Urbino, 3 dicembre 2025 – Nelle Marche, tra le dolci colline che si estendono da Urbino fino al confine con l’Umbria, sta nascendo qualcosa di nuovo. Si chiama Valle dei Borghi, un nome fresco di stampa e ancora assente dalle cartine ufficiali. È il risultato di un accordo tra nove piccoli comuni che da qualche mese hanno deciso di fare squadra per promuovere insieme il territorio. L’idea è partita questa primavera, coinvolgendo amministrazioni e operatori locali convinti che, qui, l’unione possa davvero fare la differenza. E dare respiro a borghi spesso dimenticati dai grandi flussi turistici.
Nove comuni, un nome che non c’è ancora sulle mappe
La Valle dei Borghi non compare ancora su Google Maps o altri servizi simili. Ma chi si avventura su queste strade poco battute dal turismo di massa si ritrova in un intreccio di paesini arroccati, torri medievali e piazze dove il tempo pare essersi fermato. A guidare il progetto ci sono i comuni di Borgo Pace, Fermignano, Peglio, Sant’Angelo in Vado, Urbania, Mercatello sul Metauro, Piobbico, Apecchio e – curiosamente – due volte citato Sant’Angelo in Vado, per ragioni storiche legate alla sua doppia identità.
“La sfida era mettere insieme risorse, eventi e idee senza perdere la personalità di ciascuno,” racconta con entusiasmo Gianluca Della Valle, assessore al turismo di Urbania. “Volevamo mettere un nome a quello che già c’era: la nostra valle fatta di borghi.”
Un progetto condiviso con ambizioni chiare
A luglio 2025, nei locali del palazzo comunale di Urbania, è stato firmato un protocollo tra i nove comuni. L’obiettivo? Creare un’offerta turistica integrata: pacchetti esperienziali da vivere sul posto, una promozione fatta in squadra su portali dedicati e cartelloni coordinati lungo le strade principali. “Non siamo la Val d’Orcia né le Cinque Terre,” ammette la sindaca di Fermignano, Marzia Tonelli. “Ma abbiamo una bellezza diffusa e voglia di raccontarla insieme.”
Le iniziative sono partite subito. Anche se – come riconoscono gli stessi amministratori – la Valle dei Borghi “è ancora più un’idea che una meta segnata sulle guide”. Nei primi mesi si sono tenute due rassegne culturali: laboratori artigianali a Piobbico e visite notturne tra le rocche illuminate. I numeri sono contenuti: secondo l’Osservatorio Turistico Regionale, tra agosto e ottobre i pernottamenti nell’area sono cresciuti del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. A visitare questi luoghi sono soprattutto famiglie e piccoli gruppi dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana.
Tra tradizioni genuine e sentieri nascosti
La forza della nuova Valle dei Borghi sta nelle sue offerte più autentiche: paesaggi silenziosi, sentieri per passeggiate o giri in bici, sagre dedicate ai prodotti locali come il tartufo bianco di Sant’Angelo in Vado o il pane cotto a legna di Mercatello. Non mancano le botteghe storiche – come il laboratorio ceramico della famiglia Biagini a Urbania – e vecchie osterie dove assaggiare piatti tipici come i passatelli o la crescia sfogliata.
“Il nostro scopo non è inseguire le mode ma far risaltare quello che abbiamo già,” spiega Luisa Mariani, presidente dell’associazione ristoratori della valle appena nata. “Chi viene qui cerca semplicità e autenticità.” Solo così, aggiunge Mariani, “la lentezza diventa davvero un valore.”
Non solo turismo: un patto per restare uniti
Dietro questo progetto c’è anche una scommessa politica e sociale importante. Nei mesi scorsi i nove sindaci hanno messo su un tavolo permanente per coordinare gli investimenti in trasporti e infrastrutture digitali. Primo punto: portare la fibra ottica nelle zone più isolate come Peglio. “Ci confrontiamo spesso sulle difficoltà che ci accomunano: scuole che chiudono o medici assenti,” confida il sindaco di Apecchio, Riccardo Baldini. In vista c’è anche la voglia di candidare la valle a bandi regionali ed europei per ottenere nuovi fondi.
Una valle da scoprire… prima che sia troppo tardi
Chi cerca oggi la Valle dei Borghi sulle mappe digitali trova poco o niente. Però i cartelli sono già comparsi all’ingresso dei paesi da settembre: fondo marrone con lettere bianche e sotto la scritta “Territorio amico”. Un segno concreto per chi arriva o abita qui. E chissà che tra qualche anno questa valle “nata quasi per caso” non entri anche negli atlanti ufficiali.
La strada è lunga, dicono chi ci vive ogni giorno. Ma nelle Marche – dove anche la geografia può cambiare piano piano – basta poco perché una valle senza nome trovi finalmente il suo posto nel mondo.