Milano, 10 dicembre 2025 – Dopo l’arrivo nelle sale italiane di “Perfect Days” di Wim Wenders e “Viaggio in Giappone” di Elise Girard, con Isabelle Huppert, cresce la voglia di scoprire Tokyo attraverso i suoi angoli autentici. Quelli capaci di raccontare una città sospesa tra tradizione e futuro, lontana dai luoghi comuni. Chi ha amato le atmosfere silenziose e intime dei due film si chiede spontaneamente come ritrovarle – e viverle davvero – in un viaggio nella capitale giapponese. Il motivo? Non è solo l’incanto del cinema d’autore, ma il desiderio di afferrare la vita vera, quotidiana, che si nasconde dietro le luci moderne di una metropoli che ancora conserva piccoli mondi segreti.
Dove scovare il Giappone dei film nei quartieri di Tokyo
Nei giorni dopo le prime proiezioni, sui forum e sui social è spuntata la stessa domanda: dove si trovano quei vicoli tranquilli, quelle toilette pubbliche curate fin nei dettagli – una vera “ossessione” per Hirayama, protagonista del film di Wenders? E come vivere quei momenti sospesi delle passeggiate lungo i fiumi o nei parchi, catturati dalla regia lenta e attenta dei due registi?
Secondo alcune indagini pubblicate su riviste giapponesi come Brutus e Popeye, molte scene di “Perfect Days” sono state girate a Shibuya, ma lontano dalle luci sfavillanti della celebre Scramble Crossing. Qui, nei vicoli secondari di Daikanyama o nella zona di Ebisu, si trovano piccoli bagni pubblici – spesso parte del progetto THE TOKYO TOILET, che ha visto la collaborazione con architetti famosi come Tadao Ando – e angoli verdi sorprendenti come il parco Yoyogi o il giardino Meiji Jingu Gyoen. “Per me era importante mostrare il Giappone fatto delle piccole cose,” ha spiegato Wenders a Variety. Non serve inseguire solo templi o grattacieli: “Basta fermarsi un attimo e ascoltare cosa dice la città.”
Come vedere dal vivo la Tokyo dei film: itinerari e costi
Chi parte dopo aver visto queste pellicole cerca spesso qualcosa di semplice, fuori dalle rotte più affollate. Un giorno tra i luoghi raccontati da Wenders può iniziare presto – già alle 7.30 del mattino – quando la città si sveglia piano piano nei bar tra Shibuya e Meguro. Un caffè (circa 400 yen) in un kissaten, le classiche caffetterie giapponesi con legno scuro e vetrine d’epoca, regala quella stessa sensazione di calma vista nei film.
Le toilette pubbliche del progetto THE TOKYO TOILET sono aperte a tutti, alcune anche 24 ore su 24. Tra queste spicca quella disegnata da Shigeru Ban al parco Haru-no-Ogawa Community Park: vetri trasparenti che diventano opachi quando la porta si chiude. Un dettaglio che molti turisti fotografano con stupore. “Non pensavo che un bagno pubblico potesse diventare un’opera d’arte,” racconta Luca, 31 anni, milanese in viaggio a Tokyo dal 2 dicembre.
Proseguendo verso sud si arriva a Shimokitazawa, zona amata dai giovani per negozi vintage e botteghe artigiane. Qui si possono ancora trovare angoli autentici, lontani dal turismo di massa: vie tranquille, insegne in legno dipinto, panchine per sedersi a leggere o guardare la gente passare. In una delle scene più commentate di “Viaggio in Giappone”, Huppert attraversa proprio una strada simile all’ora blu, quando i lampioni iniziano ad accendersi.
L’essenza della vita quotidiana giapponese
Al centro dei due film c’è sempre la vita di tutti i giorni: le routine al lavoro, i pranzi veloci in piccoli locali a conduzione familiare – come gli izakaya intorno a Sangenjaya – e il rispetto per il silenzio anche negli spazi affollati. Non ci sono mete “imperdibili” universali; piuttosto una somma di gesti semplici: curare le piante sul terrazzo, comprare un bento al konbini all’angolo (circa 500 yen), sfogliare un manga sotto la tettoia della stazione mentre fuori piove.
Wenders ha detto che molto del film nasce da “quello che succede quando nessuno guarda”. Un modo di vedere che vale anche per il viaggio: chi cerca il “vero Giappone” resta spesso colpito dal ritmo lento e dalla gentilezza diffusa nei quartieri meno turistici. “Ti senti invisibile ma accolto,” racconta Margherita, 42 anni, bolognese in visita a Tokyo a novembre.
Viaggiare slow tra cinema e realtà
Per gli italiani pronti a ripercorrere i passi dei film ci sono voli diretti da Milano Malpensa o Roma Fiumicino verso Tokyo Haneda a partire da circa 700 euro andata e ritorno in bassa stagione (marzo o novembre), secondo Skyscanner. Gli hotel business vicino a Ebisu o Meguro costano tra i 65 e i 120 euro a notte.
La vera scoperta resta però l’atteggiamento con cui affrontare questo viaggio: niente fretta, tempi dilatati e apertura alla casualità – proprio come fanno Hirayama o i personaggi interpretati da Huppert sullo schermo. Solo così il viaggio può trasformarsi anche in un piccolo omaggio al cinema d’autore.