Val di Noto, le attrazioni da non perdere

La Val di Noto è una meta privilegiata per chi cerca un’esperienza che unisca cultura, paesaggi naturali, gastronomia e molto altro. Immersa nel caldo sole della Sicilia, questa regione offre la possibilità di passeggiare tra le testimonianze storiche di una terra che ha visto passare regni e sovrani attraverso i secoli, assorbendo e arricchendosi di ogni influenza, ma mantenendo sempre la sua fierezza e identità unica. Le città barocche della Val di Noto, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, sono rinomate in tutto il mondo, e costituiscono uno dei simboli più significativi della Sicilia, offrendo un’esperienza culturale e storica senza pari. Ma vediamo, quindi, quali sono le attrazioni imperdibili di questo luogo.

Tutto quello che bisogna fare e vedere se si visita la Val di Noto

Nella regione sud-orientale della Sicilia, la Val di Noto, un tempo una circoscrizione amministrativa responsabile di giustizia, finanze e difesa nel Regno di Sicilia fino alla sua abolizione nel 1812, trae il suo nome dalla città di Noto, situata nella provincia di Siracusa, che presumibilmente ospitava la sede del governatore della regione. Oggi, la Val di Noto è stata insignita del prestigioso status di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO grazie alle sue affascinanti città tardo-barocche. Scopriamo insieme le bellezze della Val di Noto.

Noto

Noto, definita “giardino di pietra” e “capitale del barocco”, è una delle otto città patrimonio dell’UNESCO. Caratterizzata dalla maestosità del barocco e dalla pietra calcarea lavorata, offre una scenografia unica. Fondata nel 1703 dopo il terremoto del 1693, conserva il fascino antico di Noto Antica. I suoi principali assi viari, corso Vittorio Emanuele e via Cavour, ospitano sontuosi palazzi barocchi come Palazzo Ducezio e Palazzo Trigona di Cannicarao. La cattedrale di San Nicolò, costruita tra il 1693 e il 1703, domina la città con la sua scalinata a tre rampe. Un’escursione nel quartiere popolare di Agliastrello offre uno sguardo sull'”architettura minore” in contrasto con la grandiosità della città barocca.

Noto
Noto | Pixabay @travellaggio – Okviaggi

Ragusa

Ragusa, conosciuta anche come Ibla nell’antichità, ha due centri urbani distinti: uno ricostruito dopo il terremoto del 1693 e l’altro, chiamato ancora Ibla, risalente al modello medievale. La città ha una storia ricca, con tracce di antichi insediamenti che risalgono al III millennio a.C. e varie dominazioni nel corso dei secoli. Oggi, Ragusa affascina con le sue case aggrappate alle rocce, le numerose chiese barocche e i magnifici palazzi. Un’escursione al Giardino Ibleo e al castello di Donnafugata, a circa 18 km da Ragusa, è un’esperienza da non perdere.

Scicli

Dopo il terremoto del 1693, anche Scicli fu ricostruita in stile barocco, come molti altri centri della Val di Noto. Situata sulle colline rocciose, Scicli ha il suo nucleo principale in piazza Italia, circondata da numerosi palazzi settecenteschi. La Chiesa Madre è dedicata alla Madonna delle Milizie, una rara rappresentazione della Madonna armata. Allo stesso modo, la Chiesa di San Bartolomeo, risalente al XV secolo, e altri edifici sopravvissero al terremoto del 1693. Palazzo Beneventano, Palazzo Fava e Palazzo Spadaro sono solo alcune delle testimonianze del barocco nella città. Spesso paragonata a un presepe, Scicli è anche una tappa imperdibile per gli amanti del Commissario Montalbano, con il palazzo municipale che funge da sede del commissariato.

Modica

Piccole abitazioni adagiate vicine tra loro, illuminate da luci al tramonto, compongono un affascinante scenario che potrebbe essere scambiato per un presepe, ed è chiamato Modica. Nonostante sia stata devastata dal terremoto del 1693, Modica ha conservato l’antico impianto medievale del centro storico che si sviluppa intorno alla collina del Pizzo, su cui sorgeva il castello. Ricostruita dopo il sisma, la città ospita numerosi capolavori di architettura barocca, come la chiesa di S. Pietro e il duomo di S. Giorgio, considerato il massimo esempio di barocco ibleo. Imperdibile anche la chiesa di S. Maria di Betlem, risalente al Quattrocento e caratterizzata da elementi tardo-gotici, arabi, normanni e catalani. Tra i molti palazzi barocchi di Modica, segnaliamo il Palazzo dei Mercedari, sede del Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari, che presenta repliche delle antiche botteghe artigianali. Infine, non perdetevi il Palazzo Napolino-Tommasi Rosso, con i suoi balconi decorati da splendidi fregi, e la casa natale del poeta Quasimodo, che ha origini modicane.

I borghi

Vicoli tranquilli, porticati da film e piazzette suggestive riportano alla mente l’atmosfera dei piccoli paesi della Sicilia degli anni ’50. Tra i borghi più affascinanti da visitare spicca Marzamemi, antico villaggio di pescatori, un tempo fulcro dell’attività tonniera araba, ora rinomata meta turistica con i suoi caratteristici locali colorati sul lungomare. Al punto più estremo del sud-est siciliano e alla punta meridionale dell’Europa si erge Portopalo di Capopassero, posizionata ancor più a sud di Tunisi. Accessibile attraverso una strada panoramica che costeggia il mare, Portopalo vanta la più antica tonnara d’Europa, il maestoso castello Tafuri e l’incantevole isola di Capopassero. Ispica, conosciuta come la città delle cave e per il suo presepe vivente, è una deliziosa cittadina settecentesca, celebre per l’area archeologica di Cava d’Ispica e il suggestivo Parco Forza, dove si snoda un lungo canyon tra Modica e Ispica punteggiato da necropoli preistoriche, catacombe cristiane, oratori rupestri, eremi monastici e insediamenti abitativi di varia natura. Buccheri, situato sulle pendici del monte Lauro, è il centro più elevato dei monti Iblei e ricco di reperti archeologici testimoni della presenza di Siculi, Greci, Romani e Bizantini nel corso dei secoli. Giarratana, invece, è il più piccolo comune della provincia iblea, conosciuto come la “Perla degli Iblei”. Per una pausa rigenerante, bisogna prendere in considerazione Buscemi, celebre come “paese museo” grazie al suggestivo percorso espositivo noto come “I luoghi del lavoro contadino”, un itinerario etno-antropologico che ripercorre la storia agricola e artigianale del luogo, ospitato nelle antiche case e dammusi del borgo.

I siti archeologici

Prima dell’arrivo dei Greci, il sud-est siciliano era già stato scelto da antiche civiltà come luogo ideale per insediare i primi centri, grazie al complesso sistema idrico e alle colline di roccia tenera facilmente scavabili. Oggi, numerosi reperti nella Val di Noto testimoniano la sua antica storia. Ad esempio, nella Riserva Naturale Orientata di Pantalica, incastonata tra i comuni di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide, si trova un complesso di 5000 tombe rupestri scavate nella roccia carsica, attraversate da un fiume dal 1997, e l’Anaktoron (Palazzo del Principe), situato sulla cima della collina, che richiama alla mente la magnificenza dei palazzi micenei. Oggi, la necropoli rupestre di Pantalica attira turisti da tutto il mondo. Imperdibile anche Piazza Armerina, città in provincia di Enna, a un’ora e un quarto di strada da Catania, che ospita uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia. Qui si trova la Villa Romana del Casale, costruita nel IV secolo d.C. da una nobile famiglia senatoriale romana, che è giunta fino a noi in eccellente stato di conservazione. La villa vanta 3500 metri quadri di straordinari mosaici che adornano i pavimenti, oltre a splendidi affreschi. Durante la visita, potrete ammirare gli spazi termali e gli imponenti appartamenti signorili, dove spiccano il mosaico di Ulisse e Polifemo e il mosaico raffigurante il Mito di Arione.

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