Milano, 4 dicembre 2025 – Bruno Barbieri, lo chef emiliano conosciuto soprattutto per il ruolo di giudice a MasterChef Italia e volto di «4 Hotel», si è raccontato in una lunga chiacchierata. Ha parlato dei suoi viaggi più belli, dei posti a cui è più legato e delle mete che oggi metterebbe in cima alla lista. L’incontro, avvenuto ieri pomeriggio nella hall di un albergo nel cuore di Milano, si è presto trasformato in un susseguirsi di aneddoti, ricordi e consigli nati dalla sua schiettezza da cuoco bolognese.
Viaggi indimenticabili: dall’America Latina all’Oriente
«Ci sono posti che ti rimangono dentro», ha detto Barbieri, guardando il soffitto come per richiamare alla mente quelle immagini. «Penso al mio viaggio in Perù: sono stato nella valle del Colca, a Chivay. Lì alle cinque del mattino l’aria era gelida, ma la gente sorrideva comunque». Si sente ancora l’emozione nelle sue parole. Ha poi raccontato del Brasile, «con quei mercati pieni di colori, spezie e sapori mai provati prima. Ogni angolo era una scoperta».
Tra i ricordi più cari c’è anche il Giappone. «Tokyo ti lascia senza punti di riferimento», ha confessato. «Ma solo lì ho capito cosa vuol dire rispetto vero per il cibo e per chi lo prepara». E poi la Thailandia: «Bangkok, i profumi delle erbe, il cibo di strada alle due di notte… Sono esperienze che ti segnano».
Luoghi del cuore: tornare alle radici italiane
Nonostante i tanti chilometri percorsi, Barbieri non ha dubbi su dove tornerebbe sempre: «Mi piacerebbe sempre rientrare in Emilia, a casa mia. È lì che ho imparato a cucinare guardando mia nonna». E se deve indicare una meta fuori dall’Italia? «Dico il Portogallo: Lisbona ha una luce tutta sua e la gente sa ancora vivere con calma».
Ha anche condiviso piccoli dettagli quasi banali ma preziosi: «Una volta sono entrato in una trattoria vicino Bologna quasi alle tre del pomeriggio, cucina chiusa. Eppure mi hanno fatto due tagliatelle al volo. Queste cose succedono solo da noi».
Consigli di viaggio: la voglia di scoprire è cambiata
Alla domanda su dove andrebbe oggi, Barbieri non ha esitazioni: «Vorrei visitare la Nuova Zelanda, mai stata prima d’ora. E tornare in Sudafrica: ci sono stato molto velocemente anni fa. Tra Cape Town e Johannesburg c’è un’energia tutta diversa che ora vorrei vedere con occhi nuovi».
Ha raccontato anche come sia cambiato il suo modo di viaggiare: «Prima cercavo i ristoranti stellati, ora mi interessa molto entrare nelle case della gente o assaggiare quello che mangiano i bambini quando escono da scuola. Credo sia questo il vero senso del viaggio: portare a casa nuovi sapori ma anche storie diverse».
L’anima dello chef in viaggio
Da queste parole emerge una nostalgia quasi tangibile per certi momenti vissuti all’estero. «In Perù mi hanno insegnato che un buon ceviche richiede pazienza e ascolto. In Vietnam ho imparato a mangiare con le mani oltre che a cucinare», ha confidato Barbieri quasi tra sé.
Secondo lui oggi conta lasciarsi sorprendere davvero. «Non cerco più la perfezione nei piatti ma una piccola verità nei sapori semplici. Per questo mi fermo spesso ai mercati o nelle piazzette dove cucinano le nonne. Da loro si impara sempre qualcosa».
Un viaggio sempre italiano
Al termine dell’incontro, Barbieri ha chiuso con un pensiero che riporta tutto a casa: «Viaggio per mestiere e curiosità – ha detto –, ma ogni volta che torno in Italia basta sentire il profumo della pasta fresca per sentirmi davvero a casa».
E con un sorriso leggero ha salutato: «Viaggiare serve soprattutto a capire quanto sia unico ciò che abbiamo qui». Così lo chef emiliano torna dal mondo con sapori e lezioni raccolte a migliaia di chilometri da portare sulle sue tavole italiane, sempre fedeli alle radici.