Turismo in Italia: opportunità e sfide in un mercato a due velocità

Turismo in Italia: opportunità e sfide in un mercato a due velocità

Turismo in Italia: opportunità e sfide in un mercato a due velocità

Giulia Ruberti

14 Novembre 2025

Roma, 14 novembre 2025 – Il turismo in Italia torna a volare alto. Nel 2024 sono stati registrati 466 milioni di pernottamenti, superando i livelli pre-pandemia e segnando un +7% rispetto al 2019. A confermarlo è il nuovo rapporto del Centro Studi del Touring Club Italiano. L’Italia resta una delle destinazioni più amate al mondo, ma con la crescita arrivano anche nuove sfide, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità e la gestione dei flussi turistici.

Le grandi città spingono la ripresa

Il rapporto, che analizza i dati dal 2019 al 2024, mette in evidenza una situazione variegata: la metà dei pernottamenti si concentra in solo dieci province. In cima alla lista c’è Roma, che nel 2024 ha raccolto 47,2 milioni di presenze, un balzo del 37% rispetto all’ultimo anno pre-Covid. Seguono Venezia con 38,8 milioni (+2%) e Bolzano con 37 milioni (+10%). Milano e Napoli si piazzano tra le prime dieci con 18 e 14 milioni di presenze, entrambe in crescita.

Ma non tutte le città hanno beneficiato allo stesso modo. Firenze ha registrato un calo del 17%, mentre Rimini è scesa del 7%. Sul fondo della classifica c’è Isernia, con meno di 80mila presenze all’anno. “Le grandi città d’arte continuano a richiamare turisti da tutto il mondo, ma alcune destinazioni soffrono la concorrenza di mete emergenti e la saturazione”, spiega un portavoce del Touring Club.

Turisti stranieri in netta maggioranza

Un dato interessante riguarda la provenienza dei visitatori: nel 2024 gli stranieri costituiscono il 54% delle presenze totali. In certe zone la loro presenza è ancora più forte: a Como l’83% dei turisti arriva dall’estero, a Firenze e Verona il 79%, mentre a Venezia e Roma si supera il 70%. Al Sud, invece, il turismo resta principalmente italiano: a Campobasso, Crotone e Cosenza oltre il 90% dei pernottamenti è di visitatori nazionali.

La permanenza media si attesta sulle 3,3 notti, ma nelle località balneari come Teramo, Vibo Valentia e Crotone si superano le cinque notti. Un altro segnale di cambiamento riguarda la stagionalità: se all’inizio degli anni Duemila il 52% delle presenze si concentrava fra giugno e agosto, oggi è sceso al 46%. “Si viaggia sempre di più anche fuori stagione”, osserva una guida turistica veneziana.

L’extralberghiero guida la crescita

Sul fronte delle strutture ricettive, l’Italia conta oggi 5,5 milioni di posti letto, il 6% in più rispetto al 2019. Gli hotel rappresentano il 42% della capacità totale, ma è il settore extralberghiero – case vacanze, B&B, appartamenti gestiti professionalmente – a spingere con un +17%, contro l’1% degli hotel tradizionali.

Questo fenomeno si vede soprattutto nelle città: a Bologna l’offerta extralberghiera è cresciuta del 115%, a Bari del 109%, a Milano del 91%. Anche i posti letto non tradizionali sono aumentati del 113%. “Il turismo urbano sta cambiando: meno camere d’albergo, più soluzioni flessibili”, spiega un operatore milanese.

La capacità ricettiva resta concentrata

Le province con la maggiore offerta sono Venezia, Roma, Bolzano, Verona, Trento, Rimini, Milano, Livorno, Sassari e Brescia. Qui si concentra il 38% dell’intera capacità ricettiva nazionale, con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. In particolare, Milano, Bari, Bologna e Roma si distinguono per la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove richieste dei viaggiatori.

Sfide ancora aperte

Nonostante i risultati positivi, restano problemi da risolvere. Le zone interne e più periferiche faticano a intercettare i turisti. Le grandi città, invece, devono affrontare questioni di sostenibilità e gestione dei visitatori. “Il rischio è che si creino squilibri difficili da risolvere”, ammette un esperto di politiche turistiche.

Il quadro che esce dal rapporto del Touring Club è quello di un Paese che si muove con forza. L’Italia torna protagonista sulla scena mondiale del turismo, ma la vera sfida ora è far crescere questo settore in modo equilibrato e duraturo. Solo allora si potrà parlare davvero di rinascita.

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