Tokyo, 13 dicembre 2025 – Al mercato di Tsukiji, nel cuore pulsante di Tokyo, il tempo sembra scorrere su due binari diversi: quello antico della tradizione e quello frenetico del turismo di massa che, negli ultimi tempi, ha messo sotto pressione l’equilibrio del quartiere. Negli ultimi mesi, infatti, commercianti e residenti hanno lanciato un appello insolito, quasi sorprendente in una metropoli che ha sempre accolto i visitatori con orgoglio: chiedono ai turisti di limitare le visite e, in certi casi, di evitare le ore più affollate.
Tsukiji tra storie antiche e nuovi problemi
Nel labirinto stretto delle vie di Tsukiji, noto da sempre per il pesce fresco, la giornata comincia prestissimo. Già alle tre del mattino si sentono i primi colpi delle cassette sulle spalle dei facchini, mentre l’aria si riempie dell’odore pungente del tonno nei vicoli ancora bui. Ma quando la città si sveglia, arrivano anche i gruppi organizzati – con smartphone alla mano e zaini grandi – e la situazione si fa complicata. “Ormai non si passa più, è tutto bloccato”, racconta Shigeru Takahashi, 62 anni, pescivendolo dal 1987. “Si perde l’anima di questo posto”, confessa con un filo di malinconia.
I dati dell’associazione dei commercianti dicono chiaro: solo a ottobre il quartiere ha visto una media di 12 mila visitatori al giorno, con punte che nei giorni festivi hanno sfiorato le 20 mila persone. Ma la prefettura di Tokyo ricorda che lo spazio reale non potrebbe reggere un flusso così intenso. Eppure, i turisti continuano ad arrivare senza sosta.
Il mercato esterno sotto pressione
Nel 2018 il celebre mercato ittico all’ingrosso è stato trasferito a Toyosu – una zona nuova, moderna e ordinata – ma il mercato esterno di Tsukiji è rimasto vivo e vegeto. Qui resistono botteghe storiche dove si vende pesce fresco ma anche coltelli artigianali o cibo da strada come tamagoyaki e sashimi. “Noi puntiamo ancora sulla clientela locale”, spiega Emi Sato, che gestisce una bancarella di dolciumi. “Ma ora tra selfie e lunghe file spesso chi abita qui preferisce restarsene a casa”.
Il tema della vivibilità è diventato centrale. Le autorità hanno messo nuovi cartelli in inglese, cinese e coreano per chiedere rispetto degli spazi. Invitano i visitatori a non consumare cibo camminando e a evitare le ore mattutine più caotiche. Alcuni negozi hanno tagliato gli orari o chiudono proprio nei giorni più pieni.
I rischi dell’overtourism
Gli esperti avvertono sui pericoli dell’overtourism, un fenomeno ormai noto anche in Giappone dopo la pandemia. Per il professor Hiroshi Matsumoto dell’Università di Tokyo il rischio è chiaro: “Se il mercato diventa solo un’attrazione turistica perde la sua identità originale. E così si rischia che la comunità sparisca”. Negli ultimi mesi ci sono stati episodi spiacevoli: turisti entrati dove non dovevano o che hanno ostacolato il lavoro durante le aste del mattino.
Anche il municipio è coinvolto nel dibattito: “Vogliamo accogliere tutti”, dice il vicesindaco Keiko Yoshida, “ma bisogna trovare un equilibrio”. Tra le idee sul tavolo ci sono limiti agli ingressi nelle ore più critiche (dalle 6 alle 10), campagne informative negli hotel e perfino piccoli ticket simbolici per entrare.
Le reazioni della comunità
Tra i commercianti prevalgono stanchezza e preoccupazione. “Temiamo che finisca come a Kyoto o Venezia”, confida Takahashi. Tra i visitatori invece c’è chi capisce la situazione. In un angolo nascosto della strada una coppia italiana racconta: “È bello vedere tutto questo movimento, ma se c’è troppa confusione non si riesce a godere nulla”. Anche online fioccano recensioni che parlano di affollamento e attese lunghe.
Non ci sono dubbi: Tsukiji sta cercando una via per uscire dall’ingombro della sua stessa popolarità. Gli abitanti difendono la loro routine; i turisti – soprattutto da Cina, Corea del Sud ed Europa – continuano ad arrivare senza sosta. Qui, in questo dedalo rumoroso dove Tokyo mostra se stessa senza filtri, sembra che il compromesso debba ancora arrivare.
Intanto le prime luci dell’alba illuminano ancora una volta le cassette piene di tonno appena scaricate. Qualcuno scatta fotografie nascosto; altri se ne vanno rispettando i nuovi inviti. Per ora tra cartelli multilingue e negozi chiusi fuori orario, il vero sapore di Tsukiji resta sospeso… in attesa di tempi meno caotici.