Dal Medioevo l’Aberdeenshire e il Moray sono le regioni più ricche e fertili delle Highlands. L’Aberdeenshire è famoso soprattutto per i manzi di razza Angus di Aberdeen, per i tanti bei castelli e per la fiorente Aberdeen.
Questo centro oggi prospera soprattutto per i proventi del petrolio del Mare del Nord, e ha prezzi a volte così elevati da gareggiare con quelli di Londra, ma custodisce anche elementi di grande fascino, architettonici, urbanistici e culturali. Andiamo a scoprirli.
Aberdeen, la città di granito
Conosciuta come la città di granito, Aberdeen è stata edificata in gran parte con la pietra grigio-argento estratta dalla Rubislaw Quarry, ormai abbandonata, ma che un tempo era considerata la cava artificiale più grande d’Europa.
Nei giorni di sole il granito conferisce alla città un singolare splendore, ma quando dal Mare del Nord arrivano le nubi basse e grigie gonfie di pioggia è difficile dire dove finiscano gli edifici e dove inizi il cielo.
Union Street, la principale arteria cittadina, è fiancheggiata da massicci edifici in stile vittoriano, costruiti con il granito locale. La zona più antica è Castlegate, situata all’estremità orientale di Union Street dove un tempo sorgeva il castello.
Al centro si trova la bellissima Mercat Cross, la croce che indicava il mercato a fine ‘600, ornata dai ritratti dei re Stuart. Robert the Bruce (Roberto I di Scozia) riuscì a conquistare il maniero occupato dagli inglesi grazie all’aiuto degli abitanti della città, che si servirono della parola d’ordine ‘bon accord’ diventata poi il motto della città.
Al centro di Castle St si erge laMercat Cross (Castle St), una croce del XVII secolo scolpita con un fregio raffigurante i monarchi Stuart. La struttura simile a un castello che troneggia all’estremità orientale di Castle St è la Salvation Army Citadel, per la cui costruzione fu preso a modello Balmoral Castle.
Sul lato settentrionale di Union St, 200 m a ovest di Castlegate, incontrate la Provost Skene’s House, uno degli edifici più antichi della città.
Proseguendo per altri 100 m in direzione ovest si incontra la St Nicholas Church, la cosiddetta ‘Mither Kirk’ (Chiesa Madre) di Aberdeen. La guglia in granito risale al XIX secolo, ma sul posto è accertata l’esistenza di una chiesa fin dal XII secolo; la St Mary’s Chapel, risalente agli inizi del Quattrocento, è inglobata nella parte orientale della chiesa.
Da visitare è Toolboth, uno degli edifici più antichi della città che un tempo era una prigione, mentre oggi è il museo del crimine.
Il Museo Marittimo di Aberdeen domina il trafficato porto di Aberdeen. Nel la parte centrale dell’edificio è riprodotta su tre piani una piattaforma petrolifera del Mare del Nord, il cui scopo è di illustrare i fondamenti dell’industria estrattiva.
Altre sezioni del museo, alcune delle quali ospitate nella Provost Ross’s House, l’edificio più antico della città, sono dedicate alla cantieristica navale, all’industria baleniera e a quella della pesca.
Nel XIX secolo i cantieri navali di Aberdeen erano specializzati nella costruzione di veloci clipper, i velieri a tre o più alberi utilizzati per importare nel Regno Unito prodotti come tè, lana e merci esotiche (l’oppio, per esempio) e trasportare emigranti verso l’Australia durante il viaggio di ritorno.
Dietro la grandiosa facciata dell’Aberdeen Art Gallery si apre un raffinato spazio espositivo caratterizzato da una profusione di marmi. Vi sono esposte le opere di pittori contemporanei scozzesi e inglesi come Gwen Hardie, Stephen Conroy, Trevor Sutton e Tim Ollivier.
Si possono ammirare anche diversi paesaggi di Joan Eardley, una pittrice che negli anni ’50 e ’60 visse in un cottage sulla scogliera nei pressi di Stonehaven realizzando dipinti a olio del tempestoso Mare del Nord e struggenti ritratti di bambini dei quartieri disagiati.
Tra i preraffaelliti, al piano superiore, non perdetevi le opere di William Dyce (1806-64), originario di Aberdeen, che spaziano dai soggetti sacri alle scene rurali.
Aberdeen ha un porto molto attivo e trafficato, pieno di navi da ricerca e da rifornimento che servono le piattaforme petrolifere offshore, oltre ai traghetti per il trasporto di persone e veicoli diretti alle Orcadi e alle Shetland.
Nonostante l’intenso traffico, le acque al largo del porto sono ricche di vita marina: in estate, dalle navi da crociera o dal promontorio di Girdle Ness, a sud dell’ingresso del porto, si possono avvistare delfini, focene e squali elefante.
Aberdeen Beach, Old Alberdeen e altre curiosità
Appena 800 m a est di Castlegate ha inizio una spettacolare spiaggia di sabbia dorata e pulita, lunga poco più di 3 km, che si estende tra le foci dei fiumi Dee e Don. Un tempo Aberdeen Beach era una famosa meta di villeggiatura, ma la grande disponibilità di soggiorni economici in lidi più caldi ha distolto l’interesse dei vacanzieri scozzesi dal gelido fascino delle spiagge locali.
Nei giorni di sole estivi la spiaggia di Aberdeen si rivela comunque un luogo molto piacevole e, quando le condizioni del mare sono favorevoli, alla sua estremità meridionale si può assistere alle evoluzioni di un piccolo gruppo di appassionati surfisti.
Circa 1,5 km a nord del centro città si trova il quartiere noto come Old Aberdeen. Il nome (Vecchia Aberdeen) è fuorviante perché, sebbene questa zona della città sia sicuramente antica, quella intorno a Castlegate lo è di più.
In origine questa parte della città si chiamava Aulton, toponimo derivante da un’espressione gaelica che significa ‘villaggio presso il ruscello’, ma nel XVII secolo il nome venne anglicizzato in Old Town (Città Vecchia).
Ecco altre curiosità e cose da vedere ad Aberdeen:
- per ammirare una casa originale del 1545 si può visitare la Provost Skene’s House.
- l’edificio più imponente di Aberdeen e il secondo più grande al mondo in granito è il Marischal College: con la sua facciata neogotica impreziosita da pinnacoli grigi è uno spettacolare capolavoro architettonico fondato nel 1593.
- St. Nicholas Kirk è un’immensa chiesa con torre campanaria gotica con un carillon da 48 campane.
- presso l’Art Gallery si possono vedere anche opere di Boudin, Courbet, Sisley, Monet, Pisarro e Renoir