Milano, 2 dicembre 2025 – Nel 2025 le città che trainano economia, cultura e innovazione nel mondo sono sempre più centri pulsanti, veri e propri laboratori di cambiamento e punti di riferimento per chi investe, studia e crea. Il nuovo rapporto del Global Urban Influence Index, diffuso stamattina dalla società di consulenza internazionale Urban Metrics, conferma ancora una volta il primato di New York, Londra e Tokyo. Ma c’è una notizia che riguarda da vicino l’Italia: Roma e Milano restano saldamente tra le prime trenta città al mondo, mantenendo un ruolo importante in uno scenario sempre più competitivo.
Capitali globali in vetta, l’Italia non molla
A mezzogiorno, nella sede londinese di Urban Metrics, è stato presentato il dossier davanti a una platea composta da analisti, sindaci e responsabili delle politiche urbane. “Abbiamo esaminato più di 200 città, tenendo conto di dati come il Pil urbano, i brevetti registrati, le infrastrutture digitali, il turismo e la vitalità culturale”, ha spiegato Peter Andersen, direttore della ricerca. In cima alla classifica si conferma New York, spinta da un Pil che sfiora i 2.000 miliardi di dollari e da un settore finanziario in costante crescita.
Dietro a poco distanza c’è Londra, forte soprattutto dal punto di vista accademico con cinque università fra le prime trenta al mondo. Chiude il podio Tokyo, grazie all’alta capacità innovativa e alle performance dell’industria manifatturiera. Le altre grandi metropoli del G7 seguono: Parigi è quarta, Berlino settima mentre Toronto e Sydney restano fuori dalla top ten.
Milano e Roma nella top 30: numeri che contano
Per l’Italia le sorprese arrivano intorno alla ventesima posizione. È Milano la prima città italiana con il suo 19° posto globale. La metropoli lombarda viene premiata per la vivacità imprenditoriale e l’alto numero di startup innovative: “Negli ultimi dodici mesi”, sottolinea il rapporto, “Milano ha visto crescere del 14% gli investimenti in capitale di rischio”.
Segue poi Roma, al 28° posto, riconosciuta soprattutto per la sua importanza culturale europea e per il turismo internazionale (oltre 10 milioni di visitatori nel 2024 secondo ISTAT). La capitale mantiene un ruolo centrale nel Mediterraneo anche grazie alla presenza di organizzazioni internazionali, ambasciate e centri di ricerca.
Oltre i numeri: le nuove sfide delle città
Il rapporto non si ferma ai dati economici tradizionali. Sempre più contano l’impatto ambientale, l’accesso ai servizi digitali e l’inclusione sociale. Metropoli come Singapore e Seul guadagnano posizioni proprio per questi aspetti. San Francisco e Shanghai vengono citate per le loro politiche sulla mobilità sostenibile e sulla riduzione delle emissioni.
“L’innovazione non riguarda solo tecnologia o finanza – ha commentato Beatrice Rinaldi, urbanista italiana intervenuta da Milano – ma anche accessibilità per tutti e qualità della vita nei quartieri”. Sono proprio questi fattori a fare la differenza tra chi cresce in classifica e chi invece scivola indietro.
Italia: opportunità da sfruttare ma anche ostacoli da superare
Non mancano però le criticità per le nostre città. Secondo gli esperti, Milano paga ancora prezzi troppo alti degli immobili e una certa pressione sulle infrastrutture nelle periferie. Roma invece deve fare i conti con una burocrazia che agli occhi degli investitori stranieri sembra lenta.
“La presenza di Milano e Roma tra le prime trenta dimostra il potenziale dell’Italia”, spiega Marco Valentini, presidente dell’Associazione delle Città Italiane. “Serve però continuità negli investimenti su formazione, trasporti pubblici e politiche abitative”.
Prossimi passi: investimenti strategici in campo urbano
Il prossimo anno partiranno progetti pilota su mobilità elettrica, efficienza energetica negli edifici pubblici e reti digitali ultra-veloci. Milano punta a diventare leader europeo nella ricerca biotecnologica con l’hub Mind nell’area dell’ex Expo. Roma rilancia la candidatura a capitale europea della cultura per il 2028.
Le città restano “laboratori viventi”, come li definisce Urban Metrics. Per l’Italia la sfida è mantenere questo ritmo senza perdere identità né coesione sociale. I numeri dell’indice globale tracciano una fotografia chiara delle priorità: ora tocca ai sindaci, alle imprese e ai cittadini trasformare queste indicazioni in scelte concrete.