Colorado festeggia 100 anni di National Park Service con avventure uniche nei suoi quattro parchi nazionali

Silvana Lopez

18 Dicembre 2025

Denver, 18 dicembre 2025 – Il 2016 ha segnato il centenario del National Park Service, l’ente federale che da cento anni si occupa di gestire e proteggere più di quattrocento parchi nazionali, monumenti e aree protette negli Stati Uniti. Proprio in quell’anno, nel cuore del Paese, milioni di visitatori – famiglie, studenti, anziani – hanno invaso i sentieri, dalle dune più alte del territorio fino ai canyon scolpiti dall’azione lenta dei fiumi. Una festa durata mesi, fatta di eventi aperti a tutti, iniziative educative e programmi di volontariato, con la promessa chiara di salvaguardare questo tesoro per chi verrà dopo di noi.

Un secolo tra canyon, deserti e ghiacciai

Il National Park Service (NPS) nacque il 25 agosto 1916 sotto la presidenza Wilson. Da allora ha mantenuto lo stesso obiettivo: custodire i tesori naturali e culturali americani. “Non si tratta solo di Yellowstone o Yosemite”, spiegava nel 2016 l’allora direttrice Sue Masica, “ma anche di siti storici, riserve marine e sentieri panoramici che raccontano la storia degli Stati Uniti”. In cento anni il sistema dei parchi è cresciuto fino a includere 418 aree in tutti gli Stati.

Chi si trova in Colorado, magari lungo le strade polverose di Alamosa, può raggiungere le Great Sand Dunes, dove si ergono colline di sabbia alte quasi 230 metri. Ogni estate qui migliaia di persone provano un’esperienza insolita per la zona: il sandboard. Ma non finisce qui: la pesca nei canyon del Black Canyon of the Gunnison, uno dei più profondi dell’emisfero occidentale, attira appassionati da tutto il mondo. “L’atmosfera è unica”, raccontava un ranger nel 2016, “l’acqua scorre fragorosa sul fondo delle gole mentre sopra senti solo il vento”.

Turismo in crescita e sfide ambientali

Durante il centenario è emerso un dato chiaro: il turismo nei parchi nazionali è aumentato. Nel 2016 si sono superati i 330 milioni di ingressi, secondo le cifre ufficiali. Solo nello Utah, lo Zion National Park ha ospitato quasi quattro milioni di visitatori. Ma dietro alla festa c’erano anche preoccupazioni. Il direttore dell’epoca, Jonathan Jarvis, confessava: “La pressione sulle risorse naturali cresce ogni anno. Gestire un flusso così grande senza danneggiare gli ecosistemi è una vera sfida”.

Il tema ambientale resta al centro dell’attenzione: incendi più frequenti, siccità e gli effetti del cambiamento climatico mettono il National Park Service davanti a decisioni difficili. Gli esperti del Dipartimento degli Interni hanno sottolineato che “proteggere gli habitat e la biodiversità deve restare una priorità”. Non è solo una questione locale: questi parchi sono diventati simboli mondiali della battaglia per la conservazione.

Esperienze tra natura e cultura

In molti parchi – dal Grand Canyon all’Acadia – il centenario ha dato impulso a nuove proposte culturali e didattiche. Programmi come “Every Kid in a Park” hanno permesso agli studenti delle elementari di entrare gratuitamente nelle aree protette. “È fondamentale far crescere una nuova generazione consapevole del valore di questi luoghi”, aveva detto Michelle Obama in un video messaggio nell’estate 2016.

Le celebrazioni hanno coinvolto concerti nei prati dello Yosemite e mostre fotografiche itineranti. Solo nel New England, lungo i sentieri delle White Mountains, le guide hanno raccontato le storie degli antichi pionieri e delle popolazioni native. “C’è chi arriva da Boston per camminare tre giorni in silenzio”, ha raccontato una ranger esperta.

Il futuro del National Park Service

Oggi, quasi dieci anni dopo quella ricorrenza, resta forte l’eredità di un evento che ha riacceso l’attenzione sulla protezione dell’ambiente e sull’educazione civica. I parchi continuano ad attirare visitatori da ogni angolo del mondo – dall’Asia all’Europa – con numeri che nel post-pandemia si sono riavvicinati ai record del 2016. Ma la sfida resta: trovare il giusto equilibrio tra accessibilità e tutela.

“La vera eredità dei primi cento anni”, osserva oggi la portavoce dell’NPS, “è aver mantenuto viva la promessa: proteggere la natura perché tutti possano viverla”. E proprio sulle rive del Colorado River, all’alba di un nuovo secolo di esplorazioni e avventure, questa sfida si rinnova ogni giorno.

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