Bologna, 2 dicembre 2025 – Bologna si fa largo tra le città più ciclabili al mondo. È l’unica italiana a spiccare nella nuova classifica globale pubblicata oggi dalla danese Copenhagenize Design Company. Il riconoscimento arriva in un momento in cui la questione della mobilità sostenibile è al centro del dibattito, sia a livello locale sia nazionale, e racconta la trasformazione concreta che ha attraversato il capoluogo emiliano negli ultimi anni. Nella graduatoria, che valuta accessibilità, sicurezza e infrastrutture per le biciclette, Bologna si piazza al 15° posto nel 2025, insieme a città come Amsterdam, Copenaghen e Monaco di Baviera.
La svolta della mobilità a Bologna
Sono soprattutto le piste ciclabili, nate con forza dal 2020 in poi, a cambiare il volto di Bologna. In meno di cinque anni sono stati realizzati oltre 150 chilometri di percorsi dedicati, distribuiti dal centro storico fino alle periferie: da via Stalingrado a viale Aldini, passando per la recente bretella di via Emilia Levante, questi sono solo alcuni dei principali assi. Il progetto “Bicipolitana” – chiamato così proprio per sottolineare la capillarità della rete – oggi collega stazioni ferroviarie, scuole e poli universitari.
I dati del Comune, raccolti nel 2024 dall’Osservatorio Mobilità Sostenibile, mostrano che gli spostamenti quotidiani in bicicletta hanno superato quota 100mila. Un numero che ha sorpreso anche chi segue il settore da tempo: “Abbiamo investito molto sulla cultura della bici – dice Andrea Colombo, assessore comunale alla Mobilità – ma è stata la risposta dei cittadini a fare davvero la differenza. In centro è cambiato tutto: meno auto, più bici e aria più pulita”.
Sicurezza e incentivi: così Bologna è diventata un modello
Non solo infrastrutture: Bologna ha puntato forte anche sulla sicurezza. Negli ultimi tre anni sono stati installati 180 nuovi attraversamenti rialzati e zone con limite a 30 km/h su oltre 70 strade comunali. Le rastrelliere, spesso criticate per furti e danneggiamenti, sono state rivisitate: al parcheggio della Stazione Centrale ci sono ora più di 300 postazioni sotto videosorveglianza.
“Adesso ci sentiamo più tranquilli a lasciare la bici fuori da scuola”, racconta Matteo, 43 anni e padre di due figli che ogni mattina pedala lungo via San Donato. “Prima era impensabile. Ora fa parte della nostra routine”. Anche gli incentivi hanno fatto la loro parte: negli ultimi bandi comunali sono stati erogati bonus fino a 500 euro per comprare biciclette e cargo bike elettriche.
Un esempio italiano tra le grandi capitali europee
La presenza di Bologna nella classifica Copenhagenize ha fatto rumore tra amministratori e urbanisti italiani. Mai prima d’ora una città italiana era riuscita ad entrare stabilmente nella top 20. Milano e Torino restano distanti in classifica. “È un segnale importante che dobbiamo saper cogliere”, commenta Silvia Zanella, presidente dell’Associazione Nazionale Città Ciclabili. “Serve un cambio di passo anche altrove”.
Il rapporto danese sottolinea il mix vincente tra infrastrutture moderne e politiche integrate: le ciclabili bolognesi sono pensate come vere arterie urbane. Tra i punti di forza si evidenziano la densità delle piste (1,6 km ogni mille abitanti), la continuità dei percorsi e l’accessibilità anche per chi ha disabilità.
Limiti e sfide ancora aperte
Non è però tutto roseo. L’associazione “Salvaiciclisti” segnala ancora problemi nei quartieri est e nella zona fiera: la rete rimane frammentata e mancano collegamenti sicuri per chi arriva da fuori città. Anche i furti preoccupano ancora: secondo la Questura nel 2024 si sono contate oltre 2.300 denunce per biciclette rubate.
“In certi punti servirebbe più illuminazione”, osserva Francesca, studentessa universitaria che si sposta tutti i giorni tra via Zamboni e Porta Mascarella. “Dopo una certa ora non ci si sente proprio sicuri”.
Mobilità ciclabile, una tendenza che cresce
La classifica Copenhagenize riflette una realtà europea dove sempre più si guarda alla bicicletta come soluzione concreta ai problemi del traffico e dell’inquinamento nelle città. In Olanda o Danimarca i numeri parlano chiaro: ad Amsterdam il 45% degli spostamenti avviene su due ruote; a Bologna siamo intorno al 17%, ma con un trend in crescita dal 2021.
Il sindaco Matteo Lepore ha commentato stamattina: “Non vogliamo fermarci qui. Stiamo lavorando a nuovi itinerari verso Casalecchio e Granarolo. Vogliamo una Bologna sempre più accessibile”. Nel frattempo, alle otto del mattino in Piazza Maggiore nei punti di bike sharing i posti liberi ormai si contano sulle dita di una mano.
Così Bologna entra davvero nel novero delle capitali della mobilità dolce. Con numeri concreti e una trasformazione visibile ogni giorno sulle strade del centro e delle periferie della città.