San Casciano dei Bagni, 24 dicembre 2025 – A San Casciano dei Bagni, nel cuore della provincia di Siena, gli scavi archeologici stanno davvero cambiando le carte in tavola sulla storia dell’antico santuario termale e sulle pratiche mediche di etruschi e romani. Nelle ultime settimane, come ha fatto sapere la direzione scientifica del progetto, sono venute alla luce prove che risalgono a molto prima del I secolo a.C.. Questi ritrovamenti non solo spostano indietro nel tempo l’origine del santuario, ma mostrano anche una medicina organizzata e avanzata, strettamente legata alla devozione per le acque termali.
Scoperte che ribaltano le origini
Questa mattina il team guidato dall’archeologo Jacopo Tabolli, dell’Università per Stranieri di Siena, ha presentato i nuovi reperti che mettono in discussione la data di fondazione del santuario di San Casciano. “Le tracce più antiche risalgono al IV secolo a.C.,” ha detto Tabolli ai giornalisti, mostrando frammenti ceramici e oggetti votivi attribuiti agli etruschi, ben prima dell’arrivo dei romani.
Ma non è solo una questione di datazioni. Tra le vasche termali – ancora oggi circondate dal vapore che sale dalle sorgenti sulfuree – sono emersi degli ex voto anatomici in terracotta: modellini precisi di organi, arti e perfino neonati, lasciati come offerte per la salute. Ogni pezzo porta l’impronta delle mani degli artigiani dell’epoca. In particolare una piccola mano con una frattura evidente ha catturato l’attenzione degli studiosi.
La “scuola medica” nascosta nelle terme
Il ritrovamento più insolito riguarda proprio la quantità e la varietà di questi ex voto anatomici. Tabolli è chiaro: “Qui non si curava solo con la fede, c’era vera conoscenza medica. Un posto dove si insegnava e si praticava la medicina.” Accanto alle offerte sono stati trovati anche strumenti chirurgici in bronzo – pinzette, aghi, spatole – a confermare un interesse concreto per ferite e malattie.
Non mancano iscrizioni etrusche e latine che raccontano guarigioni e ringraziamenti agli dei delle acque. Alcune citano malattie precise, come reumatismi e problemi alla vista. Al centro di tutto c’è il rapporto tra uomo e acque termali. “A San Casciano,” spiega Tabolli, “il corpo era parte integrante del rito ed era studiato quasi come oggi farebbe uno scienziato.” Fonti antiche come Strabone e Plinio parlavano già del culto delle acque in Toscana; qui però la mole di prove materiali è davvero eccezionale.
Un tesoro per l’antropologia e oltre
Il santuario di San Casciano dei Bagni emerge così come uno dei siti archeologici più importanti d’Italia negli ultimi anni. Non solo per gli oggetti ritrovati: “Qui abbiamo davanti un vero laboratorio di antropologia storica,” sottolinea la soprintendente Emanuela Gennai. Gli ex voto permettono infatti di capire quali malattie erano diffuse allora, quali tecniche artigianali usavano e come si rapportavano tra loro sacerdoti, guaritori e fedeli.
La comunità scientifica internazionale osserva con grande interesse: diverse università europee partecipano alle analisi sui reperti, soprattutto per studiare i residui biologici sulle terrecotte. Intanto i lavori nel sito continuano senza pause – anche durante le festività – perché ogni nuova campagna porta nuove sorprese nelle vasche stratificate.
Tra tutela, ricerca e turismo
Il Comune di San Casciano dei Bagni (poco meno di 1.500 abitanti) guarda a questa scoperta con speranza per il futuro. Le terme moderne attirano già molti visitatori ma ora si pensa a un percorso museale dedicato ai reperti trovati qui. “Abbiamo una ricchezza scientifica e culturale enorme da valorizzare,” ha spiegato ieri in conferenza stampa la sindaca Agnese Carletti, “ma serve anche prudenza: troppa attenzione rischia di danneggiare il sito.”
Fonti della Soprintendenza indicano che nel 2026 potrebbe esserci una mostra temporanea al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Molti studiosi però vorrebbero che i reperti rimanessero qui, per non spezzare il legame con il territorio.
A San Casciano, intanto, la nebbia invernale avvolge ancora le piscine fumanti dove secoli fa etruschi e romani cercavano salute. Tra reperti appena riportati alla luce e visitatori curiosi – taccuino o smartphone alla mano – si respira quella tensione carica d’attesa tipica delle grandi scoperte.