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Silvana Lopez

7 Dicembre 2025

Milano, 7 dicembre 2025 – Giovedì mattina, poco dopo le otto, i carabinieri hanno bussato al portone di un appartamento in via Mac Mahon, nel quartiere nord-ovest di Milano. Qui abitava Alberto S., 42 anni, che si è visto consegnare un mandato di perquisizione. È indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Una scena veloce, ma carica di tensione: i militari – in divisa e con il volto serio – hanno mostrato il documento, invitandolo a seguirli senza opporre resistenza.

Indagini scattate da una segnalazione anonima

La Procura di Milano lavora sul caso da circa due settimane. Tutto è partito da una segnalazione anonima arrivata al centralino dei carabinieri di piazza Sant’Ambrogio. Una voce agitata ha parlato di “movimenti sospetti” nell’appartamento del quarantaduenne. Non ci sono dettagli sulla presunta vittima, solo qualche accenno confuso a “una lite finita male”, come riferito dagli investigatori.

Da quel momento, gli inquirenti si sono concentrati su Alberto S. Nel quartiere pochi lo conoscevano davvero. Alcuni vicini lo descrivono come “uno che non salutava mai”, altri ricordano qualche litigio con i condomini per motivi banali, come il rumore delle scarpe sul pianerottolo. Nulla che facesse pensare a un episodio così grave. Eppure, la segnalazione ha spinto gli investigatori a prendere tutto molto sul serio.

La perquisizione: come è andata

L’irruzione dei carabinieri è scattata alle 8:15. Nel piccolo soggiorno, ancora illuminato dalla luce grigia dell’alba milanese, hanno iniziato una lunga perquisizione. Hanno controllato gli armadi della camera da letto, la cantina e il box auto che Alberto S. affitta dal 2021. I testimoni – un vicino e la portinaia – raccontano che la pattuglia è rimasta lì oltre tre ore. Qualcuno ha visto portare via scatoloni e un paio di borse nere sigillate. Dai militari della Compagnia Carabinieri Milano Porta Magenta hanno precisato: si tratta di “materiale utile alle indagini”.

Sul volto dell’uomo chi era presente ha notato “un’espressione impassibile”. Avrebbe ripetuto sottovoce: “Non so niente di quello che dite”, chiedendo poi di chiamare un avvocato. I carabinieri hanno sequestrato anche il suo telefono e alcuni effetti personali.

Ipotesi al vaglio e prossimi passi

Le accuse sono pesanti: omicidio e occultamento di cadavere. Ma gli investigatori frenano subito ogni certezza: al momento non risulta nessuna persona scomparsa collegabile direttamente ad Alberto S., né in famiglia né tra conoscenti stretti. Fonti della Procura parlano di “verifiche incrociate” su alcune denunce presentate tra fine ottobre e inizio novembre nella zona milanese.

“Stiamo parlando di ipotesi basate su elementi raccolti nelle ultime settimane”, spiega il maggiore Luca Nappi, comandante della compagnia intervenuta. Per ora non c’è alcuna conferma riguardo resti o tracce riconducibili a una vittima, anche se la scientifica ha prelevato campioni da varie stanze dell’appartamento per esami approfonditi.

La notizia ha cominciato a circolare tra commercianti e residenti del quartiere nelle ultime ore. La tabaccaia sotto casa racconta: “Ieri pomeriggio c’erano carabinieri ovunque, la gente si chiedeva cosa fosse successo”. In serata si sono diffuse voci e timori tra chi abita lì.

L’indagato e il riserbo degli investigatori

Alberto S., assistito dall’avvocato Carla Benzi, si dice “sorpreso e provato” per quanto successo. La legale, contattata poco dopo le 15, ha scelto di non commentare: “Siamo in una fase delicata, aspettiamo sviluppi prima di parlare”.

Dalla Procura invece regna il massimo riserbo. Nessun dettaglio sulle prove raccolte o su eventuali altri provvedimenti cautelari. Il fascicolo è affidato al pm Letizia Ricciardi, che ha chiesto ai carabinieri controlli incrociati su ogni spostamento del sospettato nelle ultime sei settimane.

L’inchiesta va avanti senza sosta. Le prossime ore saranno decisive per capire se dietro quella porta in via Mac Mahon c’è davvero una storia drammatica o se si tratta soltanto – come qualcuno sussurra – di un errore o un fraintendimento degli investigatori. Intanto nel palazzo resta un silenzio pesante; solo il nastro rosso e bianco della scientifica ricorda che lì qualcosa è successo davvero.

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