Hong Kong, 11 novembre 2025 – È il Rosewood Hong Kong il grande protagonista della serata londinese che ha svelato la classifica dei World’s 50 Best Hotels 2025. L’hotel affacciato sullo spettacolare Victoria Harbour, nel cuore di Kowloon, ha scalato la classifica di due posizioni rispetto all’anno scorso, conquistando il titolo di miglior hotel al mondo e confermandosi anche il migliore in Asia. Un segnale chiaro del peso crescente del continente asiatico nel mondo del lusso alberghiero.
Asia protagonista, Rosewood Hong Kong al top
Sul podio 2025, accanto al Rosewood, ci sono il Four Seasons Bangkok at Chao Phraya River al secondo posto e il Capella Bangkok al terzo, che lo scorso anno aveva già dominato la classifica. In quarta posizione, spicca il Passalacqua di Moltrasio, sulle rive del Lago di Como, premiato come miglior hotel d’Europa. Al quinto posto si piazza il leggendario Raffles Singapore, con la sua storia che risale al XIX secolo. Seguono l’Atlantis The Royal di Dubai, sesto, e il Mandarin Oriental Bangkok, settimo. In Sudamerica svetta il Chablé Yucatán in Messico, mentre l’Italia si fa valere con il Four Seasons Firenze, nono nella graduatoria. Chiude la top ten un altro nome asiatico: il The Upper House di Hong Kong.
L’Italia brilla con Passalacqua e Four Seasons Firenze
Sono quattro gli hotel italiani entrati nella top 50 mondiale. In testa c’è il già citato Passalacqua a Moltrasio. Questa villa del Settecento, che un tempo fu di papa Innocenzo XI e poi passò al conte Andrea Lucini Passalacqua nel 1787, è tornata a nuova vita grazie alla famiglia De Santis. Oggi Valentina De Santis guida questa struttura, che conta appena ventiquattro suite decorate con affreschi barocchi, marmi pregiati come la Breccia Pontificia e lampadari di Murano. I giardini terrazzati, disegnati dal botanico Emilio Trabella, con fontane e piscine affacciate sul lago, evocano ancora l’atmosfera della villeggiatura ottocentesca.
Il Four Seasons Hotel Firenze, al nono posto, occupa un palazzo mediceo del Quattrocento e un edificio del Cinquecento. Nel corso dei secoli ha ospitato ministri, pontefici e nobili fiorentini. Il vero cuore verde dell’hotel è il Giardino della Gherardesca, quattro ettari e mezzo di parco romantico nel centro di Firenze, arricchito da sculture e alberi secolari. Gli interni sono un omaggio all’arte locale: affreschi, bassorilievi e soffitti decorati si fondono con il comfort moderno.
Roma e Porto Ercole, due gioielli italiani nella classifica
A Roma, il Bulgari Hotel si posiziona ventiduesimo. Situato in Piazza Augusto Imperatore, occupa un edificio razionalista progettato negli anni Cinquanta da Vittorio Ballio Morpurgo. Gli interni, firmati dallo studio ACPV Antonio Citterio Patricia Viel, mescolano materiali della Roma imperiale con linee pulite e moderne. Tra i punti forti, la spa con piscina ispirata alle Terme di Caracalla e il ristorante guidato da Niko Romito.
Sulla costa dell’Argentario, a Porto Ercole, il Pellicano celebra sessant’anni di storia entrando nella lista dei migliori hotel al mondo. Nato negli anni Sessanta come rifugio per il jet set internazionale – da Kirk Douglas a Britt Ekland – ha mantenuto intatto lo stile toscano delle camere e quell’atmosfera familiare voluta dalla famiglia Sciò. Le terrazze a picco sul mare e la piscina immortalata dal fotografo Slim Aarons sono diventate simboli della dolce vita italiana.
Lusso e tradizione: un settore in fermento
Dietro la classifica dei World’s 50 Best Hotels c’è una tendenza chiara. “L’Asia resta protagonista, grazie agli investimenti nei servizi su misura e in design innovativo”, ha spiegato William Drew, direttore editoriale dell’evento. L’Italia, invece, punta sulla sua storia, sull’accoglienza e sulla bellezza del territorio. “Siamo fieri di portare l’eccellenza italiana nel mondo”, ha detto Valentina De Santis dal Passalacqua.
La cerimonia di Londra ha riunito oltre 500 professionisti del settore. Tra brindisi e strette di mano, è emerso un sentimento comune: l’ospitalità di lusso sta vivendo una nuova primavera. Ma, come ha ricordato un manager presente, “in fondo sono le persone a fare la differenza, a trasformare un semplice soggiorno in un’esperienza che resta nel cuore”.