Roma, 25 dicembre 2025 – Poco dopo mezzogiorno, sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV è comparso per la sua prima benedizione natalizia “Urbi et Orbi”. Nonostante la pioggia insistente e un freddo più intenso del solito, davanti a una folla numerosa ha scelto parole semplici, dirette: “Grazie per il vostro coraggio con questo clima. Gesù Cristo che è nato per noi ci porta la pace e l’amore.” Una frase breve, quasi un sussurro che ha attraversato la piazza gremita e ha raggiunto milioni di fedeli connessi in tutto il mondo.
Leone XIV inaugura il suo primo Natale in piazza gelata
Il primo Natale da Papa per Leone XIV si è svolto sotto un cielo grigio e minaccioso. Bandiera strette nelle mani coperte dai guanti, cappucci tirati fin sopra le orecchie, ombrelli aperti ovunque. Nessun gesto appariscente, solo un saluto gentile e raccolto. In fondo alla piazza, alcuni pellegrini francesi stringevano piccoli presepi di legno. “Questa semplicità ci ha colpiti,” racconta Philippe, arrivato da Lione con moglie e figli piccoli. La sicurezza era ben presente ma senza farsi notare: uomini della Gendarmeria vaticana controllavano i corridoi transennati.
La messa di Natale era iniziata alle 10 in Basilica richiamando già una grande folla. Durante l’omelia, la voce del nuovo Pontefice – eletto solo sei mesi fa – si è fatta sentire ferma: “Nella notte della nascita di Cristo dobbiamo riscoprire la forza dell’ascolto e il coraggio della tenerezza.” A messa finita, lo spostamento verso il sagrato, reso lucido dalla pioggia e illuminato dai riflettori della stampa internazionale.
Pace e amore tornano come un mantra
Nel discorso del Papa sono risuonate più volte le parole chiave: pace e amore. “Ci sono luoghi nel mondo dove la guerra sembra non finire mai e la speranza vacilla,” ha ricordato senza fare nomi ma alludendo chiaramente ai conflitti in Africa orientale, Medio Oriente e Ucraina. “La nascita di Gesù non è solo una storia lontana nel tempo – ha aggiunto – ma un invito a riconoscere la sofferenza altrui e a non smettere mai di cercare la pace.”
Molti fedeli erano arrivati fin dalle prime ore del mattino per prendere i posti migliori. Erano soprattutto turisti o pellegrini stranieri. Un gruppo dal Vietnam reggeva cartelli fatti a mano con su scritto: “Pray for peace.” Margherita, studentessa romana, ha commentato: “Il messaggio del Papa quest’anno è stato chiaro, niente promesse facili.” Nel momento in cui Leone XIV ha dato la benedizione, dal coro della Cappella Sistina si sono levate le note di “Tu scendi dalle stelle”.
Leone XIV al debutto pubblico tra sobrietà e gesti discreti
L’elezione di Leone XIV lo scorso giugno aveva sorpreso per la rapidità del Conclave e il profilo riservato del cardinale francese Arnaud Lefèvre, poi salito al soglio pontificio. Oggi, alla sua prima grande uscita pubblica dopo l’intronizzazione, il Papa ha scelto toni sobri. La mattina stessa aveva fatto una visita discreta al reparto pediatrico del Gemelli portando doni ai bambini malati. Un dettaglio raccontato da monsignor Bianchi, suo segretario personale: “Si è fermato con ogni famiglia, chiedendo notizie dei fratelli rimasti a casa.”
Le telecamere di emittenti come France 2, CNN e TV2000 hanno mandato in mondovisione l’intervento papale. Gli inviati hanno sottolineato un cambio d’atmosfera rispetto agli anni precedenti: meno formalità nei saluti ufficiali e più attenzione agli sguardi tra i volontari presenti in piazza. Secondo fonti vaticane, Leone XIV avrebbe voluto che il palco fosse essenziale: niente fiori o drappi dorati, solo una Croce di legno dietro al microfono.
Un uomo fedele alle radici ma attento al presente
Originario della diocesi di Tolosa e con studi in filosofia alle spalle prima del seminario, Leone XIV è conosciuto tra i confratelli per la passione verso la musica barocca – spesso Bach nelle sue omelie. Oggi sembra voler guidare una Chiesa raccolta sull’essenziale. “Dobbiamo tornare alle origini della fede – ha spiegato – solo così potremo costruire insieme.” Parole che hanno ricevuto un lungo applauso dalla piazza.
La giornata si è chiusa con un pranzo nel refettorio insieme a venti poveri seguiti dalla Caritas romana. Nessuna dichiarazione ufficiale sul futuro della Chiesa: soltanto qualche sorriso scambiato con i presenti e decine di strette di mano.
Intanto a Piazza San Pietro i fedeli se ne sono andati lentamente. Il vento si è fatto più forte; qualche fazzoletto agitato in segno d’addio. Ma resta quel messaggio chiaro – “Gesù Cristo ci porta la pace” – pronunciato senza retorica da Leone XIV davanti al mondo intero.