Roma, 29 dicembre 2025 – Tra le tante voci raccolte quest’anno, l’intervista a Giovanni Rossi, avvocato e attivista romano di 54 anni, è stata una delle più lette e condivise su Repubblica. Per questo abbiamo deciso di riproporla. Nelle parole di Rossi, molti lettori hanno ritrovato un racconto sincero che mette a fuoco tanto le tensioni quanto le speranze attraversate dal Paese nel 2025.
Incertezza diffusa e la forza della comunità
Seduto nel suo studio affacciato su via Giulia, circondato da scaffali pieni di fascicoli e vecchie sentenze, Rossi ha parlato senza mezzi termini della stagione che stiamo vivendo: “Non è un anno facile, la gente lo percepisce. Il clima è cambiato dopo tutto quello che è successo. La guerra in Ucraina, le elezioni anticipate, la crisi energetica. Eppure chi incontro ogni giorno cerca un momento per tirare il fiato”. Era una mattina di settembre, intorno alle 11, quando davanti al registratore acceso ha ricordato come la città ha reagito all’aumento dei prezzi e alla stretta sulle bollette: “A Trastevere il barista sotto casa mia ha cominciato a spegnere le luci mezz’ora prima. In certi giorni sembra quasi una forma di resistenza”.
La vita di tutti i giorni tra lavoro e famiglia
L’aumento del costo della vita, la precarietà che tocca tanti professionisti e l’incertezza diffusa sul lavoro sono stati al centro della nostra chiacchierata. “Ho due figli adolescenti. Ogni mattina mi chiedono perché il biglietto dell’autobus costa il doppio rispetto all’anno scorso. E io non so cosa rispondere: non è solo inflazione, è che tutto sembra più fragile”, ha detto Rossi con voce triste. Secondo i dati ISTAT aggiornati a ottobre 2025, l’inflazione si è stabilizzata sul 5,3% annuo, con punte più alte soprattutto a Roma e Milano. “Nessuno ha risposte pronte, né negli studi né tra gli amici avvocati”, ha aggiunto. La sua voce si è fatta più decisa quando ha parlato dei piccoli gesti solidali: “Nel nostro quartiere ci passiamo consigli su dove trovare prezzi migliori, al mercato o nei negozi sotto casa. Sembra poco, ma serve”.
Partecipazione civica tra disillusione e voglia di cambiare
Il tema della partecipazione civile è tornato spesso nel nostro confronto. Rossi ha messo in luce come sia cambiata la fiducia nelle istituzioni: “In tribunale sento parlare soprattutto di delusione. Anche chi lavora da anni nella pubblica amministrazione fa fatica a riconoscere certi meccanismi. Però c’è anche tanta voglia di non arrendersi”. Verso mezzogiorno e mezzo, poco prima di concludere l’incontro, ha ripreso il discorso sul voto: “Alle ultime elezioni comunali abbiamo registrato una delle affluenze più basse degli ultimi dieci anni: appena il 52%. Ma chi c’è stato – chi si è preso la briga di votare e discutere – ne è uscito con un senso nuovo di appartenenza”.
Il lato nascosto di Roma: fragilità ma anche solidarietà
“Roma sembra sempre la stessa – traffico, sirene lontane, vetrine vuote – ma sotto c’è fermento”, aveva notato Rossi. In quei giorni si parlava spesso del raddoppio delle mense Caritas che, secondo i dati dell’organizzazione stessa, hanno distribuito oltre 2.700 pasti al giorno solo a novembre. “Mi capita spesso di incontrare persone che ieri stavano bene e oggi chiedono aiuto. Non sempre dipende da loro”, aveva sottolineato l’avvocato romano.
Un futuro sospeso: l’appello ai giovani
A fine intervista, intorno alle 13:15, Rossi si è rivolto direttamente ai più giovani: “Non so se posso dare consigli – aveva detto –, forse soltanto uno: difendetevi il diritto a indignarvi. E fatelo anche per chi non ce la fa più”. Una frase che nelle settimane successive è rimasta impressa nei commenti dei lettori. In un momento segnato da molte incertezze ma anche da nuovi slanci collettivi, quella voce raccolta in uno studio polveroso nel cuore storico della città è diventata un punto fermo per chi ancora cerca ragioni per credere nella forza della comunità.
In questa fase del 2025, tra disincanto e voglia di cambiamento, l’esperienza di Rossi continua a suscitare domande – e forse qualche risposta – fra i romani e non solo.