Trentino-Alto Adige da vivere: alla scoperta della regione più a nord d’Italia

Il Trentino-Alto Adige è la regione più settentrionale d’Italia. Parte del Triveneto e Spartiacque tra lo Stivale, la Svizzera e l’Austria, ha oltre un milione di abitanti ed è immersa fra montagne, valli, fiumi e laghi da togliere il fiato. Si possono fare escursioni e trekking in pianura o sulle Dolomiti, godersi il panorama con lunge passeggiate, conoscere la cultura e la storia del territorio e lasciarsi andare ai piaceri dell’enogastronomia locale.

Dolimiti lago
Immagine | Pixabay @kordi_vahle

La storia

I rinvenimenti archeologici in Trentino-Alto Adige dimostrano la presenza dell’uomo nelle valli dopo la fine dell’ultima glaciazione, intorno al 12.000 a.C. Il celebre Ötzi o mummia del Similaun, conservato nei ghiacci per millenni e ora nel Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, dimostra l’esistenza di una civiltà in grado di vivere perfettamente nella natura incontaminata circa 5.300 anni fa: si pone nell’età del rame, transizione tra Neolitico e bronzo.

L’integrazione con Roma avvenne nel I secolo a.C., con la sconfitta dei Reti (della stessa etnia degli Etruschi secondo lo storico Tito Livio) nelle campagne militari di Druso e Tiberio. Venne fondata “Tridentum”, l’attuale Trento, poi durante la riforma amministrativa di Augusto la regione venne divisa fra le due province Rezia e Norico e sotto Claudio, tra il 41 e il 54 d.C., si completarono le vie Claudia Augusta Padana e Claudia Augusta Altinate.

Dopo il crollo dell’impero romano i Longobardi fondarono il Ducato di Trento, mentre nel 774 il Trentino-Alto Adige passò sotto il dominio dei Franchi. Dopo una spartizione tra Lotario I e il Regno dei Franchi Orientali con Ludovico II il Germanico, fu la volta dell’imperatore Ottone II che assegnò la marca di Verona al duca di Carinzia Ottone di Worms, che la scorporò da quella di Trento che aveva nel frattempo inglobato. I principati vescovili di Trento e Bressanone sopravvissero fino alla secolarizzazione napoleonica nel 1803. Sotto Napoleone la regione divenne parte della contea austriaca del Tirolo, perdendo l’autonomia.

Durante la Grande Guerra il Trentino-Alto Adige divenne scenario di sanguinose battaglie e ci fu anche una deportazione di migliaia di trentini da parte degli austriaci in conflitto con l’Italia. Col Trattato di Saint-Germain la regione passò al Regno d’Italia e dopo il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale si riaccese la fiamma di un’autonomia nei confronti dello Stato che andava formandosi. Nel 1972 fu sancito uno statuto di autonomia col quale il Trentino-Alto Adige viene esautorato e gran parte delle competenze trasferite alle province autonome di Trento e Bolzano.

La lingua

Con capoluogo Trento e 282 comuni, il Trentino-Alto Adige si divide in due aree linguistiche. Il Trentino è quasi completamente italofono e parla dialetti trentini. L’Alto Adige parla invece a maggioranza il tedesco, con dialetto sudtirolese e una minoranza italiana circa al 26 per cento. È poi presente un’altra minoranza ladina con una parlata che si trova anche in Veneto.

Flora e Fauna

Il clima della regione favorisce la crescita di diversi tipi di piante e vegetali. Vicino al lago di Garda si trovano querce, castagni, ornielli e alcune specie tipiche del Mediterraneo come lecci e allori. Si coltivano anche la vite, il limone e l’ulivo. A nord sono presenti i carpini, i faggi e gli aceri, più in alto attorno ai duemila metri gli abeti rossi, i larici e le betulle, con vegetazione tipica della tundra a causa della rigidità del tempo. Nella Val di Non e in Valsugana, come in Alto Adige, ci sono molti alberi da frutto, in particolare le mele.

La fauna alpina è caratterizzata da camosci, caprioli e stambecchi, i quali sono stati reintrodotti nel Parco Nazionale dello Stelvio nel 1967. Presenti anche cervi, marmotte e lepri grigie. Tra i carnivori si segnalano orsi, lupi e linci, la cui presenza è stata rilevata dopo che si credeva estinta in queste zone. Tra gli uccelli compaiono invece il gallo cedrone, la coturnice, la starna, il fagiano di monte, l’aquila e il gufo reale.

Cosa visitare

Tra le prime tappe da fare in Trentino-Alto Adige c’è sicuramente Trento con mura e zone medievali ed edifici affrescati: splendida la piazza Duomo con la Fontana del Nettuno, ma anche il Castello del Buonconsiglio che fu sede dei principi vescovi. A neanche un’ora di macchina c’è Bolzano, l’altra provincia autonoma: oltre al museo archeologico si può visitare il Castel Roncolo, via Goethe e Piazza delle Erbe in centro città, Piazza Walther dove c’è il duomo e la basilica romanica. Bolzano è anche famosa per i suoi mercatini di Natale.

Merano è un altro gioiello dell’Alto Adige: oltre ai mercatini natalizi sono presenti giardini botanici, le chiese di San Giorgio e di San Nicolò e il Castel Trauttmansdorff coi suoi giardini tra i più belli d’Italia. Folgiara, Lavarone e Luserna sono invece tre paesi di montagna a poca distanza tra loro, con resti di fortezze medievali e trincee della Prima Guerra Mondiale. Rovereto è la terza città della regione per importanza e grandezza, fondata nel Medioevo: fra stradine strette e piazzette, sono presenti edifici settecenteschi, la chiesa di San Marco, Casa Depero e un castello.

Lago Trentino
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Le valli e i parchi

La Val di Funes si estende tra Bressanone e Santa Maddalena, ideale per vacanze estive e invernali grazie alle molteplici attività che si possono praticare in uno dei paesaggi più belli della regione. Nel cuore delle Dolomiti, offre anche uno dei maggiori impianti di scii. Merita una menzione anche la Val Gardena, attraversata dal Rio Gardena con la catena montuosa delle Dolomiti annessa, e il Parco Naturale Puez-Odle a 2.500 metri d’altezza.

Come non citare la Val di Non, nota soprattutto per le mele, ma anche per il Canyon Rop Sass che taglia in due l’area e si percorre su passerelle e scalette ammirando stalattiti e stalagmiti. Oltre alla Val Badia, coi borghi Pedraces e San Leonardo, c’è anche Madonna di Campiglio, da sempre meta per chi ama lo sci con i suoi 156 chilometri di piste. Dopo un salto in Val di Fiemme e val di Fassa e una visita a Castel Beseno, oltre alle rive del Garda si trova il lago di Braies, nel Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies: si può fare trekking, girarlo in barca o solo godersi la suggestiva vista.

L’enogastronomia

Immancabile, tra un’escursione e l’altra, la sosta per mangiare e godere dei piatti tipici della tradizione regionale. Oltre ai canederli è possibile trovare la zuppa d’orzo, gli spatzli verdi (gnocchi con spinaci), il gulash (stufato di carne speziata), la polenta pastizzada (cioè con sugo castrato marinato nel vino), i babagnei (le lumache) el vino rosso, lo smacafam (tortino co.n salsiccia), il capriolo alla salsa di mirtilli, i crauti (cavoli cappuccio fermentati), lo speck, i formaggi, le mele (ingrediente base del celebre strudel), le fragole e i lamponi, gli strauben (frittele a base di latte, farina, uova e grappa), i fortaies (ciambelline con marmellata di ribes), gli zelten (pasticcini con frutta secca).

Tra i vini, invece, c’è ampia scelta tra rossi e bianchi a seconda delle zone. In Trentino ci sono Marzemino, Teroldego, Lambrusco a foglia frastagliata, Pino Grigio e Nero, Chardonnay e Pinot Bianco. In Alto Adige troviamo Lagrein, Gewürztraminer, Kemer, Sylvaner, Moscato Rosa e Giallo.

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