Milano, 4 dicembre 2025 – Le paure di una crisi che avevano agitato l’estate italiana tra luglio e agosto si sono, almeno in parte, smorzate dai dati ufficiali. Eppure, dai numeri appena diffusi dall’Istat e dalle principali associazioni di settore emerge un quadro chiaro: il nodo del turismo interno pesa più di quanto si pensasse. Mentre tutti guardavano alle flessioni attese nei mercati esteri come Germania e Regno Unito, a mostrare debolezza è stata soprattutto la domanda degli italiani.
Estate 2025: il turismo domestico perde terreno
Il bilancio finale racconta una stagione a due facce. Secondo l’Osservatorio Turistico Nazionale, le presenze nelle strutture ricettive da giugno a settembre sono calate dell’1,8% rispetto all’anno scorso. Un numero che può sembrare contenuto ma nasconde un dettaglio importante: a mancare sono stati soprattutto i turisti italiani. “Abbiamo registrato un calo del 5% delle presenze domestiche,” ha detto lunedì mattina a Roma Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo di ENIT. Gli stranieri hanno fatto qualche passo avanti, con una leggera crescita nelle città d’arte e nelle località lacustri, ma non basta a compensare.
Dalla Riviera romagnola al Lago di Garda, passando per Sicilia e Campania, tra albergatori e gestori di b&b la parola d’ordine è stata prudenza. “Le famiglie hanno tirato la cinghia sulle vacanze, molti hanno scelto soggiorni più brevi o le seconde case,” racconta Massimo Fabbri, che gestisce un piccolo hotel a Rimini. “Non è andata così male come si temeva, però il segnale è chiaro: si spende meno.”
Perché gli italiani hanno preferito restare a casa
Dietro questo rallentamento ci sono vari fattori. Il primo – sottolineato da Federalberghi e Confcommercio – è il caro vita. Con l’inflazione ancora sopra il 3%, i soldi in tasca agli italiani sono diminuiti. “Tra mutui, bollette e rincari al supermercato, per molti la vacanza non è stata più una priorità,” spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. A farsi sentire sono state soprattutto le prenotazioni last minute: luglio ha retto bene, mentre ad agosto i numeri sono stati più bassi del previsto.
Un altro aspetto riguarda le abitudini cambiate dopo la pandemia. Secondo l’Istat, più del 30% delle famiglie ha detto di aver scelto di restare in casa o di andare in posti raggiungibili in auto per evitare spese extra come voli o crociere. Anche chi ha fatto qualche giorno fuori porta spesso ha puntato su soluzioni più economiche come campeggi o agriturismi.
Chi ha guadagnato e chi invece soffre
Se città come Roma e Firenze hanno goduto di un buon ritorno dei turisti stranieri – soprattutto dagli Stati Uniti e dall’Asia – le località balneari preferite dagli italiani hanno invece faticato. In particolare la costa adriatica e alcune zone della Toscana hanno visto calare i fatturati. “Luglio è stato complicato,” confida Elisa Bruni, titolare di uno stabilimento a Viareggio. “Ad agosto abbiamo lavorato meglio grazie agli stranieri, ma la stagione nel complesso è stata sottotono.”
Anche le regioni del Sud come Calabria e Puglia non hanno brillato quanto sperato nel turismo domestico, secondo le analisi dell’Unioncamere. Le isole invece hanno resistito bene grazie ai turisti stranieri e alle prenotazioni fatte con largo anticipo.
Come rispondono gli operatori
In questo scenario incerto, molti operatori stanno cercando soluzioni per rilanciare il turismo interno. C’è chi punta sulle offerte last minute o pacchetti tutto incluso e chi invece scommette sulla digitalizzazione – dalle prenotazioni online dirette alle campagne sui social – per attirare nuovi clienti. “Bisogna ripensare l’offerta,” ammette Silvia Gatti di Confesercenti Toscana. “Le persone cercano flessibilità e prezzi chiari.”
Anche il governo segue con attenzione i numeri: secondo fonti del Ministero del Turismo si sta valutando un potenziamento dei voucher vacanze per le fasce più fragili della popolazione. Nulla di definitivo ancora, ma il tema resta caldo.
Il 2026 all’insegna della prudenza
Per il prossimo anno regna la cautela. Gli esperti ricordano che per far ripartire davvero il turismo interno serve prima una maggiore fiducia nella stabilità dei redditi familiari. Solo allora – spiegano – potremo vedere un ritorno ai livelli pre-pandemia. Intanto resta aperta la sfida: riuscirà l’Italia a far tornare gli italiani sulle sue spiagge e nelle sue città? La risposta arriverà con l’estate che verrà.