Rarotonga, 4 agosto 2025 – Oggi le Isole Cook festeggiano i 50 anni dall’indipendenza dalla Nuova Zelanda. Un traguardo importante che si incrocia con il momento più intenso del Te Maeva Nui, la grande festa nazionale che ogni anno, tra fine luglio e inizio agosto, trasforma l’arcipelago in un susseguirsi di eventi, danze e tradizioni. Migliaia di persone, tra residenti e turisti, si sono radunate a Rarotonga, il cuore delle celebrazioni, per celebrare mezzo secolo di autonomia e cultura.
Te Maeva Nui: la festa che unisce le Isole Cook
Dal 23 luglio al 7 agosto l’atmosfera sulle Isole Cook è stata quella di un lungo momento di festa condivisa. Il Te Maeva Nui, che in maori significa “la più grande festa”, è l’occasione in cui la comunità si ritrova attorno ai valori della propria Costituzione, adottata il 4 agosto 1965. “È il modo con cui diciamo al mondo chi siamo”, spiega Tereapii Maoate, uno degli organizzatori storici. Carri colorati, danze, gare sportive e mostre d’arte hanno animato le giornate, coinvolgendo sia i locali sia i tanti visitatori arrivati apposta.
Partenza in grande stile dal porto di Avarua
La festa è partita con la tradizionale sfilata galleggiante. Decine di carri decorati, creati da gruppi locali e associazioni, sono salpati dal porto di Avarua per raggiungere il mercato di Punanga Nui, il cuore della vita quotidiana dell’isola. Il tema di quest’anno, “Te Akairo” (“Il Segno della mia Patria”), ha ispirato allestimenti ricchi di riferimenti alla storia e alla natura delle isole. “Ogni carro racconta una storia diversa”, dice Mereana Tere, insegnante di Rarotonga, mentre guarda la folla lungo il percorso.
Serata internazionale: culture a confronto
Uno degli eventi più attesi è stata la serata internazionale, dedicata alle comunità che vivono qui: dalla Nuova Zelanda a Samoa, dalle Fiji alle Filippine. Gruppi di residenti hanno portato sul palco danze, canti e costumi dei loro Paesi. “Qui convivono tante culture diverse, ma durante il Te Maeva Nui ci sentiamo tutti parte della stessa famiglia”, racconta Laisa, originaria delle Fiji.
Canti tradizionali e sfide tra villaggi
Domenica 2 agosto è stato il giorno delle gare di canto tra i villaggi. Il concorso ‘Imene Tuki’ – che significa “inno di grugniti” – ha visto cori senza accompagnamento musicale, con ritmi spezzati e sillabe ripetute senza un vero senso. Accanto agli inni religiosi tradizionali, si sono esibiti anche gruppi con brani più moderni, segno di una cultura che cambia ma resta viva.
Le 15 isole si raccontano con cibo e arte
Durante gli Island Days, ogni isola dell’arcipelago ha mostrato le sue specialità, tra piatti tipici e artigianato. Dall’itiki (anguilla) di Mitiaro al puakanio (carne di capra) di Atiu, dalle perle nere di Manihiki ai cestini intrecciati con foglie di pandanus. “Ogni isola ha un’anima propria”, racconta un artigiano di Mangaia mostrando le sue stuoie fatte a mano.
Spettacoli di danza, tamburi e antiche storie
Il programma ha dato spazio anche a spettacoli culturali. Tra questi, la danza del tamburo (Ura Pau), con un ritmo incalzante che mette alla prova i ballerini; il canto lento Kapa Rima, che esalta la grazia dei movimenti delle mani; e l’Ute, eseguito in formazione a U, con le donne sedute al centro e gli uomini in piedi. Non sono mancati i concorsi di tamburi (Tangi Kaara) e i canti tradizionali (Pe’e), momenti in cui la forza e l’unità del popolo cookiano si fanno sentire forte.
Un salto nella storia: dalla scoperta all’indipendenza
Le Isole Cook prendono il nome dal navigatore britannico James Cook, che qui arrivò nel 1773. Dopo essere state protettorato britannico e poi parte della Nuova Zelanda dal 1901, hanno ottenuto l’autonomia interna nel 1965. Oggi mantengono legami con Wellington per esteri e difesa, ma rivendicano con orgoglio la propria identità. “Non dimentichiamo da dove veniamo”, ha detto il premier Mark Brown nel suo discorso, “ma guardiamo avanti con fiducia”.
Tra danze sotto le stelle e sapori antichi, in questi giorni le Isole Cook hanno mostrato al mondo la ricchezza della loro cultura. Un patrimonio fatto di gesti semplici, sorrisi veri e una storia che continua a scriversi, giorno dopo giorno.