Marmolada: il ghiacciaio perde 7 metri in un anno e diventa un esempio di turismo sostenibile

Marmolada: il ghiacciaio perde 7 metri in un anno e diventa un esempio di turismo sostenibile

Marmolada: il ghiacciaio perde 7 metri in un anno e diventa un esempio di turismo sostenibile

Simona Carlini

15 Settembre 2025

Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, è al centro di un allarmante fenomeno di arretramento. Negli ultimi dodici mesi ha perso in media 7 metri di massa ghiacciata, un dato emerso dalla Campagna Glaciologica Partecipata, un’iniziativa del Museo di Geografia dell’Università di Padova, in collaborazione con esperti dell’Arpav Centro Valanghe di Arabba e il Comitato Glaciologico Italiano. Queste informazioni sono fondamentali per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici in una delle aree montane più emblematiche d’Italia.

l’arretramento del ghiacciaio

L’analisi dei dati ha confermato una tendenza preoccupante: il ritiro dei ghiacci, in particolare sulla parete nord della Marmolada, continua senza sosta. Nonostante alcune fasi fresche durante il periodo estivo, come la nevicata di fine agosto, le temperature elevate e le scarse precipitazioni invernali compromettono gravemente l’equilibrio del ghiacciaio. Mauro Varotto, docente dell’Università di Padova, ha chiarito che queste condizioni climatiche non lasciano spazio a possibilità di recupero per la Marmolada.

In aggiunta all’arretramento, si registra un preoccupante assottigliamento delle fronti del ghiacciaio, accompagnato dalla comparsa di detriti superficiali e dall’ampliamento di finestre rocciose. Questi fenomeni indicano un’evoluzione negativa per il ghiacciaio nei prossimi decenni. Varotto ha descritto il paesaggio glaciale, un tempo simbolo di bellezza naturale, come un relitto di un’epoca passata, sempre più distante dalla nostra realtà.

impatti sul turismo e sulla natura

Le implicazioni di questo ritiro sono significative non solo per l’ambiente, ma anche per l’industria del turismo e dello sci. Alberto Lanzavecchia, anch’esso dell’Università di Padova, ha sottolineato come il cambiamento climatico stia influenzando direttamente le pratiche sciistiche in alta quota. L’aumento della necessità di neve artificiale, generata da cannoni sempre più in alto sulle montagne, ha un impatto notevole sulla criosfera e sul paesaggio. I teli geotermici utilizzati per conservare la neve durante l’estate stanno diventando sempre più evidenti, trasformando il ghiacciaio in un palcoscenico di contraddizioni, dove la ricerca del divertimento turistico si scontra con la realtà di un ambiente in crisi.

un’opportunità per un turismo sostenibile

In questo contesto di emergenza climatica, gli esperti vedono nella Marmolada un’opportunità per ripensare il modello di turismo nelle aree montane. Mauro Valt dell’Arpav ha affermato che i dati raccolti non solo aggiornano i modelli predittivi sul ritiro dei ghiacciai, ma offrono anche spunti per riflessioni più ampie riguardo alla disponibilità idrica e alla sicurezza dei territori montani. La lezione che la Marmolada sta impartendo è chiara: è necessario un cambiamento radicale nella gestione del turismo e delle risorse naturali.

La Marmolada, pioniera negli impianti di risalita e nello sviluppo dell’industria dello sci di massa, ha ora l’opportunità di diventare un modello per un turismo sostenibile. Varotto ha sottolineato che, invece di continuare con pratiche che mettono a repentaglio la montagna, si potrebbe sviluppare un approccio più coerente, in grado di preservare l’ambiente e rispettare la sua fragilità. Creare un turismo che valorizzi la sostenibilità e la conservazione del patrimonio naturale potrebbe rappresentare la chiave per il futuro delle Dolomiti.

La possibilità di un turismo sostenibile non è solo un’idea romantica, ma una necessità pratica. Con il cambiamento climatico che continua a minacciare gli ecosistemi montani, l’adozione di pratiche sostenibili diventa fondamentale per garantire la sopravvivenza delle risorse naturali e il benessere delle comunità locali. Le Dolomiti, patrimonio dell’umanità UNESCO, potrebbero diventare un esempio luminoso di come è possibile coniugare la fruizione turistica con la salvaguardia dell’ambiente.

Alcune iniziative già in atto, come:

  1. Il rafforzamento del trasporto pubblico nelle aree montane
  2. La promozione di attività all’aperto a basso impatto ambientale
  3. La valorizzazione delle tradizioni locali

potrebbero essere ampliate per creare un modello di turismo che minimizzi l’impatto ambientale e contribuisca alla resilienza delle comunità montane. La sfida è grande, ma la Marmolada, con la sua maestosa bellezza e il suo drammatico ritiro, potrebbe fungere da catalizzatore per un cambiamento positivo, trasformando la crisi in un’opportunità per un futuro più sostenibile.

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