I 9 migliori luoghi per immersioni e snorkeling nel Mar Rosso in Egitto: guida completa

Luca Mangano

26 Dicembre 2025

Sharm el-Sheikh, 26 dicembre 2025 – Dietro l’immagine arida dei deserti egiziani, lungo le coste del Mar Rosso e nelle acque del Golfo di Aqaba, si nasconde un mondo vibrante che sfugge agli occhi di chi resta sulla terraferma. Qui, sotto la superficie, i sistemi corallini mostrano una vitalità sorprendente, mentre il sole infuoca il deserto e il vento modella le dune lontane.

I tesori sommersi del Mar Rosso

Quella che sembra una distesa di sabbia quasi vuota cambia completamente non appena si immerge lo sguardo nelle acque: migliaia di pesci colorati, crostacei e molluschi animano le barriere coralline del Sinai, dando vita a uno degli ecosistemi più ricchi e vari al mondo. Secondo dati dell’Università del Cairo, pubblicati su “Marine Ecology”, il Mar Rosso ospita oltre 1.200 specie di pesci, molte delle quali si trovano solo qui. Ahmed El-Gendy, biologo locale, racconta: “La biodiversità marina qui non ha paragoni né nel Mediterraneo né nelle coste vicine. Ci sono specie uniche”.

Un ecosistema sotto pressione

Ma questa ricchezza è tutto fuorché scontata. Da anni, il cambiamento climatico e l’aumento del turismo mettono a dura prova le barriere coralline egiziane. Secondo il Red Sea Environmental Center, la temperatura media dell’acqua è salita di quasi un grado e mezzo nell’ultimo decennio. E le conseguenze si vedono: “Alcune zone di corallo hanno subito sbiancamenti,” spiega Fatma Hassan, responsabile del monitoraggio. Tuttavia, aggiunge, “il Golfo di Aqaba sembra più resistente rispetto ad altre aree”.

Qui, dove l’acqua è più profonda e le correnti più fresche, i coralli resistono meglio allo stress termico. È un caso studiato da biologi marini e climatologi: l’università di Eilat, in Israele, ha confermato nel 2024 che queste barriere hanno una resistenza alle alte temperature fuori dal comune. Una vera risorsa per chi studia la resilienza dei coralli nel mondo.

Tra turismo e conservazione

Il turismo subacqueo è una delle principali fonti di guadagno per posti come Sharm el-Sheikh e Hurghada. Ogni anno – dicono dall’agenzia egiziana del turismo – più di un milione di appassionati arriva qui per immersioni o snorkeling. “Il rischio,” ammette il direttore delle guide subacquee locali, “è che troppa pressione possa rovinare l’equilibrio dell’habitat”. Per questo dal 2022 sono aumentati i controlli sugli accessi alle aree protette e sono stati fissati limiti giornalieri ai visitatori.

Non sempre però le regole vengono rispettate. Rifiuti plastici e ancore piazzate a casaccio rimangono problemi aperti. I volontari delle associazioni locali spesso raccolgono reti abbandonate o bottiglie nelle zone meno frequentate, cercando di limitare i danni causati dalla poca attenzione.

La speranza nelle nuove generazioni

A Dahab, un villaggio sulla costa, appena spunta l’alba un gruppo di ragazzi si immerge ogni settimana per controllare la salute dei coralli. Hanno tra i 16 e i 24 anni; molti sono figli di pescatori o albergatori della zona. “Non possiamo permetterci di perdere tutto questo,” dice Ahmed Salah, studente al terzo anno di biologia marina. “Se i coralli muoiono salta anche il lavoro della mia famiglia”.

Da qualche mese c’è un progetto pilota del Ministero dell’Ambiente egiziano: giovani operatori ambientali e guide subacquee stanno seguendo corsi su come gestire meglio le barriere senza danneggiarle troppo. L’obiettivo è chiaro: ridurre l’impatto umano e salvare questi habitat per il futuro.

Scienza e tutela: una partita aperta

Gli scienziati restano in allerta: qualche segnale positivo si vede in alcune aree ma altrove ci sono campanelli d’allarme forti. Gli ultimi rapporti del National Oceanography Centre britannico invitano alla cautela. Non basta sperare che le specie locali si adattino; serve – hanno ribadito gli esperti a Sharm el-Sheikh lo scorso ottobre – un impegno continuo per tenere sotto controllo inquinamento e turismo.

Mentre il sole cala sulle spiagge del Sinai e le ombre si allungano sui villaggi costieri resta aperta una sfida grande: proteggere la ricchezza nascosta sotto le acque del deserto egiziano. Una sfida che riguarda non solo chi vive qui ma chiunque tenga al futuro del Mar Rosso e ai suoi straordinari ecosistemi sommersi.

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