Viaggio indimenticabile in Norvegia con Hurtigruten: il Postale dei Fiordi oltre il Circolo Polare Artico

Silvana Lopez

20 Dicembre 2025

Genova, 20 dicembre 2025 – Salire a bordo del Postale dei fiordi, lungo la rotta che supera il Circolo Polare Artico, significa immergersi in una storia lunga e affascinante. È un viaggio che conserva l’anima di un percorso antico e che ancora oggi attira viaggiatori da tutto il mondo. Nei primi giorni di dicembre, poco dopo le 17.30, la nave parte dal porto di Bergen, in Norvegia. Affronta il freddo e le onde tempestose, offrendo un’esperienza difficile da dimenticare – anche se qui i superlativi contano poco. Conta il freddo che punge il volto appena fuori dal ponte, le luci delle piccole cittadine che scivolano lente nel buio.

Un Postale che fa la storia: la rotta Bergen-Kirkenes

L’Hurtigruten, il famoso postale dei fiordi norvegesi, compie questa tratta ogni giorno dell’anno. La rotta è stata tracciata nel 1893 dal capitano Richard With e ancora oggi è percorsa da navi come la MS Nordkapp e la storica MS Lofoten, in servizio dal 1964. Il viaggio supera i 2.500 chilometri, attraversando paesaggi che cambiano con le stagioni e la luce. In inverno, quando il sole resta basso e il buio dura quasi venti ore al giorno, i colori diventano freddi; a bordo i passeggeri si rifugiano nei saloni – qualcuno avvolto in coperte di lana, altri con gli occhi incollati al finestrino nella speranza di scorgere l’aurora boreale.

“Ogni volta che superiamo il Circolo Polare Artico si sente un’atmosfera diversa”, racconta Anne Helene, guida turistica sulla rotta da oltre dieci anni. A Bodø, dove la nave arriva alle 13.05, bastano pochi minuti per scendere sul molo ghiacciato: lo scricchiolio sotto gli scarponi è uno dei suoni più nitidi del viaggio.

Vita a bordo: tra tappe quotidiane e ritmi lenti

La vita sul Postale dei fiordi segue un ritmo d’altri tempi. I pasti arrivano sempre agli stessi orari: colazione alle sette, pranzo a mezzogiorno e cena alle diciannove. Il menu propone piatti tipici come stoccafisso e carne di renna. Nei corridoi stretti si mescolano voci in italiano, inglese e norvegese; sul ponte di comando il capitano aggiorna l’equipaggio sulle condizioni del mare, spesso dure. “Il mare del Nord non perdona mai – bisogna essere pronti a tutto”, ha detto Bjørn Olsen, comandante della nave, rispondendo a chi gli chiedeva se abbia mai temuto per la sicurezza durante le tempeste.

Le soste sono brevi ma frequenti: Alesund all’alba con le sue case colorate riflesse nell’acqua; Trondheim in tarda mattinata; poi Hammerfest, Tromsø fino all’arrivo a Kirkenes, punto più a nord della linea. Ogni porto regala dettagli diversi – mercatini illuminati dalle luci natalizie, barche di pescatori ancora legate dopo una notte intensa, studenti che salgono a bordo per spostarsi da una città all’altra.

Oltre il Circolo Polare: natura e incontri

Dopo aver superato il Circolo Polare Artico, poco dopo Ørnes ai passeggeri viene offerta una tradizionale “shot” di olio di fegato di merluzzo – un rito scaramantico che rompe il ghiaccio e scioglie le diffidenze tra sconosciuti. Fuori dal finestrino lo spettacolo cambia: fiordi sempre più stretti, montagne coperte di neve e un silenzio rotto solo dal vento. Nei mesi più freddi chi ama l’aurora boreale si ritrova spesso sul ponte a mezzanotte, pronto ad ammirare quel bagliore verde nel cielo.

Uno dei momenti più attesi è l’arrivo a Tromsø, poco dopo le 14.00: nonostante la neve la città pulsa di vita tra studenti universitari e famiglie nelle caffetterie o nei negozi. “Nonostante il freddo qui si sorride molto”, racconta Maria Rossi, turista milanese incontrata nella sala lettura della nave.

Un viaggio che resta

Al termine della traversata, dopo sei giorni in mare e oltre trenta porti toccati lungo la costa norvegese, il Postale approda a Kirkenes intorno alle 9 del mattino. C’è chi riparte subito in aereo e chi si concede ancora qualche ora per esplorare il paese. Restano negli occhi immagini precise: i riflessi rosa dell’alba sui fiordi gelati, l’odore del pesce appena cucinato nelle cucine della nave, le chiacchiere tra viaggiatori sconosciuti che hanno condiviso una rotta antica per qualche giorno. Così si chiude un viaggio fatto di storia, paesaggi polari e una quotidianità fatta di gesti semplici. Niente finzioni: solo realtà vera – quella dei fiordi norvegesi d’inverno.

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