolo e competizione sportiva non si ferma qui.