Atrani, il Comune più piccolo d’Italia che incanta la stampa estera con la sua bellezza pittoresca

Simona Carlini

15 Dicembre 2025

Atrani, 15 dicembre 2025 – Nel cuore della Costiera Amalfitana, nascosto nella provincia di Salerno, il piccolo Comune di Atrani ha catturato l’attenzione della stampa estera nelle ultime settimane. Diverse testate di Francia, Germania e Regno Unito lo indicano come il Comune più piccolo d’Italia, ma anche tra i più suggestivi. Un caso? Forse, ma solo in parte. Dietro quei pochi metri quadrati – appena 0,12 km² e poco più di 800 abitanti – si cela una storia lunga secoli.

Atrani, dove roccia e mare si incontrano

Atrani è a meno di un chilometro da Amalfi, dove la valle del Dragone si apre sul Tirreno. Il fiume che le dà il nome ha scavato la conformazione del luogo: vicoli stretti, archi bassi e case bianche e gialle che sembrano sovrapporsi una sull’altra in un equilibrio precario, ma reale. Il sindaco Luciano De Rosa Laderchi lo spiega così: “Siamo piccoli, ma resistiamo. Atrani non cambia mai troppo in fretta; la nostra dimensione è anche la nostra forza”. Però non sono solo i numeri a spiegare l’interesse internazionale.

Perché Atrani affascina la stampa estera

Quello che colpisce i giornalisti stranieri, racconta il settimanale francese Le Point, è proprio questa capacità di restare intatto nel tempo. “Atrani sembra sospeso fuori dal tempo”, dice alla BBC il fotografo Oliver Hunt, arrivato sul posto a ottobre. Anche il Süddeutsche Zeitung sottolinea come la vita qui scorra ancora tra i bar della piccola piazza Umberto I o nella chiesa di San Salvatore de Birecto, dove si celebrano matrimoni e messe per pochi abitanti.

La cosa che fa davvero notizia in Europa è la densità: quasi settemila abitanti per chilometro quadrato. Cifre da metropoli, eppure tutto qui resta raccolto e silenzioso fuori stagione. Solo in luglio e agosto arriva il via vai dei turisti che cambia il ritmo: le sere si allungano e dai tavolini sul lungomare salgono chiacchiere e rumori.

Piccoli gesti che raccontano una vita

Alle sette del mattino, spiega il panettiere Giovanni Apicella, “sento sempre gli stessi passi sotto casa”. I gesti sono quasi una routine: un caffè da Pansa – che resiste nonostante le difficoltà –, poi il giornalaio apre mezz’ora dopo in inverno. Nessuna fretta. Per strada anziani con le borse della spesa camminano lentamente, i ragazzini giocano vicino alla fontana; tutto sembra fermo e insieme pieno di vita.

Nel porto alcune barche restano ferme per mesi. Il pescatore Michele Ruocco confida: “A dicembre si esce solo con mare calmo. Altrimenti meglio aspettare”. Dettagli semplici che i cronisti stranieri hanno raccolto senza filtri: qui la vita procede togliendo piuttosto che aggiungendo, senza grandi eventi.

Turismo sì, ma con misura

Nonostante l’onda mediatica internazionale, Atrani non vuole cedere al turismo di massa. La sindaca ricorda spesso l’importanza di “proteggere la nostra identità senza snaturarci”. Gli accessi sono limitati proprio dalla natura piccola del paese: pochi parcheggi, strade strette che tengono lontani i pullman turistici. E i prezzi – un espresso costa poco più che a Salerno città – restano bassi rispetto ad altre località della Costiera.

E se online viene definita “perla nascosta”, qui nessuno si monta la testa. Anzi: c’è più d’uno preoccupato per l’equilibrio fragile del borgo. “Un centinaio di persone in più? Non ce la faremmo”, scherza una commerciante in piazza. L’ultima vera invasione? Una troupe giapponese in primavera attratta dalla chiesa con le porte bronzee dell’XI secolo.

La sfida quotidiana dei piccoli Comuni

Il tema della sopravvivenza dei piccoli Comuni resta centrale per chi amministra queste terre. I rischi non mancano: spopolamento, affitti alti causati dai B&B, fragilità del territorio esposto alle frane. Ma Atrani resiste. “Qui ci conosciamo tutti per nome”, ripete don Angelo, parroco da vent’anni.

La presenza costante dei media esteri non ha cambiato quel velo di diffidenza verso chi passa solo per scattare qualche foto. Però qualcosa sta cambiando davvero: alcuni giovani tornati da Londra o Milano hanno aperto botteghe artigiane nuove; la scuola elementare ha tre iscritti in più quest’anno. Piccoli segnali, niente altro.

Tra memoria e speranza

Insomma – oggi come cento anni fa – Atrani resta un posto dove il tempo sembra rallentare davvero. Il clamore fuori passerà, assicurano gli anziani seduti all’ombra del municipio. Ma rimangono i ritmi antichi e le storie raccontate all’imbrunire sulla spiaggia corta: qui tutto è piccolo, anche le ambizioni. E forse proprio per questo continua a farsi notare ben oltre i suoi confini.

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