Egina e il destino del pistacchio greco: crisi climatica e turismo mettono in pericolo la produzione

Egina e il destino del pistacchio greco: crisi climatica e turismo mettono in pericolo la produzione

Egina e il destino del pistacchio greco: crisi climatica e turismo mettono in pericolo la produzione

Luca Mangano

17 Settembre 2025

Sull’incantevole isola greca di Egina, famosa per i suoi pregiati pistacchi, un gruppo di braccianti agricoli si dedica alla raccolta dei frutti. Armati di bastoni, battono i rami degli alberi nella speranza che i pistacchi cadano sui teloni stesi a terra. Tuttavia, l’atmosfera è pervasa da un senso di tristezza e preoccupazione. “Ci sono pochi pistacchi”, lamenta Daso Shpata, un agricoltore di 47 anni. La verità è che il cambiamento climatico ha inflitto duri colpi alla produzione, mentre altri fattori, come il turismo in espansione, stanno minacciando la tradizione agricola dell’isola.

La tradizione del pistacchio di Egina

Egina, con i suoi circa 13.000 abitanti e la sua vicinanza ad Atene, è conosciuta in tutta la Grecia per il suo rinomato pistacchio. “La coltivazione tradizionale di pistacchi, come la conosciamo, non è più praticabile”, afferma Eleni Kypreou, proprietaria di un frutteto sull’isola. La sua preoccupazione è palpabile: “Se vogliamo salvare i nostri pistacchi, dobbiamo trovare soluzioni innovative. Altrimenti, diventeranno solo un ricordo del passato, relegati in un museo”.

La produzione di pistacchi a Egina è esigua rispetto ai colossi del settore come Stati Uniti e Iran, dove vengono raccolte centinaia di migliaia di tonnellate ogni anno. Tuttavia, i pistacchi di Egina sono considerati particolarmente gustosi, grazie alla loro origine unica. “Il sapore è speciale”, sottolinea Kypreou, “deriva dal terreno e dall’acqua, che è leggermente salata”. Negli ultimi anni, però, i raccolti sono crollati:

  1. 20 kg nel 2024
  2. 100 kg nel 2023

La speranza di un buon raccolto per l’anno corrente si è rivelata illusoria.

L’impatto del cambiamento climatico

Nel 2023, la Grecia ha prodotto quasi 22.000 tonnellate di pistacchi, un incremento rispetto alle 12.000 tonnellate del 2015. Tuttavia, ad Egina, la produzione è diminuita da oltre 2.600 tonnellate a 2.300 tonnellate. Anche il numero di alberi produttivi e la superficie agricola sono in calo. “Gli ultimi due anni sono stati disastrosi”, dichiara Kostas Peppas, presidente della cooperativa dei produttori di pistacchi di Egina, evidenziando l’impatto devastante del cambiamento climatico. “Gli alberi hanno bisogno di temperature inferiori a 10-12°C per riprendersi. Se l’inverno è mite, non è un bene”.

Le sfide della modernità

La cooperativa vende pistacchi a negozi e supermercati in tutta la Grecia, ma anche direttamente ai turisti che visitano l’isola. Tuttavia, Peppas osserva che molti venditori locali si riforniscono altrove, non riuscendo a trovare pistacchi dai produttori locali. “La qualità dei nostri pistacchi è ineguagliabile”, afferma Peppas, “ma senza una produzione sostenibile, il nostro futuro è a rischio”.

Un’altra preoccupazione è rappresentata dalla crescente urbanizzazione dell’isola. “Gli alberi vengono abbattuti per costruire case e B&B”, denuncia Peppas. Con il boom turistico che ha colpito la Grecia, il numero di visitatori è aumentato vertiginosamente, raggiungendo i 40 milioni nel 2024. Gli affitti a breve termine stanno fiorendo, e i proprietari di terreni vedono in questo un’opportunità di guadagno, spesso a scapito delle tradizioni agricole.

Un altro produttore, Thanasis Lakkos, gestisce un frutteto di 3.500 alberi di pistacchio. Utilizza acqua piovana raccolta durante l’inverno per irrigare le piante e sostiene che, nonostante le sfide, la tradizione agricola deve essere preservata. “Mio nonno lo faceva così, e io continuerò a farlo”, afferma con determinazione. Tuttavia, il futuro appare incerto, e Lakkos riflette sulla difficoltà di trovare giovani disposti a dedicarsi all’agricoltura. “Mio figlio è diventato un deejay”, racconta, e gli agricoltori della sua generazione si sentono sempre più soli. “Siamo l’ultima generazione che raccoglie pistacchi a Egina”, prevede tristemente.

La situazione è complessa e richiede l’attenzione di tutti: produttori, istituzioni e consumatori. La tradizione del pistacchio di Egina, con il suo sapore inconfondibile, rischia di svanire se non si trovano soluzioni per affrontare il cambiamento climatico e la pressione del turismo. La salvaguardia di questa cultura agricola non è solo una questione economica, ma anche un modo per preservare l’identità di un’isola che ha fatto del pistacchio uno dei suoi simboli più riconoscibili.

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