Dalle grotte scavate nella roccia ai fari in mezzo al mare: i luoghi più insoliti dove dormire in Italia

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Un angolo d’Italia dove il passato incontra il presente, tra trulli in pietra e grotte naturali. - www.okviaggi.it

Luca Antonelli

26 Agosto 2025

Dormire in un trullo, un faro o una casa nella roccia non è più un sogno. Sempre più italiani scelgono strutture fuori dall’ordinario per vivere notti indimenticabili.

Negli ultimi tre anni è aumentato il numero di italiani che scelgono alloggi insoliti per passare un fine settimana diverso dal solito. Il fenomeno è partito dalle campagne pugliesi, dove i trulli sono diventati una vera e propria attrazione turistica anche per chi vive in Italia, ed è arrivato fino alle scogliere del Sud e ai rilievi del Centro, dove fari e grotte scavate nella pietra sono stati trasformati in vere camere d’albergo. Si tratta di strutture spesso isolate, immerse nel verde o affacciate sul mare, lontane dal traffico, dai rumori e dai circuiti più battuti. Eppure, stanno registrando numeri da alta stagione anche nei mesi più tranquilli.

Le richieste arrivano soprattutto da coppie e piccoli gruppi che cercano una notte diversa, anche solo per staccare da tutto. Non a caso, alcune piattaforme specializzate hanno introdotto una sezione chiamata “posti unici dove dormire”, e gli utenti più attenti si segnano le location con mesi d’anticipo. I gestori, spesso proprietari indipendenti o piccoli imprenditori, puntano su esperienze a contatto diretto con il paesaggio naturale: pochi comfort digitali, silenzio, materiali locali, ambienti rustici ma curati. Il turismo esperienziale cambia forma, e si riflette anche nelle abitudini degli italiani.

Trulli e grotte: ritorno alle origini con servizi moderni

Uno dei casi più noti è quello dei trulli di Alberobello, dove alcune abitazioni tradizionali sono state trasformate in mini resort da due o tre camere, con vasca idromassaggio all’interno, stufa a legna e cucina autonoma. Il prezzo per una notte, in alta stagione, va dai 120 ai 180 euro a coppia, ma esistono offerte anche più economiche nei paesi limitrofi. Dormire dentro un trullo originale, con muri spessi oltre un metro e tetto in pietra a cono, non è solo un’esperienza estetica. Secondo diversi turisti intervistati da magazine locali, l’ambiente favorisce il sonno per via della temperatura stabile e dell’isolamento acustico.

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Il fascino rude del faro, oggi accogliente rifugio per chi cerca emozioni vere. – www.okviaggi.it

Spostandosi più a sud, nelle zone rupestri della Basilicata e della Puglia, si trovano grotte naturali ristrutturate e convertite in stanze da letto. Alcune sono completamente scavate nella pietra calcarea, altre hanno aperture a strapiombo con vista sul paesaggio circostante. Il fascino arcaico si unisce spesso a dettagli moderni, come luci a led, stufe a pellet, amache sospese e musica ambient. A Matera, città già famosa per i suoi Sassi, si trovano alcuni dei primi esempi di “albergo diffuso nella roccia”, formula che consente di pernottare in abitazioni restaurate all’interno del centro storico. I turisti scelgono questi posti per il silenzio, l’assenza di cemento moderno e la sensazione – a tratti straniante – di dormire in una casa simile a quelle del Neolitico, con comfort da XXI secolo.

Il punto di forza di queste strutture resta la personalizzazione dell’esperienza. Non ci sono camere identiche, né arredamenti standardizzati. Ogni notte diventa un episodio unico, anche per questo le recensioni online sono spesso emotive e dettagliate. Una coppia di Milano, arrivata a Ceglie Messapica per dormire in una grotta trasformata in loft, ha raccontato che “il silenzio era quasi totale. Si sentiva solo la legna scoppiettare, sembrava di essere in un altro tempo”.

Fari e case isolate: i nuovi rifugi tra mare e cielo

Ancora più suggestiva è l’idea di dormire in un faro, magari a picco sul mare o all’estremità di un’isola. Alcuni di questi edifici storici, dismessi o automatizzati, sono stati affidati a privati attraverso bandi pubblici. Oggi funzionano come strutture ricettive particolari, dotate di poche camere, una cucina comune e terrazze panoramiche. Uno dei più noti è il faro di Capo Spartivento, in Sardegna, dove una notte costa anche più di 300 euro ma offre il privilegio raro di osservare l’alba dal punto più estremo della costa.

Anche in Liguria e nella zona del Gargano, esistono fari accessibili solo a piedi o via mare, senza TV, senza internet e senza vicini di casa. Gli ospiti arrivano con pochi bagagli, spesso portati con carrucole o barche, e restano almeno due notti per godere appieno dell’isolamento. Non mancano le precauzioni: in alcune strutture è vietato l’accesso ai bambini per ragioni di sicurezza, in altre viene fornita una torcia per affrontare la notte se salta la luce. Ma proprio questi dettagli contribuiscono a creare l’atmosfera.

Un’altra categoria che sta prendendo piede è quella delle case minuscole nel bosco, i cosiddetti micro-chalet. Possono ospitare solo due persone, spesso non superano i 20 mq, ma offrono vetrate giganti, letti a soppalco, coperte pesanti e silenzio assoluto. Alcuni sono costruiti su palafitte, altri a terra tra gli alberi. In Toscana, nel parco delle Foreste casentinesi, ne esistono tre interamente in legno locale, raggiungibili solo con una breve camminata. Ideali per chi vuole spegnere il telefono e ascoltare il vento, sono sempre più richiesti in autunno e primavera.

Tutto questo racconta di un turismo che cerca qualcosa che i grandi hotel non possono dare: memorie diverse. Un letto sotto una volta in pietra o accanto a una lanterna da faro rimane nella testa. Perché quando si parla di viaggi, a volte non serve andare lontano per sentirsi in un altro mondo.

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