Eredità McCain in crisi: Eleanor chiede 725 milioni per uscire dal gigante delle patatine fritte

Silvana Lopez

31 Dicembre 2025

Milano, 31 dicembre 2025 – Eleanor McCain, 56 anni, erede di punta della storica azienda canadese McCain Foods, ha annunciato nelle ultime ore l’intenzione di vendere la sua quota societaria per circa 725 milioni di dollari. La notizia è arrivata tramite un comunicato diffuso dalla stessa imprenditrice, che motiva la scelta come un passo necessario per dedicarsi a tempo pieno ad attività filantropiche. La conferma è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri anche dal consiglio d’amministrazione dell’azienda. Un’operazione che tocca da vicino la catena di approvvigionamento di grandi gruppi internazionali, a cominciare dal colosso americano McDonald’s.

La svolta dell’erede canadese

Secondo fonti interne, Eleanor McCain – figlia di uno dei fondatori del gruppo specializzato nella produzione di patatine surgelate – ha espresso chiaramente la volontà di “lasciare spazio alle nuove generazioni e impegnarsi in prima persona in progetti con un impatto sociale”. Il gruppo, nato nel 1957 a Florenceville, nel New Brunswick, oggi porta i suoi prodotti in oltre 160 paesi e dà lavoro a più di 20mila persone. McCain Foods è uno dei protagonisti assoluti nella fornitura globale di patatine surgelate, rifornendo catene come McDonald’s, Burger King e altri nomi famosi.

La quota di Eleanor – secondo quanto riferito dalla stampa canadese – è stata valutata intorno ai 725 milioni, frutto di una lunga trattativa interna alla famiglia. Una cifra che riflette non solo i profitti ma anche la posizione dominante dell’azienda nel mercato mondiale. Non sono stati comunicati dettagli precisi sui tempi della vendita, ma pare che l’accordo sia ormai agli sgoccioli.

Cosa cambia per l’azienda e la filiera globale

Non ci saranno effetti sulle operazioni quotidiane, né sulle forniture o sull’occupazione”, ha detto un portavoce di McCain Foods contattato telefonicamente nella sede centrale a Toronto. L’azienda – che in Italia conta diversi stabilimenti tra Lombardia e Veneto – assicura che le partnership commerciali “rimarranno solide e invariate anche dopo il cambio nelle quote”.

L’annuncio ha attirato l’attenzione degli investitori internazionali. François Gauthier, analista del settore alimentare per RBC Capital Markets, commenta: “Questa mossa potrebbe spingere altri membri della famiglia McCain a rivedere le proprie posizioni societarie”. Gauthier sottolinea inoltre come la continuità del business sia garantita da una dirigenza stabile e da strategie condivise con i principali clienti, tra cui proprio McDonald’s.

Le ragioni personali e il futuro nella beneficenza

Nel comunicato diffuso ieri, Eleanor parla chiaro: “Ho sentito il bisogno di dedicarmi a qualcosa che vada oltre l’impresa familiare. Negli ultimi anni ho capito quanto sia importante restituire parte di ciò che ho ricevuto”. La manager – attiva da tempo in iniziative umanitarie per l’istruzione femminile in Africa e la lotta contro la povertà infantile nel Nord America – avrebbe già iniziato a collaborare con diverse organizzazioni no profit internazionali.

Chi le sta vicino parla di una “scelta maturata con calma” e ricorda come Eleanor non abbia mai nascosto le sue passioni lontano dal business. “Il lavoro nel sociale per lei è sempre stato più che un semplice hobby”, confida una collaboratrice anonima.

Le reazioni tra partner commerciali e famiglia

La notizia ha ricevuto commenti anche dai principali partner europei di McCain Foods. In Italia, Federalimentare precisa che “la continuità delle forniture non sarà toccata: si tratta solo di un cambiamento interno alla compagine azionaria”. Simili rassicurazioni arrivano dalla sede londinese di McDonald’s, dove si definisce McCain “un fornitore affidabile, con o senza Eleanor”.

In famiglia invece il clima è più teso. Alcuni parenti – riportano i media canadesi – avrebbero espresso dubbi sulla scelta dell’erede. Ma nessuno mette in discussione il suo diritto a seguire un percorso personale: “Se ha deciso così, è giusto che dedichi tempo a ciò che sente importante”, avrebbe detto uno dei cugini durante una riunione informale.

Un futuro ancora da scrivere

La partita resta aperta fino all’annuncio ufficiale dell’accordo finale, previsto nelle prossime settimane. Nel frattempo, a Florenceville e negli altri stabilimenti McCain si continua a lavorare come sempre: produzione regolare, camion carichi in partenza all’alba e telefoni sempre accesi negli uffici commerciali. Solo allora si potrà capire davvero quale sarà l’impatto dell’uscita della manager canadese sul percorso globale delle patatine fritte.

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