Napoli, 21 dicembre 2025 – Trenta opere nuove di zecca e una luce che, spesso, è quella dei fuochi d’artificio a squarciare il buio: così si è aperta ieri sera al Museo Madre di Napoli la mostra dedicata a Luisa Esposito, artista partenopea che da anni studia il legame tra la città e i suoi riti. Una rassegna che racconta un momento preciso: il Capodanno, quando Napoli si ferma, per un attimo solo, sotto un cielo esploso di colori.
Opere inedite e atmosfere di Capodanno
Sono trenta i lavori esposti, tutti realizzati tra il 2023 e il 2024 e mai visti prima. L’artista – nata nel quartiere Vomero nel 1978 – ha spiegato ai giornalisti: «Volevo catturare quel secondo esatto in cui la città sembra trattenere il fiato. Prima del rumore, prima che le strade si riempiano di cenere». La mostra, curata da Paola Giordano, resterà aperta fino al 1° marzo 2026. La sala principale ospita grandi tele a olio; alcune quasi monocromatiche, altre piene di bagliori rossi e blu.
Passeggiando tra le opere si riconoscono scorci di piazza Plebiscito e via Toledo, ma anche vicoli anonimi con sagome di persone affacciate ai balconi. «Non volevo dipingere la festa», ha detto Esposito, «ma quello che succede prima e dopo: la sospensione, l’attesa e quel silenzio improvviso che dura un battito».
Un racconto visivo tra realtà e memoria
L’idea di fermare il tempo proprio sul confine tra un anno e l’altro nasce da una memoria personale. L’artista ha raccontato di aver passato la notte di Capodanno del 2001 a Forcella: «Mio padre era uscito con una telecamera. Rivedendo quei video ho visto cose che quella notte non avevo notato: volti tesi, mani che tremavano, una città illuminata come in un sogno». Da qui nasce questa serie che mescola realtà e immaginazione.
La mostra non propone solo pittura: alcune fotografie scattate dal tetto del palazzo Serra di Cassano mostrano Napoli vista dall’alto, attraversata da scie luminose. Ieri pomeriggio alle 17 alcuni visitatori si sono soffermati davanti a una tela intitolata “L’ultimo minuto”, dove un gruppo di ragazzini guarda i fuochi in silenzio, quasi ipnotizzati. «Sembrano aspettare qualcosa», ha osservato Marco, studente dell’Accademia di Belle Arti.
Luci, riti e paure nel cuore della città
Il curatore Paola Giordano ha evidenziato come l’esposizione offra uno sguardo intimo sulla città. La notte di San Silvestro a Napoli non è solo festa: c’è anche ansia, attesa e un senso di pericolo. Molte tele restituiscono proprio questa tensione: vetri chiusi, bambini nascosti dietro le tende, anziani che osservano fuori senza muoversi.
Un tema richiamato anche dall’assessore alla Cultura Lucia Palomba durante l’inaugurazione: «Ci fa riflettere sul modo in cui viviamo – o talvolta sospendiamo – il tempo collettivo nei momenti di festa». Il pubblico presente – circa duecento persone secondo gli organizzatori – si è distribuito lungo il percorso al primo piano del museo, dove una luce soffusa metteva in risalto ogni dettaglio delle opere.
Presenze e reazioni nel giorno dell’apertura
Alla vernice c’erano molti artisti locali – tra cui Antonio D’Alessandro e Claudia Vitale – oltre a studenti e curiosi arrivati dai quartieri Spaccanapoli e Fuorigrotta. Qualcuno ha immortalato dettagli come finestre socchiuse o la traccia luminosa lasciata da una bengala spenta. Alle 19.45, mentre l’artista firmava i cataloghi della mostra, una signora ha commentato: «Sembra quasi di sentire ancora quell’odore di polvere da sparo che ti resta addosso fino al giorno dopo».
Per chi volesse vedere “Notte Fissa”, questo il titolo scelto per la mostra, il biglietto intero costa 9 euro; ridotto a 5 per studenti e over 65. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20. Nei primi due giorni sono stati già venduti oltre 650 biglietti.
Un viaggio — così l’ha definito ieri Luisa Esposito — dentro una città che si ferma solo per ripartire più forte. Una Napoli mai uguale a se stessa, nemmeno nella notte più lunga dell’anno.