Nature Photography Contest 2025: le foto vincenti di orsi, gorilla e fiori straordinari

Giulia Ruberti

7 Dicembre 2025

Milano, 7 dicembre 2025 – Le immagini vincenti del Nature Photography Contest 2025 sono state svelate ieri sera al Museo di Storia Naturale di Milano, dove fotografi da ogni parte del mondo si sono ritrovati per celebrare la biodiversità e la bellezza selvaggia del nostro pianeta. Dai monti dell’Alaska alle foreste equatoriali africane, la giuria ha scelto scatti capaci di raccontare con forza la vita, le emozioni, i pericoli e la fragilità degli ecosistemi. Come spesso succede, sono stati soprattutto i ritratti di orsi bruni, gorilla di montagna e piccoli mammiferi a togliere il fiato: momenti intimi o battaglie quotidiane catturati con grande delicatezza.

Orsi bruni tra i ghiacci: lo scatto che ha stregato tutti

Il primo premio è andato a una foto firmata da Lucas Brunner, fotografo tedesco con un’esperienza decennale nelle spedizioni artiche. Il suo scatto – realizzato all’alba dello scorso marzo sulle rive ghiacciate del lago Baikal, in Russia – mostra una mamma orso bruno intenta a pescare con i suoi due cuccioli. La luce che attraversa la nebbia rivela anche le impronte sulla neve, un dettaglio che la giuria, guidata dalla biologa Francesca Ronchi, ha definito “un richiamo forte alla convivenza e alla lotta per sopravvivere”.

Brunner, visibilmente emozionato al momento della premiazione, ha raccontato: “Ho aspettato quasi quattro ore nascosto tra gli abeti. Solo allora è uscita dall’ombra con i piccoli. Mi sono sentito più ospite che spettatore”. Nonostante i tanti premi internazionali già vinti, ha confessato che vedere la sua foto proiettata nella sala del museo milanese davanti a centinaia di appassionati e ricercatori “è stata un’emozione diversa”.

Gorilla di montagna: uno sguardo che parla

Tra le immagini più commentate c’è quella di un gorilla di montagna nel Parco Nazionale di Bwindi, in Uganda. Il francese Éric Dumont, autore dello scatto, ha colto il momento in cui il maschio dominante si volta verso l’obiettivo con uno sguardo che sembra quasi sfidare chi osserva. “Non era paura, ma curiosità”, ha spiegato Dumont in un’intervista improvvisata nel foyer del museo. Dietro di lui, altri fotografi commentavano a bassa voce la nitidezza incredibile dei dettagli: il riflesso negli occhi del gorilla, una foglia appiccicata al pelo, minuscole gocce di rugiada sulle foglie.

Quest’anno questa categoria – dedicata ai primati a rischio estinzione – ha avuto più partecipanti che mai. Secondo gli organizzatori, oltre il 30% degli scatti inviati riguardava specie vulnerabili o minacciate.

Fiori e piccoli animali: l’incanto della natura quotidiana

Non ci sono solo grandi mammiferi nelle foto finaliste. Spiccano anche soggetti meno noti ma altrettanto affascinanti: una libellula posata su un ramo di salice in un crepuscolo toscano; due ricci intenti a dividersi una mela in un giardino dell’hinterland milanese; un gruppo di rane che attraversa una pozzanghera vicino alla periferia di Torino. Sono immagini firmate da italiani come Martina Bianchi e Sandro D’Amico, capaci – come ha sottolineato la curatrice Elisa Romano – di catturare “la straordinaria normalità della vita selvaggia che ci circonda ogni giorno”.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 14 gennaio 2026 e dedica uno spazio speciale ai giovani fotografi under 18: una scelta chiara per avvicinare i ragazzi alla sensibilità ambientale.

Il racconto crudo della crisi ambientale

Molti scatti non evitano di mostrare le minacce che pesano sugli ecosistemi: plastica sulle spiagge del Sud-Est asiatico, incendi nelle foreste canadesi, animali in cerca d’acqua durante la siccità estiva nei Balcani. Alcune immagini hanno fatto discutere per la loro durezza. “Abbiamo deciso di non censurare nulla”, ha spiegato Linda Mazzi, direttrice del contest. “Raccontare la natura significa anche mostrare ciò che rischiamo davvero di perdere”.

Quest’anno sono arrivate oltre 12mila fotografie da più di 80 Paesi. La giuria ha lavorato per tre settimane valutando ogni singolo scatto fino a scegliere i 40 finalisti.

Premiazione e futuro della mostra

La cerimonia si è chiusa poco dopo le 21 con un lungo applauso per tutti i partecipanti. Nel foyer si è parlato a lungo delle foto vincitrici e molti visitatori hanno mostrato interesse ad acquistare le stampe esposte; parte del ricavato sarà destinato a progetti per la tutela della fauna selvatica.

La mostra farà tappa a Parigi e Berlino nella primavera 2026. “Raccontare la natura”, ha detto Brunner, “significa proteggere quello che resta”. Eppure guardando quei volti animali proiettati su uno schermo gigante nel cuore di Milano qualcuno è rimasto senza parole… come davanti a un incontro inatteso nella foresta.

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