Catania, 14 dicembre 2025 – Santa Maria del Carmelo, nel cuore della piccola frazione di Pennisi, ha riaperto le sue porte questa mattina, dopo oltre sette anni di silenzio e lavori. Qui, nel 2018, il terremoto aveva lasciato ferite profonde, sia nelle strade che nelle vite della comunità. Oggi la chiesa ferita si mostra di nuovo ai fedeli, diventando un vero simbolo di rinascita e memoria condivisa.
Ritorno tra le navate, sette anni dopo il terremoto
L’appuntamento era segnato da settimane sul calendario, ma già all’alba la piazza davanti a Santa Maria del Carmelo – poco più di cento metri quadrati di basolato scuro – si era riempita. «Siamo qui per ricordare chi ha sofferto e per guardare avanti», ha detto don Alfio Salerno, il parroco che non ha mai lasciato il paese, nemmeno nei giorni più duri dopo il sisma. La chiesa era stata dichiarata inagibile dalla Protezione Civile subito dopo il terremoto del 26 dicembre 2018: una crepa spaccava il campanile, i muretti erano crollati, la statua della Madonna era stata salvata per un soffio dalla caduta. Poi è calato il silenzio, interrotto solo dal rumore dei primi lavori.
Memoria e rinascita in una comunità resiliente
«Ci mancava un posto dove ritrovarci davvero», ha raccontato la signora Nunzia, settant’anni, che abita a pochi passi dal sagrato. L’attesa della riapertura è stata lunga e a tratti dura: nei primi mesi le messe si celebravano in una sala parrocchiale improvvisata, con sedie pieghevoli e qualche candela tremolante. «Non era la stessa cosa», ammettono gli anziani del paese. Poi la Diocesi di Acireale ha deciso di partire con un cantiere impegnativo: consolidare le fondamenta, restaurare le tele ottocentesche e adeguare la struttura alle nuove norme antisismiche richieste dai tecnici. «Abbiamo voluto restituire a Pennisi non solo un edificio, ma la sua anima», ha detto con voce rotta dall’emozione il vescovo Antonino Raspanti durante l’inaugurazione.
I lavori tra fondi pubblici e donazioni
Il progetto di ricostruzione – guidato dall’architetto Maurizio Di Mauro – è costato quasi un milione di euro, coperto in parte dalla Regione Sicilia e in parte da una raccolta fondi tra privati e associazioni locali. «Il passaparola ha fatto miracoli – ha ricordato il sindaco di Acireale, Stefano Alì – anche chi non abita più qui ha voluto dare una mano». Sul fronte tecnico sono saltati fuori problemi inattesi: infiltrazioni d’acqua nell’abside e affreschi danneggiati dal tempo e dall’umidità. Solo allora è emerso quanto lavoro servisse davvero. Gli operai della ditta locale “Fratelli D’Amico” hanno spesso lavorato anche di notte, specialmente nell’inverno del 2021 quando sembrava che i tempi potessero slittare.
Simbolo per tutto il territorio colpito dal sisma
Oggi la chiesa di Santa Maria del Carmelo si presenta come un esempio per tutta l’area etnea ferita dal sisma sette anni fa. Nelle navate ricostruite si intravedono ancora – quasi a fatica – le scritte lasciate dai volontari arrivati da lontano per aiutare nella prima emergenza: un nome tracciato con una matita dietro l’altare maggiore, un foglio con la data della prima messa d’emergenza. «Questo luogo è memoria viva», ha detto a margine della cerimonia Maria Grazia Leonardi, assessora alla Cultura.
Non solo messe: nelle prossime settimane l’oratorio riaprirà ai bambini del catechismo e riprenderanno tutte quelle attività sociali interrotte nel 2018. Il gruppo giovani dell’Azione Cattolica sta già preparando una recita natalizia per il prossimo fine settimana. Un gesto piccolo ma importante.
Il futuro tra prudenza e speranza
Gli abitanti di Pennisi sanno bene che nulla potrà restituire ciò che quella notte tra il 25 e il 26 dicembre 2018 è andato perso. Però, a sette anni da allora, quella chiesa rinnovata racconta un’altra storia: quella di una comunità che resiste, si adatta e prova a ricominciare senza mai dimenticare. «Abbiamo imparato a non dare niente per scontato», ha detto suor Elisabetta mentre accendeva la prima candela sull’altare restaurato.
Niente proclami o grandi discorsi: solo qualche fiore fresco sotto la statua della Madonna, le panche lucidate apposta per l’occasione e un’atmosfera diversa. «Qui si riparte», hanno ripetuto in tanti uscendo dalla messa poco dopo mezzogiorno. E quel sentimento fatto di memoria e futuro intrecciati sembra destinato a restare ancora a lungo dentro le mura di Santa Maria del Carmelo.