Steve McCurry a Trieste: la mostra imperdibile sulle culture del mondo al Salone degli Incanti

Silvana Lopez

1 Dicembre 2025

Trieste, 1 dicembre 2025 – Il Salone degli Incanti ha riaperto le sue porte il 15 novembre, trasformandosi fino al 4 maggio nel cuore di un viaggio nella storia della fotografia. Qui, la mostra “Robert Capa. Fotografie oltre la guerra” accoglie visitatori e appassionati con uno sguardo fresco e diretto sull’opera del celebre fotoreporter ungherese. L’interesse è subito esploso — lo dimostrano le lunghe code fin dal primo weekend — e in città si respira quell’atmosfera intensa tipica delle grandi occasioni culturali.

Robert Capa: una leggenda della fotografia

Al centro della mostra, allestita con cura al Salone degli Incanti affacciato sul mare di Trieste, ci sono le immagini scattate da Capa tra il 1932 e il 1954. Come ha spiegato la curatrice Claudia Migliori durante la conferenza stampa (“ci interessa il Capa uomo, non solo l’icona della guerra”), l’esposizione permette di scoprire non solo il reporter in prima linea ma anche l’osservatore attento delle vite di tutti i giorni, nei momenti di pausa e ricostruzione. Oltre 120 stampe originali, alcune rarissime in Europa, raccontano questa storia.

Si va dal famoso scatto del miliziano colpito durante la guerra civile spagnola a immagini meno note: bambini che giocano tra le rovine di Berlino nel dopoguerra, contadini nei campi francesi, scene intime dei viaggi di Capa in Giappone e Israele.

Immagini e documenti mai visti prima

L’allestimento sorprende con materiali inediti per l’Italia: lettere originali tra Capa e i colleghi dell’agenzia Magnum, appunti sparsi con annotazioni personali (“Ho visto troppe volte la fine del mondo”), passaporti e vecchie macchine fotografiche. Un’area multimediale arricchisce il percorso con filmati d’archivio dove si sente lo stesso fotografo parlare, con voce roca e accento marcato, delle sue missioni più pericolose.

“Queste foto ci fanno capire che la storia si costruisce anche sui piccoli dettagli — una mano tremante, uno sguardo perso — che Capa sapeva cogliere come pochi,” dice Luca Rossi, ventiseienne in fila all’ingresso. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare il legame tra la città e l’autore: Trieste come crocevia di culture, Capa come narratore delle fratture e dei ponti dell’Europa nel Novecento.

Trieste internazionale: numeri e reazioni

Non sono mancati i commenti delle autorità locali. “Questa mostra rafforza il ruolo di Trieste tra le capitali culturali dell’Adriatico,” ha dichiarato il sindaco Roberto Dipiazza alla serata inaugurale. I numeri finora parlano chiaro: oltre 9mila visitatori in due settimane, molti provenienti da Austria, Slovenia e Croazia.

Il pubblico si ferma a lungo davanti alle immagini più celebri ma anche alle didascalie ricche di dettagli e curiosità. Come quella dello sbarco alleato in Normandia nel ’44 o la serie dei bambini che attraversano un ponte ricostruito in Ungheria. Molti studenti — come raccontano gli insegnanti accompagnatori — hanno trovato nell’esperienza un motivo per riflettere “sulla forza delle immagini nei momenti difficili”, spiega la professoressa Paola Degrassi.

Eventi per tutti: laboratori, proiezioni e incontri

La rassegna “Robert Capa. Fotografie oltre la guerra” va oltre la mostra principale: ci sono laboratori per le scuole superiori (il prossimo è giovedì 12 dicembre alle 10), proiezioni serali di documentari al Teatro Miela e incontri con storici della fotografia. Il programma completo si trova sul sito ufficiale del Comune di Trieste. I biglietti — 12 euro intero, 8 euro ridotto per studenti e over 65 — spesso vanno esauriti soprattutto nei giorni festivi.

Capa a Trieste: uno sguardo sul Novecento

Alla fine resta forte il messaggio che arriva dalle foto esposte: uno sguardo aperto sul mondo che va oltre trincee e confini. A Trieste, città sospesa tra passato e futuro, Robert Capa non è solo memoria ma un invito — discreto ma chiaro — a non smettere mai di guardare il presente con occhi nuovi ogni volta.

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