Bellaria, 7 novembre 2025 – Un addio sobrio e sentito quello che ieri pomeriggio ha unito la comunità di Bellaria per l’ultimo saluto a Evan Delogu, il ragazzo di 17 anni scomparso da pochi giorni in circostanze ancora misteriose. Nel piccolo cimitero cittadino, tra le 15 e le 17, si sono radunate centinaia di persone: amici, compagni di scuola, insegnanti, semplici conoscenti. Tutti vicini alla famiglia Delogu, che ha voluto seguire un rito ortodosso speciale, ricco di simboli e gesti concreti.
Il rito ortodosso e i cibi di Evan
Come da tradizione ortodossa, spiegano i familiari, si usa accompagnare il defunto con alcuni dei suoi oggetti o cibi preferiti. Così, davanti alla tomba di Evan, sono apparsi sacchetti di carta pieni di snack: un pacchetto di Pringles, dei Ringo, una banana, patatine e una lattina di Monster Energy. Tutti alimenti che il ragazzo amava, raccolti con cura dalla madre e dal padre nelle ore prima della cerimonia. “Volevamo che Evan avesse con sé qualcosa che gli piacesse davvero”, ha raccontato la madre, visibilmente provata ma determinata a seguire ogni dettaglio del rito.
I sacchetti sono stati benedetti dal sacerdote ortodosso arrivato da Rimini per l’occasione. Poi, uno dopo l’altro, gli amici più stretti hanno gettato i cibi nella tomba, tra sguardi bassi e qualche lacrima a stento trattenuta. Un gesto semplice, ma carico di emozione, che ha colpito molti presenti.
Una folla silenziosa e il ricordo degli amici
La notizia della morte di Evan si era sparsa velocemente in città già lunedì sera. Da allora, davanti alla casa della famiglia Delogu in via Roma, si erano alternati gruppi di ragazzi e adulti. Ieri pomeriggio, al cimitero, la folla era soprattutto giovane: molti in felpa scura e scarpe da ginnastica, qualcuno stringeva un mazzo di fiori bianchi.
“Era uno di noi”, ha detto Marco, 18 anni, compagno di classe al liceo scientifico. “Non era facile stargli dietro, aveva sempre mille idee. Però sapeva ascoltare”. Gli insegnanti hanno evitato commenti ufficiali, ma uno di loro – il professore di matematica – ha confidato a bassa voce: “Evan aveva una curiosità fuori dal comune. Spesso faceva domande che lasciavano tutti a bocca aperta”.
Indagini ancora aperte
Sulla morte del ragazzo restano molti punti da chiarire. Secondo la polizia locale, intervenuta con i carabinieri nella notte tra domenica e lunedì, la dinamica non è ancora chiara. “Stiamo raccogliendo tutte le testimonianze”, ha spiegato il comandante della stazione di Bellaria. Al momento non ci sono indagati né ipotesi precise sulle cause del decesso.
La famiglia Delogu ha chiesto rispetto e silenzio. “Non vogliamo speculazioni”, ha detto il padre uscendo dal cimitero. “Vogliamo solo ricordare Evan per quello che era: un ragazzo pieno di vita”.
Bellaria si ferma nel dolore
Per qualche ora, Bellaria si è fermata. I negozi del centro hanno chiuso le serrande in segno di lutto; la scuola di Evan ha sospeso le lezioni nel pomeriggio. In tanti hanno lasciato messaggi su foglietti attaccati al cancello del cimitero: “Ciao Evan”, “Non ti dimenticheremo”, “Riposa in pace”. Piccoli gesti che raccontano un dolore collettivo difficile da mettere in parole.
Nel tardo pomeriggio, con il sole già calato dietro le case basse della periferia, la famiglia Delogu è rimasta ancora qualche minuto davanti alla tomba. Solo allora – tra silenzi e abbracci – sono tornati a casa. Con loro, il ricordo di un ragazzo che molti descrivono come “imprevedibile”, ma sempre pronto a tendere una mano.
Ora la comunità aspetta risposte dalle indagini. Ma ieri, nel cimitero di Bellaria, a parlare sono stati soprattutto i gesti: un pacchetto di Pringles, una lattina di Monster Energy, una banana. E il silenzio di chi non vuole dimenticare.