Quanto Costa Sciare in Europa: Le Destinazioni Più Care e le Più Economiche a Confronto

Giulia Ruberti

7 Dicembre 2025

Milano, 7 dicembre 2025 – Sciare in Europa sta diventando un vero e proprio lusso. Una recente indagine di Holidu, pubblicata oggi, mette in luce come le località sciistiche più costose del continente siano tutte concentrate in Svizzera, Francia, Austria e Italia. Analizzando il costo medio di una giornata sulle piste – tra skipass, noleggio attrezzatura, pranzo e bevande – emerge un quadro chiaro: il divario tra le destinazioni top e quelle più accessibili è netto e sorprendente.

La Svizzera domina: St. Moritz regina indiscussa dei prezzi

St. Moritz si conferma la più cara d’Europa: qui una giornata sugli sci supera tranquillamente i 180 euro a persona. Lo skipass costa più di 80 euro, il noleggio attrezzatura si aggira intorno ai 60, mentre anche un semplice caffè può arrivare a 5 euro. Una zuppa calda al rifugio? Non meno di 18 euro. I numeri parlano chiaro: St. Moritz è la meta per chi non bada a spese.

Al secondo posto c’è Zermatt, un’altra località svizzera che non fa sconti: il conto medio per una giornata-tipo supera spesso i 170 euro. Seguono Verbier, Courchevel in Francia e Lech-Zürs in Austria con prezzi tra i 150 e i 160 euro al giorno. Qui, oltre alle piste da sci, è il lusso a farla da padrone: negozi con orologi e abiti di alta gamma si affiancano a listini che allontanano molti appassionati meno abbienti.

L’Italia tiene alta la bandiera: Courmayeur è la più cara

Tra le località italiane spicca Courmayeur, ottava nella classifica europea con una spesa media di circa 135 euro al giorno. Lo skipass qui si avvicina ai 65 euro. Gli operatori turistici locali segnalano un aumento costante dei prezzi negli ultimi tre anni, dovuto soprattutto ai rincari energetici e agli investimenti per l’innevamento artificiale.

Madonna di Campiglio e Cortina d’Ampezzo restano stazioni di élite con costi sopra i 120 euro al giorno ma ancora lontane dai prezzi svizzeri più alti.

Le alternative low cost arrivano dall’Est Europa e dai Pirenei

Chi vuole risparmiare senza rinunciare alle piste può guardare all’Est Europa o ai Pirenei. A Jasná, in Slovacchia, si spendono poco più di 50 euro per una giornata completa sugli sci, tutto compreso dal biglietto al pranzo. A Bansko, in Bulgaria, la media resta sotto i 60 euro ed è facile trovare tanti giovani italiani e spagnoli attratti dai prezzi bassi e dalla vivace vita notturna.

Nei Pirenei francesi località come Ax 3 Domaines o Font-Romeu offrono pacchetti sotto i 70 euro tra skipass e noleggio. “Il nostro target sono soprattutto le famiglie con bambini,” spiega Céline Martel, responsabile turismo della regione Pirenei. Anche nelle Alpi italiane minori come Prato Nevoso o Folgaria la spesa giornaliera si mantiene tra gli 80 e i 90 euro.

I rincari non danno tregua: l’inflazione pesa sul prezzo della neve

Il divario tra chi può permettersi una settimana bianca di lusso e chi punta a un weekend economico si allarga sempre di più. Lo conferma l’Osservatorio Nazionale del Turismo Montano, che nel suo report segnala un aumento medio del costo degli skipass del 12% rispetto al 2023. L’inflazione e gli investimenti necessari per garantire sicurezza sulle piste sono i fattori principali dietro questa crescita.

“Abbiamo dovuto alzare i prezzi per mantenere gli standard di sicurezza,” spiega Gianni Rossi, direttore del consorzio Dolomiti Superski.

Sui social impazzano le proteste degli sciatori italiani che parlano di costi “fuori controllo”, soprattutto durante le festività natalizie quando una settimana bianca può arrivare a sfiorare i duemila euro a persona includendo alloggio ed extra. C’è chi rinuncia e chi invece cerca offerte last minute o viaggi organizzati in gruppo per tagliare le spese.

La mappa delle vacanze sulla neve cambia volto

Secondo dati dell’Ente Nazionale Italiano per il Turismo (Enit), la stagione 2025/26 vede un aumento delle prenotazioni verso località di fascia media del 18% rispetto all’anno scorso. La scelta verso mete meno blasonate nasce sia dal desiderio di risparmiare sia dalla voglia di evitare l’affollamento dei posti più rinomati.

Molte stazioni sciistiche minori stanno puntando su servizi pensati per famiglie, offerte combinate con centri termali o attività extra-sciistiche per attirare più turisti.

Nel frattempo nei grandi comprensori internazionali il lusso resta un tratto distintivo, ma alla fine – come sempre – è il portafoglio a fare la differenza: sciare in Europa oggi significa anche saper scegliere dove spendere (o risparmiare).

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