Le città più pulite e più sporche d’Italia: la classifica completa 2024

Giulia Ruberti

21 Dicembre 2025

Milano, 21 dicembre 2025 – Al vertice della classifica delle città più pulite del mondo si piazzano Tokyo, Singapore e Zurigo, mentre metropoli come New Delhi e Lagos si ritrovano invece agli ultimi posti, secondo il report annuale dell’Environmental Urban Index, pubblicato oggi. Il rapporto, diffuso poco dopo le 9 di questa mattina, offre un quadro aggiornato sulla qualità ambientale e sulla gestione dei rifiuti in oltre cento grandi città. L’obiettivo? Dare una mano alle amministrazioni locali e – almeno nelle intenzioni – spingere cittadini e politici a cambiare strada dove serve.

Criteri chiari per una classifica trasparente

Lo studio si basa su dati concreti: quantità di rifiuti lasciati per strada, efficienza del riciclo, pulizia delle aree pubbliche, qualità dell’aria e stato della rete fognaria. Gli esperti hanno raccolto informazioni da gennaio a ottobre 2025, utilizzando un sistema a punteggio per stilare la graduatoria. Nel lavoro sono entrati anche i numeri forniti dall’OMS e dalle municipalità incaricate della raccolta.

Per ogni città, l’indagine ha misurato la presenza di immondizia in quartieri centrali e periferici, in orari diversi della giornata. A Singapore, ad esempio, le rilevazioni sono state fatte dalle 6 alle 21; mentre a Lagos la raccolta è concentrata soprattutto nelle prime ore del mattino. «Abbiamo iniziato dall’impatto visivo e dai cattivi odori nelle zone pubbliche», ha spiegato Simon Barkley, il coordinatore dello studio. «Poi abbiamo confrontato i numeri: quanta spazzatura viene smaltita pro capite, quanti addetti lavorano alla pulizia e quante volte si raccoglie la spazzatura ogni settimana».

Le regine della pulizia: Tokyo al comando

Tokyo conquista il primo posto con 98 punti su 100. «Qui c’è un’organizzazione perfetta che coinvolge davvero le persone», ha commentato Barkley. Nella zona di Shibuya, già all’alba le strade sono libere da cartacce o lattine, mentre le metropolitane vengono pulite più volte al giorno.

A seguire c’è Singapore, nota per le leggi severissime contro chi sporca: multe fino a mille dollari locali per chi butta a terra anche un chewing gum. Il sindaco della città-stato, Low Eng Teong, ha detto di essere «molto orgoglioso» sottolineando come la disciplina sia prima di tutto una questione culturale, non solo normativa.

In Europa spicca Zurigo, apprezzata per i marciapiedi sempre in ordine, l’attenzione verso i cani in città e una buona educazione civica diffusa. Buone notizie arrivano anche da Parigi: grazie a un aumento del riciclo nei quartieri popolari ha guadagnato qualche posizione rispetto all’anno scorso.

Le città in difficoltà: New Delhi fanalino di coda

In fondo alla lista ci sono grandi metropoli che crescono velocemente ma faticano con la raccolta differenziata e soffrono sotto il peso della popolazione. È il caso di New Delhi, ultima con soli 39 punti: cumuli di immondizia sono stati segnalati tra Chandni Chowk e Connaught Place nelle ore centrali della giornata. Le piogge monsoniche hanno reso ancora più difficile il lavoro dei netturbini, trasformando i vicoli in fanghiglia.

Male anche la nigeriana Lagos, dove sacchetti e bottiglie di plastica sono sparsi lungo Ikorodu Road. La raccolta rimane irregolare e la discarica di Olusosun è ormai quasi al collasso, preoccupando attivisti e cittadini.

Non se la passano bene neppure alcune città sudamericane come Caracas e San Paolo, che devono fare i conti con scioperi frequenti e tagli ai fondi pubblici per i servizi di raccolta.

Italia: Milano tiene botta, Roma resta indietro

Le nostre città si piazzano a metà classifica. Milano figura tra i centri più attenti d’Europa grazie a una buona raccolta differenziata (67%) e agli investimenti recenti nei mezzi ecologici per la pulizia urbana. Roma invece fatica ancora: scende qualche posizione rispetto al 2024 soprattutto per i problemi noti nel quartiere Prenestino e l’accumulo di rifiuti ingombranti vicino alle fermate degli autobus.

Napoli mostra segnali contrastanti: mentre nei quartieri collinari i dati migliorano, nelle zone più popolate restano “criticità diffuse”, come segnala l’Index. Torino dà invece qualche segnale positivo dopo aver esteso il porta a porta nei quartieri Mirafiori e Lingotto.

Sguardo avanti: investire nell’ambiente non basta senza cultura civica

Gli esperti sono tutti d’accordo su una cosa: «Non si tratta solo di amministrazione», ha ammesso Barkley. «Servono infrastrutture efficienti ma soprattutto senso civico». Nelle città più virtuose le scuole coinvolgono gli studenti in campagne di sensibilizzazione ambientale.

I dati del rapporto saranno consegnati alle amministrazioni entro fine anno. Nei primi mesi del 2026 è previsto un incontro tra sindaci europei a Vienna per confrontarsi sulle soluzioni migliori da adottare su scala continentale.

Il dossier lo dice chiaro: nelle grandi città la sfida è aperta tra tecnologia, investimenti… ma soprattutto comportamenti quotidiani dei cittadini. Alla fine si vede da un dettaglio semplice ogni mattina: marciapiedi puliti o pieni di rifiuti fanno tutta la differenza tra una città che accoglie chi ci vive o chi decide di passarci accanto senza cura.

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