Primavera al Circolo Polare: alla scoperta dei tesori naturali dell’Islanda nel Golden Circle e costa sud

Silvana Lopez

15 Dicembre 2025

Reykjavik, 15 dicembre 2025 – Il cuore pulsante dell’Islanda si trova lungo quel tratto che corre tra il Golden Circle e la costa sud, dove natura, storia e vita quotidiana si mescolano in un paesaggio di forti contrasti. Chi sbarca sull’isola in questo periodo – con il vento gelido che soffia dall’Atlantico e le ore di luce strappate a una notte che sembra infinita – scopre qui qualcosa che molti chiamano, quasi d’istinto, “l’anima islandese”. Ma è solo camminando su queste strade che la si può davvero capire.

Tra geyser e cascate: un viaggio dentro l’Islanda

Partendo da Reykjavik appena albeggia (intorno alle 10 a dicembre), si è subito immersi nel percorso del Golden Circle, un anello di circa 300 chilometri che da sempre attira viaggiatori curiosi. In meno di un’ora si arriva a Thingvellir, il parco nazionale dove già nel 930 si riuniva il Parlamento islandese. Qui lo spettacolo non sta solo nei sentieri tra rocce laviche e ruscelli ghiacciati, ma nell’atmosfera stessa: l’aria sembra immobile, e gli escursionisti si muovono in un silenzio quasi reverenziale.

Si prosegue verso i celebri geyser di Haukadalur – Strokkur e Geysir, le star del posto. All’improvviso uno zampillo d’acqua, vapore nell’aria e turisti con gli smartphone pronti a immortalare il momento. “Non è la prima volta che vengo, ma ogni volta rimango senza parole”, racconta Lars, norvegese in viaggio con la famiglia. Più a sud c’è la cascata Gullfoss, dove il fiume Hvítá precipita in una gola profonda creando nuvole di spray gelato. Nei bar all’ingresso i locali sorseggiano caffè osservando le nuvole: “Qui sembra che tutto cambi in un attimo”, confessa una giovane guida.

La costa sud tra ghiacciai e villaggi

Lasciato il Golden Circle dietro le spalle, si apre l’immenso mondo della costa sud. La famosa strada numero 1 – la Ring Road – corre tra campi neri e distese di muschio verso la cascata di Seljalandsfoss, tra le più fotografate dell’isola. Qui non è raro incontrare gruppi intenti a scattare sotto la cortina d’acqua: “A febbraio può gelare facilmente, serve fare attenzione”, avverte un autista del posto.

Poco più avanti cambia ancora lo scenario: le scogliere di Dyrhólaey e la spiaggia nera di Reynisfjara, con i faraglioni che si stagliano dall’oceano come sentinelle silenziose. Il villaggio di Vík í Mýrdal appare quasi all’improvviso: poche case colorate, una chiesa solitaria su una collina, negozi che vendono maglioni fatti a mano. Qui turismo e vita locale convivono davvero. “Non è solo Instagram”, spiega Margrét, commessa in un minimarket. “Molti tornano ogni anno per vedere come la tempesta trasforma la spiaggia”.

Vulcani e ghiaccio: convivere con la natura

Una delle cose che colpiscono chi fa questo viaggio è proprio l’equilibrio tra la forza della natura e la presenza umana. Il ghiacciaio Eyjafjallajökull, famoso per l’eruzione del 2010, domina il paesaggio ricordando quanto fragile sia questa terra. La gente ha imparato a convivere con tutto questo: prudenza sì, ma senza rinunciare alle proprie radici.

Nei rifugi lungo la strada si parla ancora del tempo come se fosse l’unico vero argomento da seguire: previsioni da controllare più volte al giorno, vestiti da cambiare in fretta se serve. Nei bar di Hella o Selfoss si incrociano famiglie di contadini e giovani studiosi dei fenomeni geotermici; mentre l’aroma del pesce affumicato accompagna chiacchiere tranquille nel pomeriggio.

Come prepararsi per il viaggio

L’Islanda resta una meta alla portata ma mai banale. Affittare un’auto costa intorno ai 70 euro al giorno fuori stagione; i pasti non sono economici (un panino spesso supera i 10 euro). Le strade possono ghiacciarsi facilmente: conviene sempre controllare aggiornamenti sul sito ufficiale www.road.is. Le strutture lungo il Golden Circle e la costa sud – guesthouse familiari o piccoli hotel – sono spesso piene nei weekend; prenotare prima è ormai indispensabile anche nei mesi meno turistici.

Sulla costa sud molti approfittano per visitare anche la famosa laguna glaciale di Jökulsárlón, dove gli iceberg galleggiano verso l’oceano: “Arrivare al tramonto è uno spettacolo incredibile”, racconta Kristján, guida locale. Ma basta guardare una cartina – o il cielo che cambia colore all’improvviso – per capire subito che qui non ci sono itinerari prevedibili. E allora ci si accorge davvero di aver respirato almeno un po’ della vera essenza dell’Islanda.

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