Washington, 20 novembre 2025 – Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha annunciato ieri sera una riduzione dei dazi sulle importazioni dalla Svizzera al 15%, portando così la Confederazione Elvetica allo stesso trattamento riservato ai Paesi dell’Unione Europea. La notizia, diffusa ufficialmente dal Dipartimento del Commercio alle 19 ora locale, arriva dopo settimane di trattative e incontri tra delegazioni statunitensi e svizzere. Un passo che, secondo fonti diplomatiche, chiude una delle ultime controversie commerciali aperte tra Washington e Berna.
Dazi USA-Svizzera: cosa cambia per imprese e mercati
La misura riguarda soprattutto i prodotti industriali e manifatturieri svizzeri, che fino a pochi mesi fa erano tassati con tariffe fino al 25%. Ora, con il nuovo tetto al 15%, le aziende elvetiche potranno tornare a competere quasi alla pari con quelle europee. “È un segnale positivo, atteso da tempo”, ha detto ieri sera a Ginevra Martin Schmid, presidente della Camera di Commercio Svizzera-USA. Schmid ha aggiunto che la riduzione dei dazi “potrebbe portare a un aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti già nei prossimi trimestri”.
Le imprese svizzere, in particolare quelle dei settori farmaceutico, orologiero e delle macchine utensili, avevano registrato un calo negli ordini e una maggiore difficoltà ad accedere al mercato americano. “Abbiamo dovuto rivedere i nostri piani di investimento”, ha confidato un manager della Roche durante una call con gli analisti. Ora, con questo nuovo accordo, si aspetta una ripresa graduale.
Dietro le quinte: la diplomazia tra Berna e Washington
La svolta arriva dopo una serie di incontri riservati tra rappresentanti del governo svizzero e funzionari della Casa Bianca. Secondo fonti vicine alla vicenda, la delegazione svizzera ha presentato proposte concrete per rafforzare i rapporti economici bilaterali. Tra queste, l’impegno ad aumentare gli investimenti diretti negli Stati Uniti e a facilitare l’ingresso delle imprese americane nel mercato svizzero.
Non sono mancati momenti di tensione. Solo due settimane fa, a Zurigo, il segretario al Commercio americano Robert Lighthizer aveva ribadito la necessità di “un riequilibrio delle relazioni commerciali”. Ma già allora si percepiva una certa apertura: “Abbiamo trovato terreno comune su diversi punti”, ha ammesso il ministro dell’Economia svizzero Guy Parmelin.
Svizzera: soddisfazione ma anche prudenza
A Berna, la notizia della riduzione dei dazi è stata accolta con sollievo dai settori economici. “Un passo avanti importante”, ha commentato la consigliera federale Karin Keller-Sutter. Ma non mancano le voci critiche: alcune associazioni di categoria temono che questa misura possa essere temporanea e legata alle dinamiche della campagna elettorale americana.
“Dobbiamo restare vigili”, ha spiegato il direttore dell’Associazione delle Industrie Meccaniche Svizzere. “Le regole possono cambiare in fretta”. Nel frattempo, le principali aziende esportatrici stanno già valutando come riorganizzare la logistica per approfittare del nuovo scenario tariffario.
Oltre la Svizzera: cosa significa per i rapporti USA-Europa
La decisione di Trump arriva in un momento delicato per i rapporti commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Dopo mesi di tensioni su acciaio, auto e prodotti agricoli, la Casa Bianca sembra voler adottare un atteggiamento più concreto con i partner storici. Secondo alcuni esperti, la mossa verso la Svizzera potrebbe anticipare altre aperture verso Paesi europei finora esclusi dalle riduzioni tariffarie.
Resta da vedere se questa scelta influenzerà anche le trattative in corso con Bruxelles. Per ora, il commissario europeo al Commercio Valdis Dombrovskis si è limitato a dire che “ogni passo verso una maggiore apertura è benvenuto”, ma ha sottolineato la necessità di “regole chiare e stabili”.
Una tregua in bilico
In sostanza, la riduzione dei dazi USA sulla Svizzera segna un segnale di distensione, ma non è una soluzione definitiva. Le imprese elvetiche tirano un sospiro di sollievo, mentre a Washington si guarda già alle prossime mosse sul fronte commerciale globale. Solo nei prossimi mesi si potrà capire davvero l’impatto di questa scelta su scambi e investimenti. Per ora, tra Berna e Washington sembra tornata – almeno sulla carta – una tregua commerciale.