Alla scoperta del Lago Titicaca: viaggio tra i discendenti degli Uros e la cultura autentica del Perù

Silvana Lopez

18 Dicembre 2025

Lima, 18 dicembre 2025 – In Perù, oggi, lontano dalle solite rotte turistiche che intasano la capitale e le strade verso Cuzco, cresce il numero di viaggiatori in cerca di qualcosa di diverso: un incontro vero con il popolo peruviano e la sua cultura. A lanciarlo sono le agenzie locali, che negli ultimi mesi hanno registrato un aumento dell’interesse per esperienze meno scontate, soprattutto nei piccoli villaggi delle Ande e lungo le coste nord del Paese.

Un viaggio lontano dai soliti cliché

Chi si spinge tra le stradine di Ayacucho o si perde nei vicoli polverosi di Trujillo lo racconta con parole semplici: “Non è solo una questione di paesaggi”, dice ieri Maria De Santis, 29 anni, torinese, in giro da tre settimane nella sierra peruviana. “Qui incontri volti, mani, gesti che ti restano dentro”. Da Lima si parte all’alba in autobus – il traffico sulla Panamericana sorprende ancora chi non è preparato – per poi fermarsi nei mercati dei villaggi, tra bancarelle piene di mais e stoffe fatte a mano.

Il Perù che si scopre così vive nei piccoli dettagli: la voce roca delle donne Quechua, il ritmo lento dei venditori ambulanti a Chachapoyas, il profumo del choclo arrostito che ti accompagna ad ogni tappa. Lontano dalle folle dirette a Machu Picchu emerge una vita quotidiana quasi intatta. Secondo i dati del Ministero del Turismo peruviano, nel 2025 le visite nelle zone rurali sono aumentate del 14% rispetto all’anno scorso. Un trend trainato anche dalla promozione delle cosiddette “esperienze partecipative”: soggiorni nelle comunità indigene, corsi di cucina locale e laboratori artigianali.

Il valore dell’incontro vero

Vicino a Puno, sulle rive del Lago Titicaca, le comunità Uros hanno aperto le porte di casa ai visitatori. “Il turismo qui è diverso”, spiega Juana Mamani, 42 anni, tessitrice. “Ci aiuta a tenere vive le tradizioni. E i turisti capiscono come viviamo davvero”. Lo conferma Francesca Colombo da Milano, in viaggio con la famiglia: “Mia figlia ha imparato a filare la lana con una donna del posto. È un ricordo che non dimenticherà mai”.

Questa voglia di autenticità non riguarda solo i villaggi. A Lima, il quartiere Barranco ospita da mesi festival di arte urbana e laboratori collettivi di ceramica spesso aperti ai turisti senza costi extra. Qui l’atmosfera cambia: meno folklore da cartolina, più desiderio di mescolanza. Il fotografo peruviano Mario Del Solar racconta: “I viaggiatori sono attratti dai murales tanto quanto dalla cucina criolla. Vogliono parlare con gli artisti, capire cosa li spinge”.

Cultura viva tra riti e sapori

Gli esperti non sono sorpresi da questo rinnovato interesse. Secondo Jorge Cordero, direttore del Centro Studi Andini di Arequipa, “la pandemia ha cambiato il modo di vedere il viaggio: ora si cerca l’incontro umano più che lo scatto perfetto”. E non è teoria: al recente festival della “Pachamama”, ad agosto, più di 7mila visitatori stranieri hanno riempito i villaggi della Valle Sacra.

Anche la cucina gioca un ruolo chiave in questa riscoperta del Perù ‘di tutti i giorni’. Nelle cucine delle famiglie locali si assaggiano piatti difficili da trovare nei menu internazionali: il caldo de gallina preparato all’alba, l’ají de habas servito nelle case di Huancayo o la chicha morada fatta fermentare nelle botti di legno. I prezzi? Piatti semplici a meno di 3 euro nei mercati interni; nelle zone turistiche si arriva facilmente a 12-15 euro per un pasto completo.

Verso un turismo più consapevole

Gli operatori locali – come l’agenzia Amanecer Andino o il gruppo Huellas del Inca – raccontano che la domanda cresce soprattutto tra italiani e francesi tra i 30 e i 50 anni. “Chiedono esperienze vere”, ammette José Valencia, guida a Cajamarca. “Non vogliono solo vedere; vogliono capire”.

Chi arriva oggi in Perù – da Milano o Roma con voli diretti LATAM e Iberia che atterrano tra le 6 e le 8 del mattino a Lima – trova un Paese che invita a guardare oltre i luoghi comuni, lasciandosi sorprendere dalla normalità di un incontro magari su una panca sgangherata davanti a un piatto fumante.

In fondo, come recita una scritta sbiadita sul muro vicino al mercato centrale di Huaraz: “Quien viene al Perú no se va igual” – chi arriva in Perù non torna più lo stesso. Ed è forse questo il vero segreto dietro il nuovo viaggio andino.

Change privacy settings
×