Trekking in Cornovaglia: 10 Giorni di Avventura a Piedi con Alisei Apollonio

Giulia Ruberti

9 Dicembre 2025

Roma, 9 dicembre 2025 – Questa mattina Alisei Apollonio, scrittrice triestina di 34 anni, ha dato il via a un viaggio a piedi che la porterà dall’estremo nord al cuore del sud, attraversando l’Italia da Friuli a Sicilia. Più di mille chilometri da percorrere camminando, partendo all’alba dall’altopiano carsico vicino a Opicina. L’obiettivo? “Ritrovare il ritmo lento e lo sguardo curioso” sulle strade meno conosciute del Paese, ha raccontato lei stessa.

Una camminata per raccontare l’Italia

Non è solo una prova di resistenza fisica. Apollonio, che ha già conquistato i lettori con il romanzo “Nessuno conosce il Carso”, vuole raccogliere storie, volti e accenti di questo Paese lungo il cammino. “Non riesco più a scrivere chiusa in casa,” ha ammesso ieri sera davanti a una tazza di tè in piazza Unità d’Italia. “Mi serve polvere sotto le scarpe, chiacchiere con sconosciuti, il silenzio delle campagne”. La partenza è stata alle 7.15: zaino leggero – appena 8 chili –, scarponi già consumati e un taccuino aperto pronto per i primi appunti.

Tappa dopo tappa, aggiornerà i lettori attraverso un blog e una rubrica settimanale su “Il Piccolo”. Racconterà incontri, paesaggi e sapori vissuti rigorosamente a piedi. Non percorrerà l’Appennino classico ma seguirà vecchie vie di pellegrini con deviazioni in piccoli borghi poco noti come Monteprato, Sorano e Castelluccio Inferiore.

Un’Italia diversa sotto le suole

Camminare non è una scelta casuale per Alisei. Vuole “misurare le distanze con i passi, non con la fretta”. Per lei l’Italia “vista dal finestrino passa troppo veloce”. Attraverserà cinque regioni in quasi cinquanta giorni, dormendo dove capita: ostelli, case private o canoniche “quando c’è posto”.

Qualche tratto lo farà insieme ad altri viandanti o amici che la raggiungeranno in punti prestabiliti. Ma gran parte del viaggio sarà solitario. “Solo così riesco ad ascoltare davvero,” dice. Nel suo taccuino c’è già la prima impressione raccolta oggi in una trattoria sulla strada per Monrupino: “Il pane caldo ha lo stesso profumo dappertutto, ma ognuno lo impasta a modo suo”.

Reazioni lungo la strada

In questi primi passi non sono mancate curiosità e gesti di simpatia. Un gruppo di ragazzi della scuola media di Aurisina ha deciso di seguirla per un pezzo: “Ci ha parlato di una vecchia chiesa dove si ferma il vento,” racconta Marco, 13 anni. Alcuni automobilisti hanno offerto passaggi, sempre rifiutati con un sorriso. I baristi di Visogliano stamattina alle otto e mezza le hanno chiesto dove andasse: “Lontano,” ha risposto lei, “ma sempre con i piedi ben piantati a terra”.

Apollonio non cerca record né vuole fare pubblicità al turismo. Camminare è per lei un modo diverso di guardare il Paese, senza filtri digitali o slogan commerciali. “Non sono un’influencer,” ripete spesso ai curiosi.

Il viaggio come narrazione

La sua impresa si inserisce in una tradizione antica ma poco seguita oggi: quella della narrazione errante. Tra le sue fonti d’ispirazione cita Patrick Leigh Fermor, Paolo Rumiz e Sybille Bedford. Ma vuole dare voce soprattutto ai piccoli luoghi e agli incontri casuali lungo la strada.

Tra chi sostiene e chi dubita c’è già un dibattito acceso: arrivano email piene di incoraggiamento ma anche critiche sulla scelta di camminare così a lungo. Apollonio non si tira indietro davanti al confronto: “È proprio questo che mi interessa. Camminando ascolto anche le domande e i dubbi degli altri”.

Tappe e progetti futuri

La prima settimana la vedrà attraversare il Carso e le colline friulane fino a raggiungere Cividale del Friuli entro metà dicembre. Poi proseguirà verso Umbria, Campania e infine la Sicilia, dove dovrebbe chiudere questa avventura tra fine gennaio.

Garantisce che racconterà tutto senza filtri o ritocchi troppo elaborati: foto scattate con un telefono vecchio modello, testi scritti ogni sera su un quaderno ormai spiegazzato.

In un’Italia divorata dalla fretta, Alisei Apollonio sceglie invece la lentezza come via e racconto. Un passo dopo l’altro, lontano dal rumore delle notizie lampo, alla ricerca – come dice lei – di “una bellezza fragile e quasi invisibile”.

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