Credito agrario in forte crescita nel 2025: +30,5% prestiti alle imprese agricole con boom al Sud Italia

Silvana Lopez

11 Dicembre 2025

Milano, 11 dicembre 2025 – Nei primi sei mesi del 2025, i prestiti alle piccole e medie imprese italiane hanno fatto un balzo del 30,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, spinti soprattutto dal boom al Sud. A dirlo è l’ultimo rapporto Crif, presentato ieri mattina nella sede di via Monte Rosa a Milano, davanti a una platea di analisti e addetti ai lavori. I ricercatori parlano di un quadro che riflette “una fiducia ritrovata, ma anche una crescente esigenza di investire”, in un momento ancora segnato da molte incertezze sul fronte economico.

Sud in testa, ma la crescita è ovunque

L’analisi si basa su oltre 170 mila richieste di finanziamento arrivate tra gennaio e giugno 2025. È il Sud Italia a spiccare con gli aumenti più forti nella domanda di credito. Campania, Puglia e Sicilia sono in cima alla lista, con incrementi che in certi casi superano il 45%. Francesca Giannini, responsabile del dipartimento studi Crif, spiega: “Molte imprese cercano liquidità per finanziare nuovi progetti o sistemare debiti pregressi”. A muovere il mercato sono soprattutto le microimprese, cioè quelle con meno di dieci dipendenti.

Per quanto riguarda gli orari delle richieste – fanno sapere da Crif – il picco si concentra tra le 10 e le 13. E la settimana? I giorni preferiti per fare domanda sono martedì e giovedì, raccontano diversi bancari sentiti in zona Piazza Affari. Non solo sportelli: cresce anche la quota di richieste via web. Quasi il 28% arriva ormai dalle piattaforme digitali dedicate.

Rischi e scenari futuri

Il rilancio del credito alle imprese – tema caldo anche nell’ultima assemblea Confindustria – porta con sé qualche preoccupazione su come sarà sostenibile nel tempo. I tassi d’interesse, pur restando più alti rispetto al periodo pre-2023, sembrano stabilizzarsi: a luglio la media per un finanziamento a breve termine si aggirava attorno al 5,2%, secondo Bankitalia. Sergio Pastore del Banco di Napoli avverte però che “la selezione è diventata più severa: servono progetti chiari e garanzie solide”.

L’aumento delle richieste arriva dopo la fine di molte misure straordinarie legate alla pandemia. “Chi non può più contare sui fondi pubblici deve tornare sul mercato privato”, spiega Giannini, “ma non sempre trova condizioni facili”. Nonostante tutto ci sono segnali positivi: alcuni settori come agroalimentare ed edilizia mostrano vivacità grazie anche agli incentivi varati da Regioni e Comuni.

Microimprese sotto pressione

Le microimprese, spesso a gestione familiare, restano le più vulnerabili. Il rapporto Crif rivela che il 60% fatica ad ottenere prestiti sopra i 50mila euro. Marco La Rosa, titolare di una piccola azienda tessile vicino Salerno, racconta: “Basta un ritardo nei pagamenti dei clienti per mettere tutto in crisi”. Da gennaio hanno dovuto chiedere due linee di credito ponte solo per comprare materie prime.

Gli esperti sottolineano anche il rischio legato alle garanzie personali: aumentano i controlli soprattutto sulle aziende senza una lunga storia bancaria. Da Banca Etica spiegano che “il vero problema resta la solidità finanziaria: molte microaziende non hanno ancora bilanci certificati”.

Fintech e digitalizzazione cambiano il gioco

Un’altra tendenza chiara dal dossier riguarda l’impatto della tecnologia. Il ricorso al fintech e alle piattaforme digitali cresce costantemente: +17% rispetto all’anno scorso. Startup come Sella Personal Credit e Credimi hanno intensificato i prestiti soprattutto al Sud. “La velocità nel valutare le pratiche fa la differenza”, racconta un consulente tra Napoli e Bari.

Il prossimo trimestre però si annuncia incerto. Gli analisti Crif mettono in guardia: “Bisognerà tenere d’occhio i segnali dall’economia reale – dal costo dell’energia alle mosse della BCE –, ma serve anche più trasparenza tra banche e imprese”. Solo così questa fase positiva potrà consolidarsi.

Il quadro resta quindi aperto. In un momento dove gli investimenti sono cauti ma necessari, il credito alle PMI torna al centro della scena. Con nuove regole da rispettare e uno sguardo sempre rivolto ai territori più fragili dell’Italia.

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