Magia d’autunno: un weekend slow tra fiabe, foliage e castagne nella Tuscia

Magia d'autunno: un weekend slow tra fiabe, foliage e castagne nella Tuscia

Magia d'autunno: un weekend slow tra fiabe, foliage e castagne nella Tuscia

Luca Mangano

7 Novembre 2025

Viterbo, 7 novembre 2025 – Un fine settimana tra fogliame colorato, borghi sospesi e il profumo inconfondibile delle castagne. Nella Tuscia, cuore verde del Lazio, l’autunno si presenta in tutta la sua forza. Chi cerca una pausa lenta, lontano dal caos, trova qui – tra Civita di Bagnoregio e Sant’Angelo di Roccalvecce – un percorso che mescola natura, storie e sapori. Il viaggio parte da Civita, dove il ponte sospeso compie sessant’anni e ancora oggi segna il confine tra realtà e fiaba.

Civita di Bagnoregio: il ponte che salva il borgo

Sessant’anni fa, nel 1965, veniva aperto il ponte pedonale che collega Civita di Bagnoregio alla valle sottostante. Un’opera semplice, in cemento armato, lunga 300 metri. Eppure per chi ci vive – pochi ormai – ha rappresentato una svolta. “Senza quel ponte, Civita sarebbe scomparsa”, racconta Mario, 74 anni, uno degli ultimi abitanti stabili. Prima si saliva solo a dorso di mulo o con scale di legno. Oggi, ogni giorno, centinaia di visitatori attraversano quel passaggio sospeso tra cielo e terra.

Il borgo, arroccato su uno sperone di tufo, si mostra in questi giorni con i colori più vivi: gialli, rossi, arancio. Le foglie scricchiolano sotto i piedi, mentre il vento porta l’odore della terra umida. “L’autunno qui è il momento più bello”, confida una guida locale. Tra le case di pietra e i vicoli silenziosi si respira un’atmosfera da favola.

Sant’Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

A pochi chilometri da Civita, un altro borgo ha scelto la fantasia per rinascere. Sant’Angelo di Roccalvecce, conosciuto come “il paese delle fiabe”, è famoso per i suoi murales: più di quaranta opere che raccontano storie senza tempo – da Pinocchio ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Le facciate delle case diventano pagine illustrate. I bambini si fermano davanti al Gatto con gli Stivali; gli adulti si scattano foto davanti alla Bella Addormentata.

“Abbiamo voluto dare un futuro al nostro paese”, spiega Francesca Proietti, presidente dell’associazione che ha lanciato il progetto. “I murales hanno portato turisti e curiosi. Ora anche i giovani restano”. Il borgo conta meno di 200 abitanti, ma nei fine settimana d’autunno le stradine si riempiono di famiglie e viaggiatori.

Castagne e sapori d’autunno nella Tuscia

Non c’è autunno nella Tuscia senza il profumo delle castagne arrostite. Nei piccoli paesi tra Viterbo e Bolsena, le sagre animano le piazze con fuochi accesi e tavolate improvvisate. A Soriano nel Cimino, la festa della castagna richiama ogni anno migliaia di persone: si mangia all’aperto, tra dolci e vino novello. “La castagna qui è una tradizione antica”, racconta un produttore locale. “Si raccoglie a mano nei boschi e si cuoce come una volta”.

Anche nei ristoranti dei borghi – spesso ricavati in vecchie cantine – i menu cambiano con la stagione: zuppe calde, funghi porcini, dolci alle nocciole. I prezzi restano alla portata di tutti: un pranzo tipico non supera i 25 euro a persona. Chi vuole portare a casa un ricordo trova miele artigianale e marmellate nei mercatini domenicali.

Passeggiate tra colori e silenzi

Il vero spettacolo resta la natura. Nei boschi tra Bagnaia e Bomarzo, i sentieri si tingono di rosso e oro. Camminare qui – magari al mattino presto, quando la nebbia avvolge tutto – è un’esperienza senza filtri. “Si sentono solo i passi sulle foglie”, racconta un’escursionista incontrata lungo il percorso del Sacro Bosco di Bomarzo. Gli itinerari sono segnalati; alcuni partono direttamente dai centri storici.

Chi arriva in auto da Roma o Firenze raggiunge la Tuscia in meno di due ore. I parcheggi sono gratuiti nei giorni feriali; nei weekend conviene arrivare presto per evitare code ai varchi dei borghi più famosi.

Un weekend slow tra storia e natura

In fondo, la Tuscia d’autunno è questo: un invito a rallentare. Tra borghi sospesi, castagne sul fuoco e storie dipinte sui muri, ogni passo è una scoperta. “Qui il tempo sembra fermarsi”, ammette una turista milanese incontrata davanti al ponte di Civita. Forse è proprio questa la magia che spinge tanti a tornare ogni anno, quando l’estate lascia spazio ai colori caldi dell’autunno e ai racconti sospirati dal vento.

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