Tashkent, 27 novembre 2025 – Nel cuore dell’Asia centrale, **l’Uzbekistan** sta conquistando i viaggiatori di tutto il mondo. A spingerli qui non sono solo la sua **ospitalità ormai famosa**, i monumenti legati alla **Via della Seta** o le cupole turchesi che punteggiano le città, ma anche il fascino di un territorio ancora poco preso d’assalto dal turismo di massa. Qui la cultura affonda radici profonde in secoli di scambi tra Oriente e Occidente, e si sente ad ogni angolo.
## **Tra vicoli antichi e accoglienza genuina**
Camminare per i vicoli di **Samarcanda**, sotto le imponenti cupole della **Registan**, è come entrare in un mondo dove l’ospitalità è una tradizione viva e sentita. Gli abitanti spesso invitano a prendere un tè in casa, con orgoglio raccontano storie di mercanti persiani, turchi e cinesi passati da queste terre già nel Medioevo. A Bukhara, altro snodo fondamentale della storica **Via della Seta**, il richiamo del muezzin scandisce ancora le giornate. Nei bazar si trovano tessuti ikat e ceramiche antiche, testimoni di un passato ricco.
“Qui l’ospite è sacro, lo accogliamo sempre con il cuore”, spiega Dilorom, guida locale che ogni mattina accompagna gruppi di italiani e tedeschi alla scoperta delle **moschee** e delle **medresse** – scuole coraniche ornate da maioliche dai toni azzurri.
## **Patrimoni Unesco e laboratori artigianali vivi**
In **Uzbekistan** ci sono quattro siti riconosciuti dall’**Unesco**: Samarcanda, Bukhara, Khiva e Shahrisabz. Ognuno racconta una storia diversa dell’età d’oro dell’Asia centrale. La piazza del Registan a Samarcanda è una delle più belle dell’ex spazio sovietico ed è già viva all’alba. Nei laboratori artigianali, spesso nascosti in cortili di mattoni crudi, si lavorano materiali seguendo metodi antichi. “La mia famiglia produce tessuti ikat da cinque generazioni”, dice Rustam Nazarov mostrando telai di legno degli anni Trenta.
A Khiva, nella cittadella di Ichan Kala, dominano i mosaici: camminare tra quelle mura fa sentire il peso della storia. Qui mercanti e pellegrini si fermavano prima di affrontare il deserto del Kyzylkum. “Negli ultimi tempi arrivano molti italiani – racconta Gulnara, ristoratrice – e non manca mai chi chiede il plov, il riso speziato che non può mancare nelle nostre feste”.
## **Riforme che aprono nuovi orizzonti**
Negli ultimi anni il governo uzbeko ha semplificato molto l’arrivo dei turisti: ha tolto i visti per molti Paesi europei (Italia inclusa) e aumentato i voli diretti dall’Europa. Secondo dati ufficiali del Ministero del Turismo uzbeko nel 2024 gli stranieri sono stati più di **7 milioni**, con un aumento del 12% rispetto al 2023. Un risultato che arriva anche grazie alla stabilità politica dopo l’apertura voluta dal presidente Shavkat Mirziyoyev.
Il turismo resta però lontano dalle rotte di massa. “I nostri clienti cercano autenticità più che grandi resort”, racconta Anna Marchesi, tour operator milanese. “Qui si trova accoglienza familiare e prezzi onesti: una stanza in guesthouse a Samarcanda costa intorno ai 35 euro a notte”.
## **Un viaggio fatto di sapori e tradizioni**
Le giornate scorrono lente tra mercati carichi di frutta secca, taxi condivisi come piccole carovane e botteghe dove si impastano samsa (fagottini ripieni) o si prepara tè verde fresco. Le donne velate con scialli colorati raccontano storie attorno al tavolo basso chiamato dastarkhan: è qui che si assapora la vera ospitalità uzbeka. “Prima serve l’ospite, poi la famiglia”, dice un vecchio proverbio locale.
Il fascino discreto del paese emerge anche nelle città moderne: a Tashkent la metropolitana – costruita ai tempi sovietici – è decorata con stucchi e lampadari dorati. Nel quartiere Chorsu il bazar apre alle sei del mattino: frutta fresca appena raccolta, pane caldo appena sfornato e venditori che gesticolano animatamente per strappare qualche som in più.
## **L’Uzbekistan guarda al futuro senza dimenticare il passato**
Una volta isolato dai grandi flussi turistici, oggi l’**Uzbekistan** si presenta come un crocevia tra storia e innovazione. Le iniziative per rilanciare il turismo camminano fianco a fianco con la voglia di proteggere le tradizioni. Ma ciò che davvero fa la differenza sono le persone: lo sguardo curioso dei bambini all’uscita dalle scuole coraniche; i sorrisi degli artigiani nei vicoli polverosi; la capacità autentica di far sentire chiunque un vero ospite gradito.