Carnevale in Ungheria: Tutto sul Busójárás di Mohács, la festa più colorata sul Danubio

Silvana Lopez

12 Dicembre 2025

Mohács, 12 dicembre 2025 – Sulle sponde del Danubio, nel cuore della provincia meridionale ungherese di Baranya, il piccolo centro di Mohács si prepara a cambiare volto. Qui il Carnevale non è solo una festa: è una tradizione che affonda radici profonde nella storia e nelle leggende locali. Dal 7 al 13 febbraio 2026, come annunciato dagli organizzatori, la cittadina accoglierà visitatori da tutta l’Ungheria e oltre.

La tradizione del Carnevale di Mohács

La festa si chiama “Busójárás“, nome che richiama i leggendari “Busó”: uomini mascherati che sfilano per le vie indossando pellicce di pecora e maschere di legno dal volto grottesco. Ogni anno, come raccontano gli anziani, questa parata simboleggia la cacciata dell’inverno e, in certe versioni della storia, anche quella degli invasori ottomani che occuparono la zona nel Cinquecento. Un rito con un doppio significato: storico e simbolico.

Il paese, poco meno di 18mila abitanti, diventa per una settimana il fulcro della vita culturale dell’area sud del Paese. La preparazione delle maschere – spesso fatte a mano dai residenti – inizia già a novembre, tra laboratori improvvisati e cortili domestici. “Questa festa è famiglia, ma anche la nostra identità”, dice László Gulyás, maestro artigiano e uno dei più famosi creatori di maschere del villaggio. Le sue mani segnate dal tempo lavorano il legno di salice con una precisione nata da anni di esperienza.

Busó, suoni e danze: un vortice di folklore

Durante i giorni più intensi dell’evento, il centro storico si anima con i Busó – uomini e ragazzi del posto che, tra tamburi e campanacci, si aggirano per le strade gridando cori rituali. Non mancano le donne in abiti tradizionali che offrono dolci tipici come il “fánk”, una ciambella fritta servita calda. Sotto le bandiere colorate della piazza principale (Fő tér), gruppi si alternano tra balli popolari e piccole rappresentazioni teatrali improvvisate. I turisti osservano incuriositi; molti cercano uno scatto dei Busó più appariscenti.

Secondo i dati del municipio, lo scorso anno sono arrivati oltre 40mila visitatori: un flusso che ha coinvolto anche molte scolaresche da Budapest, Szeged e Pécs. “C’è chi torna ogni anno solo per la parata – racconta Anna Kovács, titolare di una pensione locale – ormai è un appuntamento fisso per tanti”.

Riti antichi e gesti moderni

Nonostante l’impronta tradizionale forte, il Carnevale di Mohács si adatta ai tempi. Negli ultimi anni sono state introdotte misure di sicurezza e percorsi accessibili per chi ha difficoltà motorie; piccoli dettagli che fanno la differenza soprattutto per i turisti stranieri sempre più numerosi grazie alle collaborazioni con agenzie turistiche austriache e croate.

Il momento più atteso è la notte tra martedì grasso e mercoledì delle Ceneri, quando un grande falò viene acceso sulla riva del Danubio: qui i Busó danzano attorno alle fiamme fino a tarda sera in un rito collettivo che segna simbolicamente la fine dell’inverno. “Solo allora – dice sorridendo un giovane partecipante, Péter Szabó – sentiamo davvero arrivare la primavera”.

Impatto economico e ricadute sociali

Per molti commercianti locali il Carnevale è la fonte principale di guadagno dell’anno. Gli hotel fanno il pieno già settimane prima; ristoranti preparano menù speciali con piatti tipici magiari: paprika, goulash, pesce fresco del Danubio. Secondo uno studio dell’università di Pécs del 2024, l’evento muove circa 2 milioni di euro.

Le autorità sottolineano anche il valore sociale della manifestazione. Il sindaco István Császár spiega come “il Busójárás sia un momento per rafforzare i legami tra generazioni”, coinvolgendo scuole, associazioni culturali e gli anziani custodi delle tecniche artigianali antiche.

Tra folklore e futuro: la sfida della modernità

Negli ultimi anni l’interesse per il Carnevale ha superato i confini nazionali: nel 2009 l’UNESCO ha inserito il Busójárás nel patrimonio immateriale dell’umanità. Un riconoscimento accolto qui con orgoglio ma anche con responsabilità: “Non vogliamo perdere lo spirito originale – dice il presidente della Pro Loco locale – ma sappiamo che bisogna sapersi adattare ai tempi”.

Così Mohács si prepara ancora una volta ad accogliere visitatori sotto pioggia o sole poco importa: saranno i Busó a segnare come sempre l’arrivo della primavera sulle rive del grande fiume. E molti abitanti confessano quasi sottovoce nei caffè del centro che senza questa festa il calendario sembrerebbe incompleto.

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